Le cose non cambiano da un giorno all'altro, siamo noi che ce ne accorgiamo all'improvviso come se un attimo prima non esistessero e un attimo dopo fossero lì sotto i nostri occhi. Mi riprometto ogni anno di fare più attenzione ai piccoli cambiamenti, il sole che sorge sempre più presto, la luce che aumenta di intensità, il glicine di fronte alla mia finestra che rinvigorisce giorno per giorno dopo i rigori dell'inverno, il fogliame sempre più folto e di un verde più brillante, i fiori che sbocciano quotidianamente fino a prendere le sembianze di una cascata di tutte le sfumature dall'azzurro al viola e invece mi ritrovo sempre a sorprendermi in un pomeriggio di aprile senza sapere quando tutto ha cominciato a rinascere.
È il compleanno di Ludovica, ci conosciamo da un paio d'anni grazie ad amiche comuni e abitare nello stesso isolato ha favorito le frequentazioni; ci siamo date appuntamento per andare al cinema ma ho insistito per vederci prima almeno per un brindisi. Non c'è quasi nessuno in giro in questi giorni, ma la giornata è troppo bella per sprecarla. Spero solo di riuscire a evitare di parlare tutto il tempo di quanto mi vada male in questo periodo. Da qualche mese finisce sempre così prima o poi. Comincio a trovarmi insopportabile io, figuriamoci le altre. Perfino le amiche più care cominciano a tradire la loro insofferenza. Non voglio scivolare nel vittimismo, eppure ci ricasco continuamente. E poi ognuna ha le sue, lo so, ho ascoltato la sfigata di turno mille volte quando toccava alle altre.
Ludovica, per esempio, lei sì che avrebbe di che lamentarsi a proposito di lavoro e uomini, da almeno due anni non vedeva un contratto per più di tre mesi e da almeno il doppio non riesce a imbastire una relazione: a volte penso sia lei a essere troppo esigente o troppo cauta. Ma chi sono io per giudicarla!?
La individuo subito facendo il mio ingresso nel dehors del locale. È seduta a un tavolino in un angolo un po' sacrificato con Giovanni, uno dei suoi coinquilini. Ridono di gusto. Sembrano più che di buon umore. Incrocio spesso anche Giovanni da quando frequento Ludovica e casa loro. Non mi sta particolarmente simpatico, lo trovo noioso, poco interessato agli altri. Ma a quanto pare sono l'unica a non trovarlo di buona compagnia per quanto singolare!
"Spero di non aver interrotto niente," dico avvicinandomi. Devo essere sembrata maliziosa, perché Ludovica mi fulmina con una delle sue famose occhiatacce.
"Buon compleanno!", mi affretto ad aggiungere per deviare l'attenzione mentre l'abbraccio e le consegno il mio regalo. "Spero ti piaccia! Non ho resistito quando l'ho adocchiata dalla vetrina. Mi è sembrata perfetta per te."
"Adesso respira, però", mi interrompe Giovanni, "perché non ti siedi? A proposito, auguri Ludovica, mi ero completamente dimenticato del tuo compleanno."
Ludovica fa una delle sue smorfie da fumetto. Io non riesco a trattenermi da un commento acido su quanto siano disattenti gli uomini: "Tutti uguali!"
"Sei anche in vena di originalità! Offro io il prossimo giro per farmi perdonare e chiedo alla barista di inventare un cocktail apposta per te. Mettiti pure comoda."
Mi passa a due centimetri dal viso alzandosi. Riesco a sentire il tepore del suo respiro. Ha un bel profumo. Non ha una bella cera, però. Sorride ma ha il viso tirato. Basta un cenno perché Ludovica capisca e - discreta come sempre - risponde alla mia indagine su cosa sia successo a Giovanni con una scrollata di spalle: "Sarà stanco, non lo vedo da settimane, è appena tornato da casa dei suoi," mi fa, indicandomi una borsa da viaggio rossa ai piedi del tavolo, "ci siamo incrociati sotto casa e l'ho invitato a unirsi."
Non facciamo in tempo a lasciar cadere l'argomento e metterci a parlare del film che andremo a vedere che Giovanni torna con tre bicchieri di vino, un prosecco per Ludovica e due rossi per me e per lui.
"Mi ha consigliato di farti assaggiare questo rosso di una nuova cantina che hanno da poco in assortimento. Auguri Ludovica." Fa tintinnare il bicchiere contro il suo.
Ma sta scherzando? Non ho il tempo di pensarci, quando mi passa il bicchiere le nostre dita si sfiorarono e avverto come una scossa e un'altra mentre tenta di scavalcarmi per tornare a infilarsi nel suo angolino e il suo profumo mi investe di nuovo.
Per fortuna Ludovica mi riporta sul pianeta Terra riprendendo a parlare del film. Non manca molto all'inizio, brindiamo, beviamo più velocemente del necessario – il cinema è comunque a due passi – mentre continuiamo a chiacchierare stipati in quell'angolino, così stretti che a ogni movimento finiamo per urtarci. Ludovica sembra infastidita, io e Giovanni dopo un po' di sguardi imbarazzati ci adattiamo a questa prossimità, anzi ho la netta impressione che cominciamo a cercarla. Non so cosa gli passi per la testa. Io mi sento confusa, forse elettrizzata, sento una fitta ogni volta che ci urtiamo. Devo alzarmi per non tradirmi: "...vado al bagno."
Torno dopo essermi rinfrescata la faccia. Ludovica è già in piedi, pronta ad andare. "Sicuro di non voler venire anche tu?" gli chiede senza convinzione.
"Finisco il mio vino e vado direttamente a letto." Solleva ancora il bicchiere guardandoci entrambe. "Ancora auguri!" Si alza per baciare Ludovica e darle un pacchetto regalo.
"Non te n'eri dimenticato?" chiedo sorpresa e un po' imbronciata.
"Pare di no" mi dice tornando imperscrutabile e antipatico come sempre.
Forse mi sono imbarazzata per nulla. Colpa del vino bevuto troppo in fretta... Mentre io sono persa nei miei pensieri e Ludovica tira fuori dal pacchetto appena scartato un libro, Giovanni si avvicina e saluta con un bacio sulla guancia anche me e mi stringe un braccio con la sua mano mentre lo fa. Mi riscuoto improvvisamente dai miei pensieri quasi perdendo l'equilibrio. Di nuovo quella sensazione di confusione, calore, una fitta – questa volta forte – allo stomaco.
"Tutto bene?"
Annuisco in risposta. Ludovica lo abbraccia, lo ringrazia ancora e andiamo.
Il film passa in fretta senza che io riesca a concentrarmi troppo. Sono ancora distratta dalle sensazioni che mi hanno invaso poco fa. Non riesco a spiegarmi la mia reazione. Devo aver frainteso per forza, lo conosco da tempo e non è mai successo niente del genere. E poi lui è fidanzato.
Uscite dal cinema, io e Ludovica facciamo la strada insieme quasi in silenzio, lei fa qualche commento sul film al quale rispondo annuendo, senza troppa convinzione. Sento la sua mano posarsi sulla mia spalla come a incoraggiarmi. Probabilmente pensa che sia sprofondata ancora una volta nelle mie commiserazioni, ma non chiede nulla quel tesoro di ragazza. Non può immaginare cosa mi stia agitando in quel momento. Mi viene da sorridere al pensiero che non ci crederebbe neanche se glielo raccontassi. Arriviamo all'incrocio dove le nostre strade si separano, butta lo sguardo in su: "Dormono tutti. Non c'è una luce accesa in casa. Giovanni sembrava davvero distrutto. Chissà...".
La interrompo quasi mentre la saluto, mi è bastato sentirlo nominare per sentirmi di nuovo scombussolata e non ci tengo che se ne accorga. Mi avvio verso casa e sentendomi finalmente libera di godermi quella sensazione da sola.Una volta in casa controllo il telefono e vedo le due chiamate di Luca mentre ero al cinema. Per la prima volta da mesi non l'ho cercato per l'intera giornata. Spengo il telefono e lo metto sotto carica. Mi preparo per andare a letto e mi addormento col sorriso sulle labbra, spensierata, come non mi accade da tempo.
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Non sarà un'avventura
RomanceEleonora ha appena compiuto 32 anni e la sua vita si è appena trasformata in un vero disastro. Da un giorno all'altro il fidanzato ha messo fine alla loro relazione e tutto è diventato più instabile: sembra proprio che gli uomini che la circondano s...