Credo che questo sia decisamente il giorno piú importante della vita del professore. Dopo anni di ricerche, di tentativi mal riusciti e di insuccessi scientifici, é finalmente riuscito a costruirla. Non ho idea se funzioni, ma conoscendo il professore sono sicura che la vorrà provare all'istante. Tutti i calcoli sono stati fatti alla perfezione, ogni controllo si é rilevato utile ad ottimizzare la macchina ed io, come sua assistente ed amica, sono veramente orgogliosa di lui. Hulio. Ha solo ventuno anni, é ancora un ragazzo, ma é un piccolo genio. Lo conosco fin da quando eravamo quattordicenni. Era il tipico "bambino prodigio", esageratamente intelligente. Frequentavamo la stessa classe del liceo; lui era il tipico "secchione" e io non ero una vera e propria "mente brillante", o almeno, non quanto lui. Poi un giorno, me lo ricordo ancora, era il nostro terzo anno di superiori, mi disse che voleva lasciare la scuola e diventare uno scienziato. Inizialmente non ero d'accordo con lui, doveva continuare a studiare, non credevo che fosse ancora pronto ad entrare nel mondo del lavoro. Tentai di spiegargli che per realizzare il suo sogno avrebbe dovuto attendere qualche anno, ma lui era talmente esuberante che riuscii solo a dirgli un "in bocca al lupo". Stavo per andarmene, quando lui mi fece una proposta. Mi disse che era certo che da solo non ce l'avrebbe mai fatta e mi voleva al suo fianco. Io, Lara Wolf, la sua migliore amica. Una ragazza che a malapena sapeva cosa sono protoni e neutroni. Come poteva scegliere proprio me? Ero in dubbio se accettare o no, non mi sentivo all'altezza, ma lui si avvicinò al mio orecchio e mi disse: "Non preoccuparti, saresti l'assistente perfetta!". Da quel giorno, lo seguo ovunque lui vada. Non posso negare di provare qualcosa che va ben oltre alla semplice amicizia ma, andiamo, è uno scienziato! Di questi tempi, per quelli come lui è quasi illegale innamorarsi. L'amore porta via loro troppo tempo che potrebbero sfruttare lavorando.
Fin da quando era ragazzo, i più grandi sogni di Hulio erano poter viaggiare nel tempo e, soprattutto, diventare qualcuno. Essere una persona rinomata, famosa. Non voleva essere solo un ragazzo prodigio come tanti. Lui voleva diventare importante per la scienza. Troppe persone avevano dubitato di lui dicendo che era solo un ragazzino, che non avrebbe mai combinato niente nella vita. Ebbene, quel ragazzino si è dato da fare, dedicando gli ultimi cinque anni a trovare un modo per costruire una macchina del tempo, e finalmente oggi le daremo gli ultimi ritocchi e la metteremo in funzione. Spero che andrà tutto bene.
-----
Entro in laboratorio e vedo Hulio già al lavoro. Alza gli occhi dalla macchina e mi sorride: ha le occhiaie e i capelli ricci e marroni tutti arruffati, probabilmente non ha dormito tanto bene stanotte.
"Buongiorno...professore!" lo saluto marcando l'ultima parola e sorridendo. Poso la borsa e mi metto il mio amato camice da laboratorio.
"In cinque anni che lavori per me non mi hai mai chiamato professore, Lara" dice lui sorridendo.
"Beh, c'è sempre una prima volta, no?" esclamo scherzosa. Vado verso di lui e lo abbraccio. "Allora, pronto per il grande giorno?"
"Puoi scommetterci! Ho fatto gli ultimi controlli alla macchina e sono..." mi risponde, sfregandosi le mani "...pronto per partire!"
Rimangi un attimo interdetta e strabuzzo gli occhi. "A-aspetta, vuoi andare tu?! Vuoi veramente provare tu la macchina?"
"Beh, altrimenti che scienziato sarei? Non posso certo farla provare a te. Sarebbe troppo pericoloso". Sono sconvolta. Ci eravamo messi d'accordo che ci sarei andata io indietro nel tempo. Lui è geniale, proprio per questo motivo deve restare qui. Se gli succedesse qualcosa, non me lo perdonerei mai.
"Ma noi...avevamo detto che..."
"Lo so cosa avevamo detto" mi interrompe mettendomi un dito sulle labbra "ma questo è il mio sogno! Ho lavorato a questo aggeggio per cinque anni e non intendo perdermi l'occasione di essere il primo uomo a viaggiare nel tempo". Ha la stessa convinzione che aveva a sedici anni. Nulla è cambiato.
