Tutto intorno a me era calmo e silenzioso. Così calmo e silenzioso che sentivo il battito del mio cure che pulsava lentamente. La mia mente era concetrata , stavo sfogando tutta la mia ira in quel preciso istante. Poi come un battito di ciglia tutto svaniva e la mia rabbia , il mio essere scontrosa , costantemente nervosa e ansiosa ritornava, tutto ritornava. il metallo ruvido scivolava sulle mie mani sudate , la pressione delle mie dita diventava sempre più forte.....
"Camilla, sei richiamata nell' ufficio del direttore" Bang, chiusi gli occhi per mantenere la calma e restai nella stessa posizione senza muovermi, conoscevo quella voce. Pian pian tutto intorno a me diventava più vivo e tutto il silenzio e la calma svanivano in un secondo da dove erano arrivati.
"Tempismo perfetto" sussurrai a me stessa , prima di aprire gli occhi.
"Allora ?" disse lui con la sua solita espressione interrogativa sul volto, cercai di non arrabbiarmi di più di quanto non lo fossi già.
"D-Dylan , dici al direttore che arrivo tra un minuto "dissi riponendo la mia pistola nella tasca dei jeans. Odiavo il suo essere così ingenuo , ed era anche un poliziotto, era sempre stato maldestro , fin troppo maldestro. Aspettai che se ne andasse prima di girarmi verso il profondo buco nel muro, la stanza riservata all'addestramento era stata appena ristrutturata ed io con la mia mancanz di attenzione, l'avevo già rovinata. Forse per una volta Oscar aveva ragione , dovevo aspettare prima di iniziare ad allenarmi.
Mi incamminai su per la prima rampa di scale e poi prendere l'elevatore fino all' ulimo piano. Appena le ante dell'ascensore si aprirono, mi ritrovai in un lungo corridoio che mi ricordò, quando da piccola volevo sempre aiutare Oscar con il lavoro credendomi molto più capace di lui. All'epoca su questo piano c'era solo l'ufficio dell' vicedirettore del dipartimento di polizia di New York , nonché mio padre adottivo.
Iniziai a camminare facendomi largo tra segretarie impazzite , carte che volavano dappertutto e un assordante rumore di telefoni che squillavano nel caos più totale, quel posto non era come me lo ricordavo silenzioso e pacifico. Adesso era caotico e pieno di gente che avevano completamente distrutto lo stretto legame che io avevo con quel posto, ma a nessuno importava a nessuno importa mai. Percorsi il piccolo e angusto corridoio ed arrivai finalmente davanti alla fredda porta color grigio ruvido, nuova di zecca pulita e perfetta, al centro si poteva leggere una piccolissima targhetta in acciaio con sopra un nome in maiuscolo ALVIN WESLEY , mi feci forza e battei il palmo della mia mano contro la ruvida e fredda superficie, non ero mai stata richiamata dal direttore in persona prima d'ora, probabilmente era solo per quello stupido buco nel muro che Dylan gli aveva sicuramente riferito com'era suo solito fare, aveva quasi 28 anni ma ne dimostrava solo 10.
Una profonda voce rauca mi accolse invitandomi ad entrare senza troppo timore, strinsi la fredda maniglia di acciaio e la richiusi subito dopo dietro di me. mi feci avanti nel buio della fredda stanza grigia che mi ricordava tanto la cella di un carcere, per quanto io non fossi mai entrata in quella stanza prima d'ora aveva un non so che di familiare. Non era molto diversa rispetto a tutti gli altri uffici dell' edificio, formale , piena di carte che ricoprivano ogni centimetro del pavimento, però a differenza delle altre che ti trasmettevano un infinita agitazione quella trasmetteva calma. Mi concentrai per un po' ad osservare la persona che avevo davanti a me, che con le sue vecchie e callose mani si versava un bicchiere di whisky con noncuranza, mostrò una delle due facendo cenno di sedermi sulla piccola poltrona di pelle difronte a me.
prese un profondo respiro e con la sua stanca voce iniziò :"Non ho intenzione di prolungarmi tanto in cose che tu già sai, quindi sarò corto e conciso, ti conosco Camilla,tu però non consci tanto me, quindi ne deduco che non posso assolvermi della tua piena fiducia nei miei confronti, ma per quanto possa sorprenderti non sono stato io a prendere questa decisione. Per tutte le volte che ti ho osservato ho dedotto che non sei poi tanto stupida come la maggioranza delle ragazze della tua età che ho avuto la possibilità di conoscere e potrà sembrare, agli occhi degli altri, perecchio ingenuo affidare tutte le mie speranze in una giovane ragazza nel pieno della sua adolescenza e dei suoi primi amori, ma non lo è. Mi rincuora parecchio il fatto di non poterti svelare ciò che più ardemente la mia bocca desidera liberare in parole decise, purtroppo per quanto la mia anima mi spinga a sciogliere tutti i tuoi dubbi riguardo l'argomento, ciò non spetta a me ma ad un mio superiore di cui non mi è consentito sevelarti l'identità, lui ti parlerà di tutto con più accuratezza ti quanto io possa fare, però c'è qualcosa di molto importante che ormai la mia vacchia e stanca mente si è accidentalmente fatta sfuggire, ciò che la tua bocca scioglierà in piccole parole, le due consentite "SI" "NO", saranno di vitale importanza per cambiare totalmente la tua vita questo comporta che tutte le informazioni riguardanti l' avvenire saranno decisive a seconda della tua risposta, in caso negativa tu cancellerai dalla mente anche solo il piccolo ricordo di questa conversazione. Abbiamo deciso di mandarti in missione per la prima volta come spia ufficiale del nostro dipartimento, ovviamente sotto copertura." potei scorgere l'ammicco di un sorriso sulle labbra avvizzite del vecchio prima di dare una risposta decisiva, impulsiva, che mi avrebbe portato a compiere ciò per cui oggi sono qui VIVA per raccontare questa storia "SI"
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Vanilla rain
Fanfiction"Perché tutti mentono.Si dice solo una parte della storia, e per esperienza ho imparato che la ...