Un singhiozzo risuonò nella cappella mortuaria, spezzando il lugubre silenzio che vi aleggiava. Alla fioca luce di due ceri si distingueva la figura di una fanciulla piangente e disperata, chinata su un corpo ormai privo della sua anima.
Scossa dai numerosi sussulti alzò il viso e cercò con gli occhi il volto dell' amato, sperando che da un momento all'altro egli dischiudesse le palpebre, le sorridesse ,la prendesse per mano e la portasse via , lontano da quel luogo senza speranza.
Poi la tristezza divenne rabbia; la ragazza strinse i pugni, affondando le unghie nella carne: «Perché? Perché l'hai fatto?! Ti sei ucciso pensando solo a te stesso, se solo avessi aspettato, se solo tu fossi stato come tutti gli altri, le tue lacrime di dolore si sarebbero trasformate in lacrime di gioia, ma tu, come sempre, hai dovuto fare l'eroe, colui che si immola con coraggio pari a un attore di teatro, e adesso è questo il destino che ti spetta».
La fanciulla si sfogò con parole di disprezzo contro il giovane, infischiandosene del fatto che le sue grida potessero essere udite dalle guardie o da qualunque persona all'esterno.
Non riuscendo a darsi pace si accasciò e cominciò a dare pugni al pavimento, e nella foga si tagliò la mano con un pugnale poggiato lì vicino; lo prese e osservò il riflesso dei suoi occhi: occhi verdi e castani screziati di rosso, velati dalle lacrime. Erano i suoi? Oppure era il riflesso di quello che era stata? Stentava a riconoscersi.
"Cosa sono diventata? Ero disposta a tutto per lui , era il mio sole, il mio cielo, si era preso il mio cuore e ora l'ha portato con sé nella morte. Cosa farò adesso? È quindi questo il mio destino?" Si disse con rassegnazione puntandosi il pugnale al petto.
Dei passi la riscossero dai suoi pensieri, qualcuno l'aveva sentita; "ora o mai più" e un attimo prima di farla finita e piantarsi l'arma nel corpo un luccichio la distrasse: uno dei ceri si era spento, l'altro continuava a bruciare, la fiamma risplendeva e consumava l'ossigeno circostante. Anche lei rimasta sola, illuminava imperterrita l'oscurità; continuava a donare calore e speranza a chiunque ne avesse bisogno.
"Ma che sto facendo?" Pensò;
"terminare la mia vita uccidendomi per incorrere nel suo stesso destino e per cosa poi? Io non sono come lui, non così sciocca, la morte non mi avrà adesso, non lascerò che siano gli altri a guidare le mie azioni, da ora scelgo io il mio futuro".
Gettò via l' arma, si asciugò le ultime lacrime, si alzò con l'espressione più seria e decisa che avesse mai avuto.
Si avvolse nel mantello scuro appartenuto al giovane mentre sentiva delle voci avvicinarsi sempre di più. Corse dietro una colonna aspettando che arrivassero le guardie. Altri pochi passi sulle scale e delle figure sbucarono nella camera mortuaria pronte a scoprire l'origine delle urla. La ragazza camminò lentamente verso l'uscita immersa nell'oscurità. Poi , prima di fuggire, si voltò a guardare un'ultima volta il ragazzo privo di vita.
"Un giorno ci rivedremo, ma non oggi" e con questi ultimi pensieri corse via. Lei non sarebbe morta, non quel giorno, non in quel modo, non per Romeo.
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Juliette
Romance"Ma che sto facendo?" Pensò; "terminare la mia vita uccidendomi per incorrere nel suo stesso destino e per cosa poi? Io non sono come lui, non così sciocca, la morte non mi avrà adesso, non lascerò che siano gli altri a guidare le mie azioni, da ora...