"E se la macchina non funzionasse? Se ci fosse qualche corto circuito, se..."
"Ei, non ti fidi di me? Non ti fidi della mia macchina?"
"E' che...io ci tengo a te. Se..se ti accadesse qualcosa io non...non riuscirei a sopportarlo" dico, quasi singhiozzando. Hulio mi prende la testa tra le mani e mi sorride.
"Ti fidi di me?". Annuisco. I nostri volti si avvicinano, le nostre bocche si uniscono. Per qualche secondo dimentico che Hulio dovrà partire per un viaggio apparentemente impossibile, ma poi ci stacchiamo e lui si avvicina alla macchina del tempo facendomi cenno di seguirlo. Apro la porta di quell'enorme scatola metallica e il professore entra.
"Mi raccomando, se qualcosa dovesse andare storto spingi quella leva." mi consiglia Hulio. Spero proprio di non doverla usare.
"Destinazione: ventesimo secolo!" dico, scrivendo delle date su uno schermo. Premo un enorme pulsante rosso, la porta si chiude e io mi allontano.
Sento un rumore. Non è affatto un buon segno. Dalla porta scorrevole di vetro vedo un getto di vapore anomalo che prende Hulio in pieno. Lui prova a coprirsi dal getto, ma qualche altro tubo si rompe sprigionando altra aria. Mi avvicino velocemente alla macchina e provo a spingere la leva che mi aveva indicato prima il professore. Nel frattempo, altri getti di vapore spruzzano da ogni angolo dell'ordigno. La temperatura si fa sempre più alta. Provo ad abbassare la leva, ma pare essere tutto inutile: è bloccata. Mi fiondo verso la porta. Nella piccola stanzetta dove si trova Hulio ora si vede ben poco. Una mano si attacca al vetro. Poso la mia mano in corrispondenza della sua. Mi viene da piangere, ma questo non è il momento per darsi ai sentimentalismi. Stacco la mano dal vetro e provo a spingere la porta.
"E' tutto inutile, va' via!" mi urla Hulio. Lo sento poco, ma riesco a capire ciò che dice.
"Non ti lascio qui! Non ora!" grido di rimando. Torno alla leva e provo di nuovo ad abbassarla, inutilmente.
"Allontanati da qui! Sta per esplodere tutto!" urla Hulio.
"Promettimi che ti salverai!"
"Cosa?! Non..."
"Promettimelo! Altrimenti non mi allontano!"
Qualche secondo di silenzio, poi Hulio urla un "Promesso" e mi allontano più in fretta che posso. Non posso credere che lo sto facendo davvero. Non riesco a credere che lo sto lasciando lì.
Esco dalla stanza e sento un'esplosione alle mie spalle. Attorno a me tutto crolla. Un tavolo, la parete, il pavimento. Le mie speranze. E crollo anch'io.
Mi sveglio dopo qualche minuto con il rumore delle sirene di pompieri e ambulanze. Un po' di forza mi è rimasta, perciò provo a chiamare Hulio.
"Hulio..." lo chiamo quasi in un sussurro. Dopo la terza volta che lo chiamo decido di usare le poche energie che mi rimangono per vedere se lui è ancora lì. Mi trascino faticosamente tra le macerie e raggiungo il luogo dove si trovava la maledetta macchina del tempo. Cerco Hulio e finalmente lo trovo. E' ridotto veramente male. Gli prendo il polso: nessun battito. Nessun segno di vita. Metto le mie dita attorno alle sue e, finalmente, piango. Forse hanno ragione quelli che dicono che uno scienziato innamorato non lavora per bene. Forse é per colpa mia se ora é morto. No, non é vero. Non deve, non può!
Sento delle voci. Qualcuno mi prende per un braccio, facendomi male. Mi dicono di calmarmi, ma io non li ascolto. Urlo, ho bisogno di sfogarmi. Non ce la posso fare senza di lui. Ormai niente ha più senso. Mi prendono di peso e mi mettono in un'automobile, ma io continuo a piangere. Piangere per quell'amore appena nato e già distrutto. Per quell'obiettivo mai raggiunto. Per quella speranza ormai morta.
Ho dolori ovunque. Alle ossa. Ai polmoni. Al cuore.
Mi calmo e chiudo gli occhi, lasciandomi trascinare dal suono di un macchinario, fin quando respiro per l'ultima volta e sento un ultimo "bip" emesso da quella macchina cui sono attaccata. Poi, il nulla.
STAI LEGGENDO
The crazy wattpad contest one-shots
RandomLa mia raccolta di one-shot per il concorso "The crazy Wattpad contest"