Mi sveglio irritata dal suo della sveglia che continua a suonare imperterrita. Le do un pugno, sentendo la caduta e lo specchio frantumarsi.
Esco dal letargo che mi sono creata sotto le coperte e sbaglio stiracchiandomi. Oggi comincia un nuovo anno scolastico, precisamente il quarto. Non posso ancora crederci che l'estate sia finita, è passato tutto così in fretta. Mi sembra strano tornare a scuola, ricominciare la solita routine che mi terrà occupata per nove mesi.
Mi alzo e mi passo una mano tra i capelli, e mi dirigo nel bagno che si trova in camera mia.
Mi tolgo il pigiama e l'intimo color carne che avevo indossato la sera prima per la mia 'ultima serata di libertà' con i miei amici, e m'infilo nella doccia aprendo il getto d'acqua.
Mi tolgo di dosso la puzza di sonno, e il sudore - visto che durante la notte faceva ancora molto molto- sto attenta a lavare bene i miei capelli corvini con lo shampo che ormai mi è solito usare e chiudo il getto d'acqua una volta finito di sciacquarmi.
Mi avvolgo intorno al seno un asciugamano, andando in camera e aprendo l'armadio per decidere cosa indossare per il primo giorno di scuola.
Secondo Helen, la mia migliore amica, non ho un gran gusto in fatto di moda. Sono sempre solita ad uscire con abbigliamenti comodi, per cui la maggior parte delle volte indosso jeans, tute e scarpe da ginnastica.
Ma oggi fa troppo caldo e quindi deciso di indossare il mio vestitino color prugna con un motivo di fiori colorati. Lo indosso abbinando le mie vans nere e lego i capelli in una coda di cavallo. Indosso un bracciale che mi ha regalato Helen due anni fa per il mio quindicesimo compleanno e mi porto sulle spalle il mio zaino.
Ieri sera, prima di mettermi a letto, ho messo nello zaino tutti i libri che mi servono per il primo giorno di lezioni. Sono sempre solita a riportare i libri scolastici a casa quando termina un anno, per paura che qualcuno possa rubarmeli.
Sospiro un secondo davanti lo specchio perché infondo non sono sicura che il vestito che ho deciso di indossare vada bene. Ma forse è meglio non pensarci, questo vestito è così comodo e mi piace l'effetto che fa sui miei fianchi.
I miei pensieri sul vestito che indosso vengono interrotti dal clacson del pick-up di Helen, che continua a suonare senza sosta, provocando le urla del signor Whittemore, il nostro vicino di casa. Prendo il cellulare e sto attento a metterlo nella tasca posteriore dello zaino.
Esco dalla mia stanza e saluto velocemente i miei genitori rubando un tost dal tostapane. Lo mordicchio mentre corro nel pick-up di Helen e la saluto abbracciandola, come ogni giorno.
- Oggi ha voluto strafare o sbaglio?- i suoi occhi sono puntati sul mio vestito color prugna. A quanto pare le ho fatto una buona impressione.
- Mi dici sempre che io e la moda siamo nemiche della pelle, quindi....-
- Allora, sei felice di ritornare a scuola?-
Non saprei proprio rispondere a questa domanda. Infondo non sono ancora pronta per tornare a scuola, studiare tutti i pomeriggi, svegliarmi tutte le mattine presto, e avere poco tempo libero per uscire con gli amici. Ma da un lato mi fa piacere tornare tra i corridoi della mia adorata scuola, e mi piace la sensazione di sicurezza che porta l'arrivo dell'autunno.
- Abbastanza, una via di mezzo.- rispondo perché è la verità.
- Siamo insieme a trigonometria, terza ora, mi occupi il posto?-
Io ed Helen seguiamo la maggior parte dei corsi insieme tranne biologia, fisica e biochimica. Io sono una delle prime ad entrare in classe perché mi piace ripassare la lezione prima di essere interrogata, per cui le occupo il posto prima che possa farlo qualcun altro. Rispondo annuendo e guardo fuori dal finestrino.
Il viaggio procede in assoluto silenzio, raccontandoci di tanto in tanto cosa abbiamo fatto questa estate. Ho passato due messi sulla casa a lago dei miei nonni, con i miei parenti. Lo facciamo tutti gli anni ed è sempre più divertente. Helen invece è andata a trovare sua sorella a Brisbane, in Australia.
Helen parcheggia nel posto che trova libero e spegne il motore portandosi una ciocca di capelli dorati dietro l'incavo dell'orecchio. Sospira affannosamente e riesco a capire che è più agitata di me. Prende la sua borsa di pelle, abbastanza grande da contenere tutti i libri che le servono per oggi, ed esce dall'auto e io faccio lo stesso.
- Attenzione, Jason Payton alle ore 8.15-
Jason Payton è uno dei ragazzi della squadra di football della scuola. Non è popolare, ma è abbastanza conosciuto. E' uno dei giocatori migliori della squadra ed io ho sempre avuto una cotta per lui dal secondo anno, quando si è trasferito qui a Greenville.
Ha i classici tratti dei ragazzi del sud: capelli biondi, dorati, schiacciati e gli occhi del colore dei diamanti. E' abbastanza alto, non troppo esageratamente, gli zigomi alti quanto bastano, le labbra carnose, ed essendo uno dei giocatori più stimati della squadra di football deve avere una fisico perfetto. Frequentiamo biochimica insieme, e qualche volta ci siamo seduti nello stesso banco.
- Vuoi urlarlo al mondo, Helen?-
Jason è appoggiato allo stipite della porta. Nella mano destra ha il suo cellulare e dal rumore che produce posso intuire che stia mandando un messaggio. La mano sinistra è nella tasca dei pantaloni color beige. Indossa una camicetta blu scuro che gli da una graziosa luminosità al viso. Quando varco la soglia dell'entrata lui alza il volto e mi saluta con un cenno della mano.
Faccio lo stesso, e abbasso il volto cercando di non far notare il mio rossore sulle guance.
-Quanto ancora andrete avanti così?-
Helen mi accompagna al mio armadietto. Prendo il mio libro di biologia e me lo stringo al petto. - Anche per sempre se sarà necessario.-
Le lancio un occhiolino mentre mi dirigo verso l'aula D, quella di biologia.
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Slaughters
FantasyCaitlin Write è una normale sedicenne. Ama leggere, starsene in camera sua ad ascoltare la musica, uscire con la sua migliore amica Helen ed immaginare mondi nuovi e nascosti. Ma la sua vita cambia quando scopre di dover diventare una cacciatrice, u...