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FLASHFORWARD

Louis camminava avanti e indietro per la stanza illogicamente, il suo sguardo perso nel vuoto era privo di emozioni, sentiva il corpo appesantirsi sempre di più, così si fermò e si sedette in una sedia poco vicina a lui.

Un brivido lo percorse dalla testa ai piedi, tanto forte da poter giurare di esser stato appena fulminato da una scarica elettrica; si risvegliò dal suo stato di catalessi e alzò lo sguardo cercando quello del riccio di fronte a lui, colui che al contrario, incapace di sostenere i suoi occhi, fissava il pavimento.
Louis avrebbe voluto dire qualcosa con tutto se stesso ma non riuscì a formulare una frase di senso compiuto nemmeno nella sua mente; non aveva di certo immaginato così il giorno in cui avrebbe rincontrato il suo uomo, per un intero anno pensò a forti abbracci bisognosi, baci, graffi e desiderio, ma la realtà lo informò che era tutta un'invenzione paradossalmente errata.

Socchiuse gli occhi quando udì la voce dell'uomo con la quale aveva condiviso tanto e prese un bel respiro prima di rispondere
«Dì qualcosa, ti prego.»
«Mi fai così schifo, che non so nemmeno cosa dire.»
Sputò fuori disgustato.
Harold portò entrambe le mani sul viso coprendolo quasi totalmente e le strofinò su di esso sbuffando.
«Mi dispiace, cazzo, ok? So di aver sbagliato, ma non ho mai smesso di amarti, non ho mai smesso di pensarti e di desiderarti.»
La voce di Harold suonò tremante e disperata, si potrebbe definire a brandelli. Louis di tutta risposta sorrise amaramente dal lato sinistro del viso e scosse la testa.
«Avresti potuto dirmelo. Mi sarei risparmiato il viaggio. Mi hai preso per il culo un intero anno, sai cosa me ne faccio delle tue parole adesso? Ti spaccherei la faccia, giuro.»

Si alzò in piedi e si diresse davanti al divanetto nella quale era seduto l'altro, che pochi secondi dopo si alzò di conseguenza fissandolo negli occhi, il suo viso era rivolto verso il basso, a causa della lieve differenza di altezza. Il più piccolo, infine, dopo una svariata manciata di secondi persi a fissarsi silenziosamente, si voltò e si diresse verso la porta.
«Dove stai andando?» chiese Harold timidamente.
«Credo sia meglio salutarci qui, perché se rimango un secondo di più ti metto le mani addosso Harold.»
Lui a passo veloce gli andò in contro mettendosi davanti la porta, comunicandogli così di non volergli permettere di uscire.
«Allora fallo. Riempimi di botte, se vuoi. Ma non andartene.»
«Lasciami andare.»
«Non farlo.» ripeté Harold, adesso con un velo di tristezza in voce.
«Ti odio. Non riesco più a trovare dei motivi validi per rimanere qui con te.»
Il riccio sorrise dolorosamente e scosse la testa ripetutamente.
«Stronzate. Sei solo incazzato. Tu ... Tu mi ami ancora.»
Il più piccolo lo afferrò per un braccio e lo spinse ferocemente verso sinistra per liberare l'accesso alla porta, la aprì e uscì in un attimo senza guardarsi indietro.

FINE FLASHFORWARD

• ••

A/N : Hooola! Rieccomi, più agst che mai. Allora, questo primo capitolo è super corto, ma vedetelo come un prologo, ho pensato di iniziare con una scena futura, non chiedetemi perché, magari per farvi possedere dall'ansia. Come potete ben vedere, in BNAS - N/C (Between nowher and somewhere - NOWHERE / CATASTROPHE), la storia non verrà più raccontata in prima persona, ma in terza, ho preso questa decisione per una questione di comodità e di maggiore comprensione (da parte vostra), poiché raccontarla in prima persona avrebbe reso i dialoghi fra le diverse persone un casino.
Beh, nient'altro da aggiungere, aggiornerò una volta a settimana perché non è più periodo estivo e ho impegni che mi tengono parecchio lontana dal pc.
Fatemi sapere cosa ne pensate tramite un commento. Baci <3

Between Nowhere And Somewhere ― NOWHERE / CATASTROPHEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora