Bags full of memories.

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Ti guardo, mentre spensierato prepari i tuoi bagagli. Anche ora, sei la solita persona disordinata che ho conosciuto due mesi fa; infili i vestiti alla rinfusa in pile scomposte, non preoccupandoti che siano sporchi o puliti, non dando alcuna impressione che ti importi almeno vagamente che finiranno con lo stropicciarsi. Ti è mai importato di qualcosa nella vita, però? Avrei voluto avere più tempo, passare più giorni insieme a te, magari i giorni di una vita intera, per scoprirlo da solo, invece di domandarmelo nella mia testa. Troppo spaventato per chiedertelo direttamente. Se aprissi bocca ora, probabilmente ne uscirebbero solo suoni strozzati, versi indistinguibili prodotti da una voce ondeggiante. Ho scelto proprio la giusta metafora, eh? Ondeggiante, proprio come le onde tranquille in cui ci siamo tuffati, di un mare trasparente come i tuoi occhi, mentre mi trattenevi dal non andare a fondo. Lo stesso mare che ci ha permesso di incontrarci. "Dev'essere destino", ho pensato quando abbiamo cominciato a parlare. Come potrebbe essere possibile, altrimenti, che uno come me, riservato e silenzioso, incontri un animo turbolento come il tuo. Turbolento, senti cosa mi fa dire il pensiero di te. Credi nel destino? Io sì, da sempre. Fin da piccolo ho pensato che le cose non accadessero per puro caso e che non è vero, come dicono, che sono le scelte ad influenzarlo. Il destino segue sempre il suo corso, non importano le strade che decidi di prendere. Curioso, vero? Puoi continuare a provarci per il resto della vita, tutto finirà come è stato deciso da qualcun altro. Non siamo che burattini nelle mani di Dio. Eppure, il fato è un bastardo doppio-giochista. Ci fa incontrare, per poi dividerci così, come niente, come un'ondata spazzerebbe via un'impronta sulla sabbia. Ma non importa quante acque passino, quante persone ci provino, l'impronta di te rimarrà impressa agli angoli della mia memoria, tracce di te sotto la mia pelle. Nei posti in cui ci siamo toccati, nei ricordi in cui ci siamo sussurrati parole all'orecchio, riscaldati dal calore del fuoco. Sono come te. Mi duole ammetterlo, ma ho vissuto questa scena così tante volte da non ricordarne nemmeno il numero. L'unica differenza essendo i ruoli invertiti. Viaggio molto, visitando ogni angolo remoto della Terra che possa stuzzicare il mio interesse, cercando le spiagge più pulite e le montagne più alte. Restando abbastanza a lungo da conoscere gente, da farli affezionare, ma non rimango mai. Ora so cosa si prova ad essere lasciati indietro e so che le cose non saranno più le stesse. Ma non so ancora in che modo cambieranno.

Quiet waves, Stormy eyes. (Zouis AU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora