-Capitolo 2-

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"Questa é la vita che ti aspetta Camilla..o forse  Alyce, dovresti fare conoscenza con questo nome"Diceva queste parole sogghignando, come se tutto ciò che stesse accadendo non avesse nessuna importanza, amavo Oscar per tutto quello che aveva fatto per me è per tutto l' amore che mi aveva donato, ma non lo sopportavo quando non dava peso a ciò che diceva. Era la mia prima missione ed ovviamente ero agitata. L'indomani mattina la mia vita sarebbe cambiata totalmente, avevo ricevuto tutto il "materiale" dal direttore del mio distretto di polizia, era una persona molto furba, molto pessimista e anche molto menefreghista, lo odiava quasi tutto il distretto,
Ma da domani la realtà che circondava me , il mio mondo sarebbe svanito ed io con lui, a sostituirlo ci sarebbe stato quello Alyce.
Mi trovavo lì a guardare il nulla in un areoporto sconosciuto, di un piccolo paesino che non era presente nemmeno sulle cartine geografiche più antiche. Mi guardai per un secondo intorno, quell' areoporto non era tanto male, abbastanza pulito, si vedeva che c'era qualcuno qui che ci teneva a mantenerlo così lindo.  Mi ero già accorta da un po' di tempo che un qualcuno mi stava osservando, ma non avevo ancora capito chi, iniziai a spostarmi per aprire la mia visuale su quella persona. Un uomo in tuta, perticolarmente informale, notai che camminava nella mia direzione con quando me lo trovai davanti
"Vieni con me"mi disse sedendosi accanto sulle piccole poltroncine nell' area principale dell' aeroporto, lo guardai diffidente così lui capì che ovviamente non mi fidavo
"Camilla Smith, ingaggiata dalla CIA per una missione di spionaggio, io ho il compito di portarti alla base per cambiare il tuo aspetto fisico" rimasi stupefatta dalla sua affermazione, ma non avevo altra scelta. Avrei dovuto per forza fidarmi di qualcuno.
Lo seguii, uscimmo dall'aeroporto per poi arrivare al parcheggio delle auto.
Si fermò. Difronte a me vedevo una di quelle macchine ultimo modello di cui , onestamente, non riconoscevo la marca, super tecnologica, di un nero lucido, super pulita. Mi fece accomodare nei soffici sedili posteriori dell' auto. La macchina partì, ma dopo davvero poco tempo si fermò davanti ad un grosso tendone nero. Scesi agitata dall'auto e mi diressi verso il capanno, continuai camminare dritto difronte  me fin quando avevo davanti un telo nero, lo spostai con forza. Rimasi per un secondo a contemplare ciò che mi circondava, avevvo sotto gli occhi una stanza immensa piena di vestiti, trucchi, accessori per capelli e chi ne ha più ne metta.

"Ah tu dovresti essere Alyce, benvenuta cara, oh  che orrore ma che razza di scarpe sono queste!!!!!" difronte a me c'era un uomo con atteggiamenti abastanza femminili una maglietta nera attilata, che continuava a guardarmi come se avessi fatto qualcosa di orrendo. "Ohh, ma che sbadato, non mi sono neanche presentato, io sono Alexander Brown , ma tu puoi tranqullamente chiamarmi Alex" non mi diede il tempo di aprire bocca per dire qualcosa che subito mi fece sedere su una poltrona rossa vellutata, difronte a me c'era uno specchio dove attorno al bordo c'erano tante piccole luci rosse.

"ho intenzione di spuntare un po' questi capelli e.. che cosa ne diresti di qualche riflesso ramato? Ahh no, non forse è maglio un biondo acceso" stavo iniziando a preoccuparmi leggermente, mi piaceva il colore dei miei capelli, si intonava pefettamente con quello dei miei occhi, erano di un castano scuro con qualche riflesso rossiccio. "Preferirei non cambiare colore di capelli se non le dispiace" dissi con gentiezza, "Ma guarda un po' con chi mi tocca lavorare, che gente incompetente, si si non tocchero i tuoi capelli, ma ho intenzione di tagliarli, pur qualcosa dovremmo cambiare no?" disse in modo saccente.

Ammirai sconvolta la figura che avevo davanti, non  mi riconoscevo più in quello specchio, non avevo mai pensato che potessi diventare così. I miei capelli che prima erano lunghi fino alla vita e crespi,  ora  si muovevano delicatamente in armoniose onde fino all' altezza delle mie spalle. Ammirai il mio viso, il trucco su di esso era delicato e non abbondante, ciò che lo rendeva speciale era il lip gloss trasparente ed un filo di blush sulle mie gote. Il mio abbigliamento era totalmente diverso. Prima ero la classica ragazza maschiaccio con i jeans strappati e le magliette larghe,odiavo far vedere le mie forme. Ora invece ero molto più delicata, però mi piaceva abbastanza, indossavo degli stivaletti non troppo alti, dei comodi skinny jeans neri ed infine avevo un maglioncino grigio tendente al violetto abbastanza largo, appoggiata sulla spalla avevo una borsa a tracolla di camoscio morbida. Non sapevo veramente cosa dire, nessuno mi avrebbe mai riconosciuto, non ora.
"Wow" senti una voce dietro di me mi girai, avevo davanti un uomo sulla quarantina vestito molto elegante, per un secondo non lo riconobbi, però poi capì quasi subito che si trattava dell' uomo che mi aveva accompagnato qui.
"Comunque, molto piacere William Davies, non mi hai dato neanche il tempo di presentarmi prima" mi fece un cenno di seguirlo mentre pronunciava queste parole, poi continuò a parlare " Da oggi in poi tu sarai Alyce Thompson, dentro la tua borsa c'è già tutto il necessario tra cui documenti vari, soldi, qualche accessorio personale come trucchi e creme, giusto per farla sembrare una borsa da adolescente, ed infine tutti i dettagli sull' tuo scambio culturale. Arriverai in quella casa facendo finta di essere la ragazza dello scambio culturale che é stata affidata a quella famiglia, tuo padre é Christian Thompson fa l' avvocato, c'è una foto nel tuo portafoglio, tua madre é Bianca Thompson, anche di lei trovi la foto.." Si ferma davanti a me e mi mostra un mazzo di chiavi " Spero tu sappia guidare una macchina Alyce".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 07, 2016 ⏰

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