I AM IN FACT STRAIGHT

389 20 0
                                    

Baby, look what you've done to me

I AM IN FACT STRAIGHT


«Quindi tu saresti etero?»

Uno sbuffo d'aria leggero e un sorriso bianco nel semibuio. «Stai zitto, Styles, e continua a scendere.»

Teneva le mani chiuse in due pugni, Louis, mentre stringeva con le dita il lenzuolo leggero che copriva il divano su cui era seduto. Era accaldato, sentiva la pelle sudata nonostante fosse completamente nudo e i termosifoni fossero spenti; i pantaloni giacevano stropicciati sul pavimento di fronte alla porta d'ingresso di quel motel, insieme a due maglioni e a un berretto da baseball firmato da Michael Sam della National Football League – "Lo sai che football e baseball sono due cose diverse, vero?" gli aveva detto Louis in più occasioni, e Harry aveva soltanto annuito prima di infilarselo, nascondendo i ricci castani e morbidi.

Era il dieci novembre ed erano le undici e mezza di sera. Louis e Harry avevano cenato ognuno per conto proprio in due locali distinti e in compagnia di amici differenti, per poi scriversi un criptico "Al solito posto, al solito orario" senza darsi troppe spiegazioni. Harry aveva abbandonato la sua comitiva gay con cui usciva di quando in quando, Louis il club del Doncaster Rovers con cui discuteva di calcio come se fosse l'unica cosa per cui valeva la pena battersi.

Louis Tomlinson, quella sera, era arrabbiato e si sentiva uno stupido. Aveva scritto pubblicamente dei messaggi poco gradevoli a Jenn Selby senza nemmeno aver letto l'articolo in cui era stato nominato. "Mi accusa di essere gay" aveva pensato, ma quando si rese conto che in realtà era pubblicità positiva il danno ormai era fatto. Era stato impulsivo, e questo lo aveva fatto imbestialire ancora di più.

"Sono, infatti, etero" le aveva scritto.

Si era messo a ridere subito dopo. Aveva fatto la figura dell'omofobo per cercare maldestramente di coprirsi per l'ennesima volta il suo bel culo.

Harry aveva aspettato di essere davanti alla porta della loro stanza prima di deriderlo, ammiccando sornione con gli occhi coperti dal frontino del suo cappellino preferito. Indossava una felpa nera con il cappuccio calato sul berretto, i soliti pantaloni della tuta che metteva sempre anche quando vivevano sotto lo stesso tetto – bei tempi, pensava sempre – ; era talmente splendido da fare male, e l'erezione che aveva tra le gambe ancora prima di varcare la soglia della camera 12 non era certamente da ragazzo etero.

Come, in quel momento, non era da ragazzo etero stare seduto sul divano, con le cosce spalancate oscenamente, troppo preso dal spingere il capo di Harry sempre più in basso, verso il proprio membro svettante, per rendersi conto che su Twitter stava perdendo fan a vista d'occhio.

Non che gliene fregasse davvero qualcosa dei follower; non in quel preciso istante perlomeno.

Harry gli morse la pelle sopra agli ilei, la baciò strusciandovi lascivamente la punta della lingua, mentre con le mani lo accarezzava sotto le ginocchia e lungo i polpacci. Louis sentiva i tendini vibrare, la carne indebolita dal desiderio di sentire la bocca del riccio inumidire ogni centimetro di lui.

«Sai, fare sesso con un etero mi eccita.» lo sentì gemere Louis, ironico, mentre lo osservava incantato scendere nel suo inguine.

Gli lasciò un morso che lo fece tremare come una corda di violino. La sua schiena si irrigidì, un dolore fastidioso s'irradiò lungo la gamba. «Non farmi male.» lo rimproverò, stringendo forte i ricci di Harry, che sorrise maliziosamente. Con le labbra rosse, gonfie e tumefatte, il minore era lo spettacolo più erotico che il celeste degli occhi di Louis avesse mai visto. Si abbassò a baciarlo con trasporto, lasciando trapelare il bisogno e la passione che gli bruciavano le gonadi, toccando quei boccioli bollenti con la lingua, accarezzando tra i gemiti i denti freddi e il palato caldo e accogliente.

«Scusa, babycakes.» sussurrò impercettibilmente Harry, sfiorando il labbro inferiore di Louis con il pollice prima di inglobare il membro di quest'ultimo con la bocca in fiamme.

Il maggiore si sentì implodere, gli occhi lucidi e il respiro appesantito dal piacere. Pregustava con l'immaginazione il momento in cui avrebbe avuto il corpo di Harry nudo sotto il proprio, talmente bello da fargli venire i brividi. Lo immaginava disteso sul letto di quella stanza, teatro di molti altri momenti come quelli, rubati alla loro quotidianità frenetica – che spesso non dava loro il permesso di vedersi e toccarsi – e, decisamente, tutto quello non era affatto da ragazzo etero e le parole di quel tweet persero importanza, cadendo nel dimenticatoio.

I am in fact straight||Flashfic Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora