Io sono qui soltanto per raccontarvi questa piccola storia, che per quanto piccola possa essere racconta cose giganti.
***
Lei era lì alla solita cena con amici di famiglia, colleghi del padre e padroni di agenzie molto importanti.
Dire che si annoiava era dire poco, la piccola Allyson continuava a girare la forchetta nel piatto, finché esso non si sarebbe consumato.
Pochi secondi dopo disse di dover andare al bagno.-Scusate madre, vado un attimo al bagno- disse alla madre in modo formale, come essa le aveva imposto di fare fin da piccola.
-Va bene figliola, ma non starci troppo come tuo solito, ricorda che questi sono affari- la rispose acidamente.
Si alzò dal tavolo dopo essersi tamponata le labbra con il tovagliolo.
Per la madre quegli affari erano importanti, così tanto che la figlia non contava a nulla, come se fosse una...bambola da portarsi dietro.Si chiuse la porta alle spalle e girò la chiave nella toppa, il rassicurante 'click' meccanico rimbombò nell'ambiente e Allyson si permise di sospirare. Poggiò entrambe le mani sul freddo marmo del lavandino fissandosi allo specchio, si dovette trattenere dal ridere, era patetica:
truccata di tutto punto e senza neanche un capello fuori posto, una bambola, un soprammobile da mostrare orgogliosi agli altri.
Sospirò amareggiata sciogliendosi i capelli e passandoseli tra le dita più volte per poi lasciarli posare sofficemente sulle spalle.
Non aveva la minima voglia di tornare di là, sbuffò contrariata. Sussultò sorpresa quando qualcuno bussò alla porta.
-Miss? Tutto bene?- chiese una voce maschile attutita dal legno della porta.
-Si, si, certamente- rispose velocemente.
-Non vorrei risultare scortese, ma le chiedo di uscire dalla toilette il prima possibile-
-Oh, sicuramente, esco subito- affermò mentre si risistemava alla bell'é meglio i capelli.
Si stava ancora finendo di lisciare le pieghe del vestito quando una mano fece girare la chiave nella toppa aprendo la porta, sfoggiando il suo miglior sorriso da poker disse:
- Mi rincresce profondanente di averla fatta aspettare , Madame-
La donna che impazientemente aspettava in compagnia del cameriere che l'aveva chiamata sussultò, probabilmente non si era accorta che era uscita.
-Oh, figurati cara, succede non ti preoccupare -
Falsa,falsa e irritante; ecco cosa passava per la testa di Allyson alla vista di quella donna, continuò la sua recita.-Mi scuso ancora per averla fatta aspettare, arrivederci-
La salutò velocemente prima di tornare in sala.Degnò appena di uno sguardo la sala piena gente ipocrita, poi tornò a sedersi al tavolo con i suoi genitori, ignorando i loro discorsi, eppure c'era qualcosa di diverso, qualcosa che stonava, gli occhi di Allyson l'avevano percepito, ma il cervello non riusciva a capire cosa fosse...
- Tu cosa ne pensi Allyson? -
Sussultò alla domanda di sua madre, non stava ascoltando e non sapeva di cosa stessero parlando, decise di tentare la fortuna.
- Hai ragione madre - rispose.
-Lo immaginavo, come si fa a permettere a un simile plebeo di entrare in un ristorante del genere? Non si rendono conto che non fa altro che rovinare l'atmosfera? Per non parlare di come è vestito, dei del cielo! -
- Caroline non trovi anche tu che questa aragosta sia deliziosa? -
-Stai cercando di cambiare argomento, caro? -
-Certo che no tesoro, ti ho solamente chiesto se l'aragosta è di tuo gradimento-
Allyson ignorò l'ennesimo battibecco tra i suoi genitori iniziando a guardarsi intorno, lo notò subito.
Infondo alla stanza, con i jeans strappati e una maglietta che probabilmente in origine doveva essere bianca, ma che ora non lo era più, spiccava in un ristorante del genere!
Era.. era.. era incredibilmente...normale, attirando a sè l'attenzione, come una calamita, poteva scommetterci che in ogni tavolo si stesse parlando di lui!
Non sapeva esattamente cosa ci fosse di strano in lui, era una persona normale, forse un po' meno ricc- okay, forse era abbastanza povero per poter mangiare in questo ristorante, ma chi lo sa questo poteva essere, forse, il suo modo di vestire. Restava comunque la persona più intrigante che Allyson avesse mai visto.Ben presto arrivò il momento del dolce e Allyson volle prendere un po' d'aria.
"Madre" richiamò l'attenzione della madre.
"Dimmi figliola" rispose seccata.
"Vado fuori a prendere una boccata d'aria" le disse alzandosi da tavola.
"Allyson ora si mangia il dessert ti rivoglio qui tra dieci minuti non oltre" le disse prima di rivolgere la sua attenzione alla Signora Clark, una donna altezzosa e senza peli sulla lingua, irritante fino al midollo.
"Va bene madre" rispose Allyson.
Allyson si fece spazio verso il giardino, oramai era sera, si vedevano le stelle nel cielo. Sospirò scuotendo la testa, finché non decise di sedersi sull'erba.
"La vita da ricchi stanca?" Chiese una voce dietro di lei.
Allyson girò il capo, si ritrovò davanti il ragazzo che prima la sala osservava. Lo guardò dall'alto al basso, aveva degli occhi blu, profondi, quei pantaloni strappati al ginocchio, era così diverso in quel ambiente così raffinato.
"Non mordo" alzò gli occhi al cielo il ragazzo, dopo vari minuti di silenzio scuotè la testa "sei proprio come tutti gli altri" fece per andarsene.
"Non è vero" prese parola Allyson " non sono come loro, tu non sai niente di me" si irritò.
Il ragazzo si girò "allora il gatto non ti ha mangiato la lingua"
"Si, e non credo tu possa giudicare in questo modo se non sai nulla" Allyson cominciò a innervosirsi.
"Calma, calma, hai ragione fiorellino però dai questa impressione" alzò le spalle il ragazzo per poi andarsi a sedere accanto a lei.
"Mi dispiace se do questa impressione, ma non devo certo dare spiegazioni a te" buttò la testa all'indietro per portare il suo sguardo verso l'alto.
Nessuno sapeva cosa lei provasse in quello stile di vita dove tutto doveva essere perfetto, dove non eri nessuno se non possedevi delle ricchezze."Forse hai ragione fiorellino, non sono nessuno a cui tu debba dare spiegazioni" disse il ragazzo " non so neanche perché sono qui a cercare di parlare con te"
Allyson lo osservò, era sdraiato sull'erba mentre guardava il cielo, le mani incrociare dietro la testa, mentre il suo respiro calmo risunava nel silenzio.
"Cosa ci fa uno come te qua dentro?" Chiese Allyson.
Il ragazzo fece un sorrisetto "con uno come me intendi povero? Be ho trovato degli buoni sconto e allora li ho usati" rispose.
"Io non volevo mancarti di rispetto o-o fare conclusioni affrettate" si morse il labbro Allyson in cerca di una risposta opportuna.
"Ei tranquilla fiorellino, non mi offendo, ci sono abituato" alzò le spalle " però sta sicura non scambierei mai la mia vita con la tua" esclamò alzandosi "ora scusami ma devo andare"
Allyson lo osservò andare via, era alto, aveva l'aria trascurata, mentre parlava aveva continuato a guardarla negli occhi e questo aveva catturato la sua attenzione.
Ehyy girlsss
Tutto bene? Ho aggiornato finalmente questa storia ahaha scusatemi ❤ spero vi piaccia fatemi sapere!😌
Zaoo❤❤
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Remember Me
RandomHo deciso che ti ricorderò insicuro, nervoso, un po' arrossito. Con quella camicia a quadri che ti stava benissimo. Con i tuoi modi goffìssimi, e la tua voce tremolante e bassissima, che mi diceva "sei bellissima."