CAPITOLO 6

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<<Se ora volete seguirmi, vi porterò all'Accademia. Di sicuro vi piacerà il soggiorno qui. Bene, venite>>continuò il nostro Cicerone, che poi era una donna. Era alta, magrissima, con degli occhiali minuscoli rotondi sulla punta del naso. I suoi capelli neri( palesemente tinti) erano piastrati ed extra-tirati in un'alta coda. Sembrava che fossero finti, tanti erano lisci e tirati.
La guida ci portò davanti ad una specie di castello abbandonato. O almeno, l'esterno era quello di un oscuro maniero, dove di norma si svolgono i film dell'orrore.
Rabbrividii. "Ma che razza di posto è questo??", pensai, guardando intimidita l'edificio.
Giunti davanti all'enorme portone forse di epoca medioevale, la guida si sistemò gli occhialini rotondi ancora piú sulla punta del naso.
<<Bene ragazzi. Siete pronti ad iniziare una nuova vita?>>cinguettò l'odiosa signora che non la smetteva di darmi della puttanella.
La guardai con occhi di fuoco, imitata da Patrick e Alex. Come si permetteva di rapirci e poi di schernirci??
Non rispondemmo, e lei non pretese una risposta.
Notai, esattamente sopra il portone, un'enorme lastra di pietra con sopra incise delle parole.

"MANIERO DELLE DISGRAZIE"
PRIGIONE
1478

Deglutii, a disagio. Primo, il nome non era confortante, secondo, era una prigione.
E se ci fosse ancora la sala delle torture? La mia camera sarebbe stata una cella?! E se ci fossero i fantasmi dei prigionieri?
Stavo per buttarmi in mare:meglio annegare, che andare ad abitare in una gigantesca prigione. Poi guardai i miei amici, che stavano cercando di decifrare le scritte sopra il portone.
No, non potevo lasciarli da soli. Annegarsi sarebbe stata la piú grande sciocchezza del mondo.
Spiegai loro in parole semplici il significato delle scritte.
La loro reazione? Identica alla mia.
Sotto il "1478", vi era una scritta ancora piú grande, ovvero:

ACCADEMIA OCCHI BLU

La guida ci fece entrare nel maniero, calmissima, come se stesse entrando, invece, in pasticceria.
"Magari...", pensai, corrucciandomi.
Eravamo in un salone enorme, ma così cupo che mi sorpresi a desiderare di essere risucchiata dal pavimento.
E

ravamo su un lunghissimo tappeto rosso, che terminava dal lato opposto della sala, davanti ad un gruppetto di tetri troni, probabilmente destinati agli insegnanti.
Nelle pareti, alla mia destra e alla mia sinistra, c'erano delle alte nicchie nel muro, dentro le quali vi era un'antica armatura ciascuna. Armate, ovvio.
Circa a metà parete, un corridoio buoio portava nell'oscurità.
Con mio disappunto, la guida ci fece attraversare quello di sinistra. Era un corridoio strettissimo e, dalle pareti umide, si stagliava il profilo di piccole porticine.
Celle.
La guida era tutta tranquilla, con la sua torcia e un trio di ragazzini impauriti. Sembrava divertirsi con il nostro panico.
Ad un certo punto si fermò, e Patrick gemette di paura.
<<Cari ragazzi, come potete vedere, queste sono delle celle tenebrose, con dentro gli scheletri di coloro che ci stettero dentro tutta la vita>>disse la tipa, con un grugnito malvagio.
<<Noi...staremo lí dentro?>>balbettò Alex, con gli occhi sbarrati.
La tipa odiosa, che poi si chiamava Kermit, rise di gusto.
<<No, tesoro, ma in camere piú grandi. Ovvero nelle celle per tre persone.>>
Non sapevo se essere sollevata o meno.
Proseguimmo con la "gita". Arrivammo al secondo piano, esattamente sopra la sala grande al pian terreno. C'era una grande sala( anche se un poco piú piccola di quella al piano terra), dove vi erano scalcinate poltrone e seggiole.
<<Questa è la Sala Mista>>spiegò Kermit. La guardammo in modo interrogativo. Mista?
<<Dove maschi e femmine possono stare insieme>>, chiarì la tipa.
Sbarrai gli occhi. Quindi la scuola era divisa in maschi e femmine?? Che cosa triste...che noia.
A destra, come ci fu detto in seguito, vi erano le celle femminili, mentre a sinistra quelle maschili.
"Uffa", pensai.
"Uffa", pensò Alex.
"Uffa", pensò Patrick.
<<Dato che quest'Accademia un tempo era una prigione, ci sono ancora gli strumenti di tortura?>>, chiesi, timorosa.
La Guida sgranò gli occhi<<E me lo chiedi? Ovvio! Entrerete nella Stanza delle Torture ogni volta che vi comporterete male. Gli strumenti al suo interno saranno la vostra punizione>>
Stavolta fui io a sgranare gli occhi. Che cosa?!?!
<<Ma non è legale torturare le persone!!>>eclamai, allibita. Poi rammentai che nemmeno rapire le persone era permesso.
Mi guardò come se fossi un misero essere insignificante<<Ci vediamo nello studio della Preside tra un'ora, ragazzini. È al piano terra, subito alla destra del portone d'ingresso.>>
E se ne andò.
Io, Patrick e Alex ci guardammo angosciati.
Dove eravamo finiti??

L' Accademia Occhi BluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora