Capitolo 2

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Mi sedetti su una panchina nel terrazzo dell'edificio, da sola, ad aspettare che scendesse Alice e gli altri ragazzi.
La vidi in lontananza, che si avvicinò a me e mi si sedette di fianco, e così anche un ragazzo. Arrivarono gli altri, e vidi scendere anche Noemi, distolsi lo sguardo per non far sembrare che io la stessi guardando, così cominciai a guardare da tutt'altra parte.

Gli animatori arrivarono, e Valentina, la capo-animatrice del gruppo, cominciò a spiegarci il gioco che poco dopo dovevamo svolgere; non ricordo il nome, ma so che dovevamo dividerci in due squadre.

Ci divisero senza seguire nessuna logica, ma andava bene così poichè avevo Alice nella mia squadra, mentre Noemi era nell'altra. Per non confonderci, gli animatori intinsero le dita in tempere di due colori diversi: il nostro era l'azzurro, e l'altro il giallo.
Ci passarono le dita sulle guance a mo' di "indiano", e sussultai per quanto la tempera fosse fredda.

Andammo in stanza a prendere le torce, dato che il cielo si stava inscurendo e la luna se ne stava impossessando.
Non avendo capito bene le regole del gioco, mi limitai a seguire i movimenti dei miei compagni.

Il gioco cominciò e finalmente capii che razza di gioco fosse; era una sorta di nascondino al buio. Rimasi vicino alla mia squadra, ma quando cercai di andarmi a nascondere qualcuno mi toccò la spalla, urlando:

"Hey, ti ho beccato! Sei eliminato."

Io ci rimasi male, ma non troppo, era solo un gioco. Mi avvicinai di più a quell'ombra di cui non vedevo il viso, e alla luce della mia torcia vidi che era Noemi. Le sorrisi, ridacchiando subito dopo.

"Già, mi hai preso. Dovrei andarmi a sedere là, nella panchina, dato che sono stata eliminata da te. Mi accompagni? Non ho voglia di farmi la salita da sola."

Chiesi, leggermente imbarazzata e assonnata. Mi portai un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, aspettando una risposta.

"Sì, perchè no" disse infine, scrollando le spalle.

Sorrisi ancora una volta mettendomi al suo fianco per poi cominciare a camminare insieme a lei.
Arrivate al posto, mi confidò che non aveva molta voglia di giocare, e quindi si mise seduta di fianco a me.
Mi girai su un fianco per poterla guardare, incrociando successivamente le gambe e mantenendo un sorriso sulle labbra a guardare il viso illuminato dalla luce flebile di una lanterna là vicina.

"Tre anni che vieni qui?" Mi chiese.

"Sì, ormai è un'abitudine" risposi subito.

Abbassai lo sguardo e cominciai a giocare con le dita, presa dal leggero imbarazzo e lo alzai poco dopo, notandola torturarsi una ciocca di capelli con due dita, affusolate e lunghe.
Sospirai per il silenzio di tomba che si era creato; distolsi lo sguardo e guardai il vuoto.

"Facciamo una passeggiata?"

Lì per lì rimasi spiazzata per la proposta, ma dopo un attimo di esitazione annuii e mi alzai dalla panchina.
Mi morsi leggermente il labbro, freddo, anzi ghiacciato. Misi le mani in tasca e aspettai che facesse lo stesso.

Cominciammo a camminare, e infilai le mani nel tascone frontale della felpa, per tenerle calde.
Girai il capo verso di lei, notando un bella differenza di altezza tra me e lei, era nettamente più alta di me di una ventina di centimetri.

Alzai lo sguardo verso la luna che quella sera aveva deciso di mostrarsi in tutta la sua grandezza, ma le nuvole le si misero davanti. Lasciai che la luce leggera mi illuminasse il viso, e dopo portai lo sguardo a lei, che si era allontanata andandosi a sedere su una grande pietra lì nel bosco.

"Vieni?" Chiese.

Non avendo altra scelta, accellerai il passo e arrivai da lei, sedendomi nel masso proprio di fronte a lei.
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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 05, 2015 ⏰

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