~Prologo

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A tutta quella gente che non crede in nulla, men che meno nell'amore,
a quelle persone che che ci sono sempre state per tutti ma si ritrovano sempre da sole,
a quella gente che si è creata una corazza per non essere ferita di nuovo, ma che le gente reputa "stronza",
a quella ragazza che preferisce trovare i propri amici nei libri,perché almeno quelli non giudicano.
A tutta quella gente che, prima, trascorreva ore a guardare il cielo la notte di San Lorenzo, per vedere una stella cadente ed esprimere un desiderio, ma che adesso non alza neanche più lo sguardo.
A tutti voi, che siete come me.

DYNAMICITY

~Prologo

Ci sono momenti in cui desideri di scappare via dalla realtà, non perché non hai quello che vuoi, ma perché le cose non vanno come dovrebbero andare, che è ben diverso.
Momenti in qui cerchi un rifugio che non esiste, una persona che non conosci, quel qualcosa che non sai cos'è, ma cerchi. Allora è il momento in cui mille idee ti passano per la testa e, la maggior parte delle volte, ascolti quell'idea che prima non avresti neanche considerato.
Alla fine, diventi quella persona che volevi evitare d'icontrare durante il tuo percorso, quel mostro che da bambina credevi fosse dentro l'armadio.
E, dopo quell'istante, non si può tornare indietro.

Quello era proprio uno di quei momenti, quei momenti in cui desideravo di andare via da casa mia, di fuggire da quella vita che ormai cominciava a starmi troppo stretta, il momento in cui mi rendevo conto che non avrei dovuto far parte di quell'ambiente, il momento in cui odiavo ogni persona che conoscevo, che mi sembrava un'estranea, il momento in cui mi sentivo sbagliata, in confronto a tutti.

L'odore forte dell'alcool ormai mi aveva annebbiato la vista, sentivo la testa leggera e mi reggevo a malapena in piedi, sentivo dei corpi strusciarsi addosso al mio e, non avendo il controllo ne' della mia mente che delle mie azioni, continuavo a muovermi al ritmo della forte e assordante musica che sentivo. I miei fianchi furono stretti da due grandi mani che tirarono il mio corpo indietro, barcollai appena sui tacchi alti prima di sentire la mia schiena sbattere contro il petto del ragazzo che si trovava nel locale. Girai leggermente la testa per guardarlo, le luci soffuse e la grande quantità di alcool che avevo ingerito mi resero difficile riconoscerlo ma, probabilmente, non lo avevo mai visto prima, i suoi grandi occhi neri non mi facevano venire in mente nulla di familiare.

《Come ti chiami, bambolina?》riuscii a sentire a stento la sua forte voce, a causa della musica. Le sue labbra sfiorarono il mio orecchio, facendomi ridacchiare appena mentre continuavo a muovermi contro di lui, che aveva aumentato la presa sui miei fianchi per paura che mi allontanassi e disperdessi tra la folla.

《Sono Avril.》sussurrai, voltandomi completamente verso l'alto ragazzo dietro di me. Aveva dei lunghi capelli corvini e delle labbra piene, più alto di me e con una leggera barba. Poggiai le mie mani sulle sue spalle per reggermi mentre la testa mi girava, mi avvicinai al lobo del suo orecchio per morderlo in modo sensuale, sentendo le sue mani che avvicinavano il mio corpo al suo.

《Sei bellissima, tesoro.》mormorò, non ascoltai le sue parole, concentrandomi semplicemente sul movimento delle sue labbra, alle quali poco dopo attaccai le mie.
Alcool, una discoteca, uno sconosciuto del quale poche ore dopo non mi sarei neanche più ricordata, quello era l'unico modo che conoscevo per evadere dalla realtà che mi circondava.
La sua lingua si fece spazio nella bocca e io lo assecondai, le mie dita tiravano i suoi capelli lunghi e le sue mani mi accarezzavano la schiena delicatamente, prima che iniziasse a camminare lentamente indietro. 《Tesoro, questo non è il luogo adatto per conoscerci.》camminava verso l'uscita, i corpi degli estranei intorno a noi non smettevano di muoversi, rendendo difficile il nostro passaggio. La testa mi girava.

E ridevo, ridevo tantissimo.

Poi, all'improvviso due grandi braccia mi afferrarono, fermandomi da quello che stavo facendo. Vidi il ragazzo che stava camminando con me, del quale ancora non sapevo il nome, girarsi a guardare, il suo sguardo contrariato.

《Avril, vieni con me, devo riportarti a casa.》una voce che non conoscevo, una voce dolce, profonda, roca. I miei occhi incontrarono quelli del ragazzo che mi voleva portare via, due grandi smeraldi verdi mi sorpresero quando lo guardai. La luce dei suoi occhi verdi era visibile anche tra le luci scure del locale.

《Dove? Non voglio tornare a casa e poi...chi diavolo sei?》urlai per sovrastare la musica, il ragazzo dagli occhi verdi sembrava spazientito mentre quello dai lunghi capelli neri si stava nuovamente avvicinando a noi.

《Che sta succedendo?》due grandi occhi neri mi guardarono mi incuriositi prima di fissare il ragazzo riccio che mi era venuto a prendere, che nel frattempo aveva nascosto una mano in tasca.

《Amico, davvero, lasciala perdere e cercati qualche altra ragazza con cui passare il tempo.》disse, il ragazzo dai magnetici occhi verdi, stringendo forte il mio braccio nella sua mano. Avrei voluto liberarmi dalla sua presa con uno strattone e correre via con il ragazzo davanti a me, ma in quel momento non sarei nemmeno riuscita a formulare una frase di senso compiuto, quindi mi limitai a guardare la scena, mentre tutto intorno a me stava riprendendo a girare, i suoni stavano diventando sempre meno chiari, ero evidentemente sbronza.

《Avril?》mi resi conto di essermi persa a guardare il vuoto quando quegli occhi tanto belli mi apparvero davanti, dopo che il ragazzo riccio mi afferrò il volto, costringendomi a guardarlo.

《Che vuoi? Non ti conosco nemmeno!》urlai, facendo un passo indietro per allontanarmi da lui, rischiando di cadere miseramente per terra, se le sue forti braccia non si fossero legate intorno alla mia vita, sorregendomi.

《Sono Harry, un amico di Megan.》sospirò, quando sentii pronunciare il nome di mia sorella maggiore mi fu tutto più chiaro. I miei genitori avevano scoperto della mia ennesima fuga da casa mia e mia sorella e il suo nuovo amichetto erano venuti a cercarmi, fottuto diavolo. Avrebbero potuto risparmiarselo e lasciarmi andare via una volta per tutte, tenendosi Meg, la figlia perfetta, insomma, sapevamo tutti che non mi volevano tra i piedi. 《E tu sei ubriaca, Avril. Andiamo.》

《Non dirmi cosa devo far-...》non riuscii a completare la frase che il ragazzo, ovvero Harry, mi sollevò velocemente da terra, poggiando il mio corpo leggero sulla sua spalla destra, proprio come fossi un sacco, camminando fino al parcheggio fuori dalla biblioteca. Quando gli fui tanto vicina un profumo di gelsomino mi invase le narici, ma questo non mi fermò dal muovermi e lamentarmi sopra di lui. 《Lasciami!》urlai, lasciando qualche pugno sulla sua schiena.

《Avril, sta' semplicemente ferma e, soprattutto, non vomitare in macchina.》ridacchiò appena, aprendo lo sportello al lato del passeggero e facendomi stendere su quello, completamente abbassato. Figlio di puttana.

《Non so chi cazzo tu sia, ma ti odio.》mormorai, massaggiandomi le tempie, l'alcool che avevo ingerito aveva davvero fatto effetto. Lo sentii ridacchiare, qando aprii gli occhi per guardare Harry lo trovai intento a fissarmi, non aveva ancora acceso il motore dell'auto.
《Non somigli molto a tua sorella.》mormorò, sapevo che era vero, eravamo totalmente gli opposti, non sembravamo neanche sorelle a volte. Lei aveva dei grandi occhi castani, come i capelli ed era fottutamente perfetta, intelligente, simpatica, educata e snob.

《Sta zitto e guida.》ringhiai, chiudendo appena gli occhi, non avevo nemmeno la forza di ribattere o di iniziare una conversazione con lui, non sapevo neanche se fosse davvero un amico di mia sorella e non avevo intenzione di porgli un interrogatorio, volevo solo stare tranquilla per un po', dato che sapevo che a casa mia mi avrebbe aspettato una tragedia.

I miei ricordi di quella sera si fermano proprio a quel momento, sentii appena il motore dell'auto accendersi, poi caddi in un sonno profondo, solo buio.

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