La piccola Rue

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Finalmente, dopo anni, torno nel bosco. Non perché fosse vietato, non più, ma per mia scelta, questo posto fa riaffiorare troppi ricordi.
Certo, in questi dieci anni il bosco è cambiato molto. Senza 'l'intervento' mio e di Gale, non ha più avuto confini.
Gale, questo nome mi crea una fitta al cuore; dopo la rivolta contro Capitol City, è diventato un vero soldato. Ogni tanto, torna da qualche missione a trovare me e la mia famiglia, ma niente sarà più come prima. La guerra non ha cambiato solo il bosco, la guerra ha cambiato tutti noi.
Ho sempre pensato che la foresta rispecchi il nostro modo di essere. Questo posto mi ha sempre capita, più degli esseri umani; gli alberi non hanno pregiudizi, non sanno cosa sia la cattiveria, ma neanche la bontà, loro sono giudici oggettivi e impassibili della nostra anima.
La mia idea di bosco, però è cambiata molto, dopo i miei primi Hunger Games, dopo essere stata un paio di settimane in quel bosco infernale, con la terra impregnata di sangue, sangue di dieci ragazzi, morti per uno stupido show, ma non è mai stato semplicemente uno stupido show, è sempre stato LO show del presidente Snow.
Tutto quel sangue versato, il sangue di Rue, la povera piccola Rue che poi, pensandoci, non era 'povera piccola', lei era una vera guerriera, lei che mi ha curata dalle punture degli aghi inseguitori, dopo avermi aiutata a sbarazzarmi dei favoriti.
Lei che si emozionava davanti ad una coscia di tacchino tutta sua.
Lei che mi ha insegnato quelle quattro note, diventate poi uno dei tanti simboli della rivoluzione.
Canto quelle poche note, che non fischiavo da molto, e come sempre, le piccole ghiandaie imitatrici nascoste tra gli alberi iniziano a ripeterle. È un suono che mi fa vibrare il petto. Povera piccola Rue, ho vinto anche per lei quei maledetti Hunger Games.
Lei che con il corpo di uno scoiattolo e il coraggio di un leone, ha svolto il suo compito fino alla fine, permettendomi di distruggere le scorte dei favoriti, aiutandomi a vincere.
Ricordo ancora quando, dopo aver fatto esplodere la dispensa, cantai il richiami, ricevendo in cambio le sue urla terrorizzate che mi entrarono nelle ossa. Feci di tutto per raggiungerla in tempo, ma quando arrivai, la trovai intrappolata sotto quella maledetta rete. Non ebbi nemmeno il tempo di andarla a liberare, che una lancia la trafisse al costato.
Come un fulmine uccisi il suo assassino, ma quando mi rigirai verso di lei capii subito che per la povera piccola Rue non c'era più alcuna speranza. Vedevo i suoi occhi un tempo cosi vivaci, spegnersi pian piano. Estrassi l'arma dal suo corpo e appoggiai la sua piccola testolina riccia sulle mie ginocchia, non sarebbe mai morta sola.
Ricordo la sua flebile voce che mi chiedeva di cantarle una canzone, non potevo non accontentarla, dopo tutto quello che aveva fatto per me
Vederla morire così, tra le mie braccia, mi sembrò di veder morire mia sorella.
Ricordo quando, dopo che ebbe esalato l'ultimo respiro, le chiusi i suoi dolci occhi ormai spenti; sembrava quasi che dormisse. La posai sul prato, in mezzo alla morbida erba e andai a cercare dei fiori per circondare il suo corpo, fiori come quelli che circondano me ora, profumati di primavera.
Ricordo l'hovercraft che portò via il suo corpicino addobbato con i miei fiori, ma inerme; quell'hovercraft che l'avrebbe riportata al distretto 11, che l'avrebbe riportata a casa.
Ricordo l'altoparlante che annunciava la nostra vincita, la vincita mia e di Peeta, quando pensai che lei, la povera piccola Rue, mi aveva aiutato a vincere più di quello che pensavo. La povera piccola Rue mi aveva salvato la vita.
Ricordo il mio 'Tour della Vittoria' quando, vedendo la sua famiglia, non ce l'ho più fatta e ho dovuto chiedere scusa ai suoi familiari; uma banbina così piccola e dolce, non sarebbe mai dovuta morire così presto.
I miei pensieri vengono interrotti da un fruscio, mi giro di scatto, i riflessi al pericolo non li ho ancora persi e probabilmente non li perderò mai, ormai fanno parte di me
Il mio campo visivo viene oscurato da una figura più che familiare.
Mi alzo e con un sorriso, uno dei pochi veri di questi ultimi dieci anni, lo abbraccio.
Il suo odore è cambiato; il profumo di pino e resina dei boschi è scomparso, sostituito dall'odore di guerra: polvere e sangue. Ma per me rimarrà sempre il mio compagno di caccia, nonché migliore amico di sempre.
-Hei Catnip-
-Hei Gale-
E mi abbandono al suo caldo abbraccio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 07, 2015 ⏰

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