I X Them

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Attenzione: Alcune parti di questa one-shot sono prese dal libro "Il Diario di Ellen", non me le sono inventate. Vi prego di leggere il libro per alcuni chiarimenti. Grazie, e buona lettura!~

My Father and my Mother didn't love me. So I X Them.

Ricordo bene quel giorno.
Mia madre era scomparsa da giorni, ma ero sicura che tornasse.
Mia madre era l'unica che si prendeva cura di me, l'unica da cui ricevevo un sorriso.
L'unica che mi amasse.
Era notte.
Avevo sete.
Camminare faceva male, per via delle ferite sulle mie gambe dovute alla malattia.
Ma potevo ignorare il dolore.
Andai in cucina.
E... la vidi.
Vestita elegante, con guanti, e delle bellissime scarpette bianche immacolate.
Ero felice.
Pensavo:
'Mia madre è tornata! Evviva!'
Corsi ad abbracciarla, solo per notare che stava piangendo.
All'inizio non capii.
Ma poi, mi si aprirono gli occhi.
Mia madre era vestita molto elegantemente.
La nostra famiglia era povera, Papà non poteva averle comprato quei vestiti.
Ma allora dove...?
Un altro uomo.
Ecco la risposta.
Mia madre voleva abbandonare me e Papà, perché per lei io ero un peso.
E poi, quell'uomo era ricco.
Non potevo crederci.
Voleva lasciare Papà, che la amava più di qualsiasi cosa al mondo, solo per soddisfare i propri desideri.
Non potevo accettarlo.
La uccisi.
Le infilzai il collo con un coltello da cucina.
Cadde a terra.
Le sue scarpette ora erano tinte di un rosso scarlatto.
Papà venne subito.
Vide il corpo di mia madre a terra.
Si buttò su di lei, piangendo.
Lo chiamai.
Non mi rispose.
Per lui io non ero niente.
Non mi aveva mai parlato.
Neanche una volta.
Non esistevo.
Io l'avevo sempre amato.
Lui, invece, continuava ad amare quella donna, che era sul punto di tradirlo.
Vuoi così bene a quella donna, Papà?
Va bene.
La raggiungerai presto.
Uccisi anche lui.
Per sbaglio, feci cadere una candela.
La nostra casa era di legno, quindi tutto prese fuoco in un attimo.
Scappai, inciampando tra la spazzatura.
Arrivò il Gatto, che mi chiese se volevo stringere un patto con lui e diventare una strega.
Un patto con un demone.
Non l'avessi mai fatto.
È vero,  adesso avevo una bella villa nel bosco, piena di ogni tipo di svago.
La mia malattia non si vedeva, e non faceva male.
Dovevo solo restare dentro casa.
Arrivarono dei bambini, ma a nessuno importava di me.
Avevano paura.
Uccisi anche loro.
Il Gatto disse che più anime gli davo, più incantesimi mi avrebbe insegnato.
E, alla fine, mi avrebbe dato l'incantesimo per curare quella dannata malattia.
Un giorno, arrivasti tu, Viola.
Eri l'unica che non aveva paura di me.
Ed io ti ho tradita.
Mi dispiace.
Ricordo ancora il tempo che passavamo insieme parlando, scherzando, e ridendo.
Mi manchi.
Mi sono presa la tua vita, eppure nessuno mi ama come 'Ellen', ma come 'Viola'.
Non me lo perdonerò mai.
Ho perso l'unica vera amica che avevo.
Voglio rivederti, Viola.
Ti raggiungerò presto, vedrai.
Staremo insieme.
Tu ed io.
Come ai vecchi tempi.
Mia cara amica, sto arrivando.

[Angolo dell'autrice malata: Beh, volevo scrivere qualcosa. Non è un granché. Probabilmente la riscriverò meglio presto. Amo Ellen. La sua è una lacrima strappastorie (Cit. AstridPurple). Eeeeeeeeeeh... Niente. Cià.]

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