Prologo

8 1 0
                                    

La leggenda narra di una ragazza, la più bella del suo villaggio, corteggiata dagli uomini e ammirata dalle donne.

Tutte le notti, quando andava a dormire, suo padre si appostava fuori la porta della sua camera per paura che qualcuno potesse rapirla o farle del male. Eppure, al suo risveglio, ogni mattina trovava una rosa sul cuscino. Qualcuno, nascosto dalle tenebre, aggirava la sorveglianza ed andava da lei.

Ed ogni mattina, quando si svegliava, prendeva la rosa, la annusava e la riponeva in un vaso.

Quel gesto, seppur piccolo, le faceva sperare che un giorno, alla fine, il suo vero amore l'avrebbe portata via da quella misera vita. Così, tutte le notti, si metteva a letto e aspettava. Attendeva il più a lungo possibile, provando a resistere al sonno, a non chiudere gli occhi, ma la stanchezza prendeva sempre il sopravvento, lasciandola senza un volto da poter amare.

Continuava a sperare. Sentiva che alla fine, si sarebbero trovati. Erano stati gli dei a volerlo e nessuno avrebbe potuto impedirlo. C'era stato un tempo in cui gli uomini non esistevano e sulla Terra, sotto il Sole e la Luna, camminavano le divinità e i loro figli. Costruirono città e reami, ma ogni sovrano aveva bisogno di sudditi, perciò dalla Terra, dal Sole e dalla Luna, plasmarono esseri anfibi disposti a servirli.

Fu così che nacque la donna, l'uomo e un terzo essere che racchiudeva in se entrambi gli spiriti.

La civiltà ebbe origine e il mondo era un posto ricco e pacifico, ma poi gli uomini iniziarono a ribellarsi e le cose mutarono.

Gli dei, per punire tale insubordinazione, divisero gli esseri che avevano creato in due parti, costringendoli a vagare sulla terra alla continua ricerca dell'altra metà. Poi se ne andarono, abbandonarono gli uomini al loro misero fato e lasciarono i propri figli a governare su quella razza inferiore.

La bella ragazza del villaggio conosceva quella storia e sapeva che era la realtà. Anche lei discendeva dalla Luna e, ogni notte, attendeva che la sua dolce metà si ricongiungesse a lei. E, alla fine, la sua attesa fu ricompensata.

La luna era alta in cielo. Così grande da illuminare la stanza. Sentì un rumore e chiuse gli occhi. Lui era entrato. Era fuggito alla guardia del padre di lei. Ed era lì, che la ammirava, come se non ci fosse nulla di più bello al mondo. Posò la rosa sul cuscino e si girò per andarsene, ma lei riaprì gli occhi, allungò una mano e lo fermò.

«Aspetta», lo pregò. «Fatti guardare».

Lui ebbe un fremito. Era dubbioso e titubante, ma si voltò.

I suoi occhi brillavano. Erano blu, così luminosi da non sembrare umani.

Lei iniziò ad urlare e lui scappò via.

Se ne andò nei boschi e ringhiò alla luna. Il suo grido di dolore fu sentito ovunque. Gli abitanti del villaggio tremarono di paura ed i bambini scoppiarono a piangere.

Il padre della ragazza, sentendola gridare, corse nella stanza. La trovò in uno stato di shock, ma pensò si trattasse solo di un brutto sogno. Così andò da una vecchia del paese. Le chiese di creare qualcosa per tenere lontani gli incubi. Lei intrecciò dei rami di salice e delle piume d'uccello, e disse all'uomo di appendere l'acchiappasogni sopra il letto della giovane. L'uomo lo portò alla figlia e da quel giorno, lei perse per sempre la sua metà, ma non fece più brutti sogni.


Wildest Dreams-Alla fine del giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora