Si sveglia con i deboli raggi solari che le accarezzano il viso.
È il primo giorno di primavera, gli alberi si riempono di foglie nuove, più vive, i fiori si fanno coraggio a sbocciare, la neve si scioglie e lascia spazio ad un venticello fresco tipico di una mattina di settembre.
È anche il giorno della libellula: oggi si deciderà chi, tra i giovani del piccolo villaggio fatato, sarà scelto per una missione nel mondo terrestre.
Tutti vorrebbero esplorarlo, ma sanno bene che è anche colmo di pericoli e non si sa se si tornerà vivi, specialmente se si capita nell'epoca del Medioevo, ove chi usa la magia viene preso di mira e giustiziato.
Questo avvenimento, che ogni anno riempie la vita degli abitanti del mondo fatato, si svolge sul pianeta Terra, ma ogni volta luogo e tempo cambiano.
Il prescelto dovrà stare sulla Terra per almeno un anno e cercare di scoprire di più sui sentimenti di quegli esseri chiamati "umani" e, se la missione viene portata a termine, resterà in quel mondo e tempo fino alla morte.
Gli esseri fatati, di solito, sono immortali ma, quando vengono catapultati in un mondo diverso, diventano mortali, possono ammalarsi e morire per non destare sospetti, ma conservano i loro poteri.
Ogni anno la stessa storia, i ragazzini di età compresa tra i 15 e i 18 anni diventano cavie ed uno di loro viene sorteggiato.
Per alcuni è una fortuna, un onore, per molti un torto, una disgrazia.
Il sorteggio viene eseguito dal più anziano del villaggio, uno gnomo di 783 anni, fondatore del regno, conosciuto per la sua saggezza, ma specialmente per la sua ossessione per il mondo terrestre.
"il grande Jimmie", lo chiamano.
Ogni anno estrae da un sacchetto magico un foglio dove c'è scritto il nome della madre del malcapitato e la sua età, per la privacy.
Il sacchetto fa ogni anno una selezione in fasce: per età e per sesso.
"Quest'anno saranno sorteggiate le femmine di 15 anni", annuncia con un sorriso malizioso stampato in faccia.
Molti tremano, alcuni urlano, altri esultano, altri ancora tirano un sospiro di sollievo, pochi si mostrano fieri di avere figlie di quell'età.
La famiglia del sorteggiato, infatti, diventerà famosa e ricca.
Cornelia non sa cosa pensare.
Nel villaggio le ragazzine di 15 anni non sono molte, e lei è una di quelle.
Non sa se esultare od esasperarsi, nell'indecisione spalanca gli occhi e fissa il Grande Capo, con aria quasi di sfida.
Salito al trono circa 650 anni prima, ha imposto un regime dittatoriale ma senza farlo apparire come tale.
Istituiva grandi feste anche più volte nei mesi estivi, faceva divertire tutti, era capace di far amalgamare quelle diverse razze che dominavano il territorio.
Gnomi, fate, folletti, mezzelfi, demoni, semidei ed elfi, che fino a 600 anni prima erano rivali e facevano nascere ribellioni, ora vivono felici, insieme, condividono passioni, amano gli stessi negozi, si riuniscono, magari per leggere o fare sport.
Ultimamente, però, nel villaggio c'è un'aria pesante, quasi soffocante.
Gli gnomi, che sono sempre appartenuti alla classe agiata, vogliono imporre ai mezzelfi di lavorare per loro, per mostrare a quel piccolo mondo la loro egemonia.
Ci sono state varie ribellioni, ma la fiamma, subito dopo essere stata accesa, viene spenta duramente dal Consiglio degli anziani guidato dal Capo, che prende decisioni sulla vita politica, sociale, economica e religiosa del paese.
Non un giornale che parli dell'accaduto, tutti preferiscono tacere per evitare i guai.
Ma si sa, la repressione forzata, invece di spegnere il fuoco della ribellione, tende ad alimentarlo, in modo smisurato, incontrollabile.