Grazie farfalla.

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Stavo uscendo con i miei amici. Dovevo fare una di quelle foto tessere per un documento.

"Andiamo a divertirci a quella macchinetta vicino la piazza!" Disse Federico.

Io e Benjamin ci guardammo e poi scoppiammo a ridere di gusto. Fede quando voleva si comportava ancora come un bambino piccolo. Era uno dei motivi per il quale eravamo molto legati. Anche Benji aveva i suoi momenti infantili, ma quelli di Fede non si potevano battere.

I due ragazzi stavano ridendo con me, credevano che non sarei riuscita a fare una foto abbastanza seria. In parole povere sarebbe venuta male. Io volevo veramente riuscire a farne almeno una decente, visto che dopo non mi sarebbe andato di rifarla.

Arrivati alla macchinetta per fare queste foto inserii i soldi all'interno della fessura e mi posizionai sulla piccola sedia che era al suo interno. Non essendo una delle persone più alte, non riuscivo ad entrare nell'inquadratura restando seduta. Ovviamente Benji spostò la tendina blu e vedendo la scena, riprese a ridere insieme a Federico. Quei due non smettevano un attimo. Benji entrò e cercò di alzare il sedile.

"Prova a girarlo!" Cercai di spiegargli facendo il gesto con entrambe le mani.

Ovviamente alla fine ci riuscimmo e dovevo ammettere che nella foto ero venuta abbastanza bene.... al secondo tentativo.

Ci fermammo alla gelateria vicino casa nostra e prendemmo un gelato tutti insieme prima di tornare a casa.

"Fammi assaggiare il cocco!" Dissi a Fede.

"E tu dammi un pochino del gusto al caffè!" Disse Fede mostrando il labruccio inferiore.

Tirando lontano da lui il cono gelato, Benji assaggiò direttamente il caffè. Alla fine assaggiai il cocco di Fede e anche il cioccolato a Benji e loro assaggiarono il mio caffè.
Il tempo passò in fretta, tra chiacchiere e risate.

"Ciao ragazzi ci vediamo domani!" Li abbracciai uno per volta e poi mi girai per andare verso casa.

Era ancora presto per rientrare, erano circa le 6 e 15 del pomeriggio.

Attraversando il pezzo di strada che portava verso casa, mi ritrovai istintivamente a fissare un bel ragazzo che stava fermo ad osservare una piccola farfalla.

Mi si bloccò il fiato quando i suoi occhi verdi si puntarono su di me. Era lui, Harold Edward Styles.

Perché Harry era in quel posto? Ma soprattutto perché non gli ero già saltata in braccio? Insomma, è uno dei miei idoli.

Lui continuava a guardarmi, io non volevo spaventarlo o sembrare una ragazzina isterica, anche se dentro stavo già sclerando.

Mi avvicinai piano. Lui distolse lo sguardo da me e mi fece segno di stare in silenzio, portandosi l'indice alla bocca. Annuì semplicemente, rendendo la distanza tra me e lui quasi nulla, continuando ad avvicinarmi.

La farfalla stava posata su un fiore ed era identica o simile a quella che aveva tatuata lui, che io avevo visto solo in foto.

Era così bello, gli occhi verdi, i ricci, le sue gambe lunghe, le sue spalle, le sue mani. Harry Edward Styles era accanto a me.

Indossava una maglietta bianca a maniche corte, i suoi pantaloni neri e aveva le sue converse bianche ai piedi. I ricci non erano così lunghi come ricordavo, ma erano più corti, come il vecchio Harry di qualche anno fa. Continuavo a pensare a che fine avevano fatto i suoi stivaletti, anche se non ne sentivo la mancanza.

Cazzo, mi stava sorridendo. Ragazzi, le fossette. Ricci e fossette. Harry. Mi sentivo svenire. Volevo già essergli corsa tra le braccia.

Feci un passo in avanti, ma calpestai un piccolo ramo e feci rumore. Per noi non cambiava nulla, ma la farfalla volò via, lasciando me e Harry da soli.

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