1x02 - Sutton Chi?

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La giornata passa tra una lezione all'altra. Dopo la prima ora biologia, trascorsa con il Professor Thompson che ci rispiegava per l'ennesima volta com'era composta la cellula, la giornata è volata via. Tra trigonometria, chimica, letteratura, e lingue, mi ritrovo nella mia ora buca. Ho solo cinquanta minuti di libertà, dopo di che devo sgattaiolare nell'aula di letteratura.
Prendo il mio pranzo dall'armadietto - un normale sandwich con maionese, tonno e pomodorini - e mi siedo in uno dei tavoli nel giardino della scuola.
Oggi non sono l'unica ad avere l'ultima ora libera. Il primo giorno di scuola la mensa è sempre chiusa, quindi ci tocca portare qualcosa da casa e mangiare durante i cambi di classe o come me, durante le ore libere.

Affondo i denti nel mio sandwich sentendone la morbidezza e il gusto. Sento il sapore della maionese danzarmi sulla lingua e i pomodorini ci stanno che un incanto.
Ingoio il tutto e addento un altro pezzo di sandwich.
- Non sapevo che ti avrei trovata qui.-

Dietro di me sento una voce familiare. Delicata, fluida e a tratti fredda. Ascolto il suono di quella voce e cerco di capire a chi appartiene. All'inizio sono sicurissima che sia Helen, ma mi sbaglio alla grande. Sutton Marlene si sposta una ciocca di capelli corvini, più scuri dei miei, dietro l'orecchio e si siede al mio tavolo incrociando le dita.
Io e Sutton ci conosciamo da qualche anno e frequentiamo insieme il corso di trigonometria. Devo ammettere di averla sempre usata come rimpiazzo ad Helen: quando era fuori con i genitori, quando passava del tempo con dei ragazzi, quando aveva delle faccende da sbrigare...Ho sempre chiamato Sutton per tenermi compagnia e a lei non sembrava dispiacerle. Devo ammettere che mi dispiace 'usarla', mi sono ripromessa di non farlo, ma prima delle vacanze estive io e lei abbiamo legato molto.

- Quest'anno la mia ora libera è di lunedì alla quinta ora e di giovedì alla terza.- rispondo posando il mio sandwich.
- Passeremo gran parte dei lunedì insieme allora.-
-Sarà un piacere, davvero.-
Sorrido e lei ricambia. - Come prima giorno di scuola è andato abbastanza male.-
- Cos'è successo?- distolgo l'attenzione dal mio panino anche se dentro di me penso che infondo dovrei continuare a mangiare, ma infondo è più importante ascoltare Sutton e aiutarla, così farebbe un'amica.
- Lo sai che tra qualche giorno c'è la festa del raccolto qui a scuola, no?-
La festa del raccolto è un'iniziativa della scuola. In pratica è una festa di inizio anno, con cibi rustici, danze tipiche del medioevo, bancarelle dell'usato e botteghe dove è possibile acquistare abiti di seconda mano. Ma la vera attrattiva della festa è l'albero dei desideri, dove noi studenti, professori e genitori 'regaliamo' alle anime di Greenville, i caduti in guerra, vittime innocenti, bambini morti, i nostri più sinceri desideri.
- Certo, io ed Helen ci veniamo tutti gli anni.- Lo scorso anno Helen aveva comprato un vestito che richiamava molto l'epoca vittoriana.
- Quest'anno dovrò organizzarla io, ma non ho nessuno che mi aiuti. Non posso fare tutto da sola. Ho chiesto in giro, ma nessuno ha intenzione di dedicarsi ai preparativi per la festa.-
Forse potrei aiutarla io. Penso tra me e me. Io ed Helen potremmo occuparci delle decorazioni, e magari anche dei giochi. Sarebbe divertente. Una parte di me mi dice di accettare, di aiutare Sutton, perché infondo anche lei lo farebbe per me, lo ha sempre fatto venendomi a fare compagnia quando Helen non poteva. Devo aiutarla, ed Helen verrà con me.
- Io ed Helen potremo aiutarti. In questi giorni non abbiamo molto da fare.-

Quando pronunciai quelle parole gli di Sutton si illuminarono. Si voltò verso di me, e si avvicinò. - Lo fareste davvero?-
Annuisco perché è la verità. Mi getta le braccia al collo per abbracciarmi ed io la stringo, sentendo il profumo dei suoi capelli. Profumano di lavanda e rugiada, che buon profumo. - Ci vediamo giovedì, alla terza ora, nella palestra della scuola.- Prende la sua roba e in una frazione di minuto è già andata via.

Prendo il mio pranzo e lo avvolgo nella bustina, riponendolo nello zaino. Mi alzo perché manca solo un minuto al suono della campanella. Entro nel corridoio della scuola, posando il resto del pranzo nell'armadietto.
Sento la campanella suonare, e le mie orecchie chiedono pietà. - Ehilà.-
Mi volto, trovandomi davanti il viso angelico di Helen. Le rivolgo un sorriso, speriamo prenda bene la notizia che aiuteremo Sutton ad organizzare la festa del raccolto.
- Ascolta, ho incontrato Sutton ed era disperata- comincio -gli serve una mano per organizzare la festa del raccolto, non ti dispiace se l'aiutiamo vero?-

Le labbra di Helen si irrigidiscono e capisco che sta stringendo i denti. - Cosa hai detto?-


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