Il bacio di Giuda

9.3K 754 217
                                    


L'odore degli alberi intorno a me mi faceva ricordare delle gite in montagna che facevo con i miei genitori. Mi faceva ricordare il fuoco acceso, il Natale, i giubbotti pesanti e i dolci di mia madre.

Ricordai che a 5 anni mi persi durante una di quelle gite, le mie piccole manine si aggrappavano agli alberi per cercare di non inciampare tra le radici mentre urlavo a pieni polmoni il nome dei miei genitori.

Da piccola non avrei mai immaginato di ritrovarmi così.

Uno non ci pensa, è naturale. Cose così drastiche, tristi e frustranti pensiamo che capitino solo "agli altri".
Lo pensavo anche io. Anzi, non ci pensavo mai perché mi sembrava una finzione, una cosa che non mi avrebbe mai toccato.
Quando sentivo al telegiornale notizie di rapimenti o omicidi non ci restavo male, perché pensavo che a me non sarebbe mai capitato di provare cose del genere. Di provare quel tipo di dolore estremo. "È uno su un milione." Mi ripetevo.

E, di certo, non avrei mai pensato che quel "uno" potessi essere io.

Per un po' il mio corpo si sentì come se avessi di nuovo cinque anni, perso in un bosco non riuscendo più a trovare casa. Non ricordavo neanche quasi più come fosse casa mia, non quella dove abitavo da sola, quella dove ero cresciuta, da cui avevo voluto allontanarmi così presto. Avrei dato di tutto per sentirmi di nuovo al sicuro.

Dopo poco la mia vista mise a fuoco la figura di Zayn davanti a me.
Aveva ancora un braccio teso parzialmente verso di me mentre i suoi occhi scuri non mi perdevano d'occhio.
I suoi stivali scricchiolavano sulle foglie secche e sui rami rotti mentre si avvicinava alla mia figura.
Io rimasi immobile. La parte più forte di me voleva farlo avvicinare, quasi sfidarlo.
Avrei voluto anche solo che mi sfiorasse, ma perché?
Perché lo volevo?
Perché questo desiderio si era insidiato dentro di me?
Sapevo che non dovevo pensare, provare, quelle cose. Ma certe volte era più forte di me, altri momenti invece mi rimproveravo. Mi dicevo di essere pazza a volere che un uomo così mi toccasse. E forse lo ero.
Forse ero pazza davvero perché mi sembrava così, in un qualche modo, giusto.
Negli ultimi giorni la paura aveva lasciato spazio alla curiosità. Quando Zayn iniziò a trattarmi con più gentilezza il mio cervello cambiò totalmente prospettiva della situazione.

Venne così vicino che sentii il suo odore acre che, dopo aver fumato la sigaretta, sapevo di aver acquisito anche io.

Lo guardai negli occhi, feci per alzare la mano per toccare il suo viso così delineato ma fermai il tutto.
Restai ad osservarlo ancora un po', come lui osservò me. Cos'era cambiato in lui?

Chiusi gli occhi quando lui fece scontrare le nostre fronti, iniziò a respirare velocemente.

-Meghan.- mi richiamò, forse voleva riportarmi alla realtà. A quella realtà dove Zayn mi aveva rapita e mi teneva rinchiusa in casa sua.
Ma in quel momento volevo restare nella mia bolla, dove lui era uno dei ragazzi più belli d'Inghilterra. Avevo iniziato a rifugiarmi nella mia fantasia, immaginavo che ci fossimo conosciuti in qualche bar affollato, cercavo di addolcirmi l'amara verità. Mi aiutava ad andare avanti ma allo stesso tempo sapevo che stavo lentamento perdendo contatto con la realtà. 
Lui stava fermo, non si spinse verso di me. Voleva farmi scegliere? Dopo tutti quei mesi di ordini, in quel momento voleva farmi scegliere?
Dovevo decidere io, mi sarebbe bastato così poco. Stavo pensando che non eravamo nel mezzo del bosco, volevo credere che fossimo su una di quelle panchine nella zona alberata del mio paese, felici, dove l'unico pensiero preoccupante era  preoccuparmi del lavoro e dei miei genitori. 

HeldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora