"It's the heart that stays the same"

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"Come ho fatto a non pensarci prima!" Mi dico sorridendo come un idiota mentre scendo le scale.

Sapevo che infondo, c'era un posto adatto, sapevo che avremmo dovuto organizzare tutto prima, ma Harry è stato così impaziente che non mi ha lasciato nemmeno il tempo di pensare.

E' il posto perfetto, ne sono sicuro, lui ne sarà entusiasta!

Porto due dita alla bocca e tiro un fischio che attira l'attenzione del tassista che avevo adocchiato prima, fuori dall'ospedale.

«Mi scusi, è occupato adesso?» chiedo gentilmente abbassandomi all'altezza del finestrino, per parlare con il guidatore.

«No! Mi dica pure!» risponde rivolgendomi un sorriso rassicurante.

«Può aspettarmi? Arrivo subito! Non se ne vada!» continuo mentre corro di nuovo dentro la struttura e prendo l'ascensore.

Arrivo nuovamente alla camera del riccio e lo vedo vestito, pronto per partire, sforzandosi di tenere il mio zaino in spalla.

Dannazione, perché dev'essere così dolce questo ragazzo.

«Visto? Sono Hulk! Ti tengo lo zaino, va che roba!» scherzoso, Harry si tira su una manica della camicia e fa vedere il muscolo in tensione, facendo una smorfia convinta.

E' incredibile come riesca a scherzare anche su questo.

«Dai vieni Avenger, andiamo, il taxi ci aspetta» dico, poi avvolgo il mio braccio attorno ai suoi fianchi e lo stringo a me, camminando verso l'uscita.

Dopo aver caricato i bagagli e Harry sul taxi, entro anch'io, sedendomi di fianco al riccio e rivolgendomi all'uomo al volante: «Eccoci! Ci può portare all'aeroporto?».

«Subito!».

Sembra tutto così entusiasmante e perfetto, Harry è tranquillo e mi stringe la mano, mentre guarda fuori dal finestrino. Ha i capelli tutti scompigliati, non ci pettiniamo e laviamo da due giorni, ma lui è sempre bellissimo, un paio di volte ho pensato pure che fosse meraviglioso, ora mi sono convinto che è perfetto.

Senza farmi vedere,mi avvicino lentamente al suo collo, sentendo prima i suoi capelli sul mio viso. Inspiro il suo profumo che ormai ho identificato come "casa" e poi, sempre senza far girare Harry, poso le mie labbra sulla pelle calda del suo collo candido. A quel contatto il riccio sobbalza un attimo, ma poi sorride e ritorna a fare ciò che stava facendo, soltanto inarcandosi un po', facilitandomi. Con una mano, vado a sorreggere la parte opposta del collo di Harry, curvandolo ancor di più e portandolo verso le mie labbra. Lascio bacio la sua pelle pura e lascio che le mie labbra si attacchino ad essa, le sposto trascinandole e vado più in basso, fino alle clavicole. Sposto leggermente la camicia e bacio la cavità pronunciata che Harry ha sul collo, sento il suo sapore, lo assaporo. lentamente torno alla parte superiore del collo e vado alla mascella, quasi pungente da quanto evidente. Il respiro di Harry si fa irregolare quando arrivo al suo orecchio e soffio dolcemente sulla sua nuca. Non apro gli occhi, ma so che anche Harry li ha chiusi. Porto la mia bocca all'orecchio di Harry e prendo il lobo tra e labbra, non lo mordo, ma stringo solo un pochino per sentirne la morbidezza. Harry mugola, ma così piano che fortunatamente solo io posso sentirlo, il suono della radio ci copre. Inaspettatamente, sento una mano di Harry sul mio capo, mi stringe i capelli e mi stringe di più a se, poi la sento scivolare lungo il mio braccio, per poi arrivare alla mia mano e stringerla, cercando di intrecciare le sue dita con le mie.
Sorrido a quel contatto e mi stacco dal suo orecchio, la mano che prima era sul suo collo sale al suo viso e lo fa girare verso il mio, ora posso sentire il suo respiro caldo, sempre più irregolare, sul mio viso. Mi avvicino ad esso e appoggio appena le labbra su una guancia, arriccio la bocca in modo da far scontrare la parte umida della mia bocca con la pelle morbida di Harry. È così bello poter averlo per me, potergli far provare tutto questo, farlo stare bene essendo solo me stesso e usando quello che ho, usando il mio corpo, per farlo sentire meglio. La mano del ragazzo di fianco a me ora si sta muovendo sulla mia gamba, la stringe. Bacio le sue palpebre chiuse, che mi privano del verde di cui mi sono innamorato, bacio la sua fronte, calda e liscia, ci strofino le labbra; riscendo lungo l'altra guancia e arrivo all'angolo destro della sua bocca, mi avvicino e premo le labbra su di esso, così faccio con l'altro. Le labbra del riccio sono socchiuse, da queste escono mugoli di piacere, sono secche, aride per la troppa aria che ci è passata attraverso, ma rosee e opache. Ecco qui che le nostre bocche si uniranno di nuovo, come un puzzle. Appoggio dolcemente il mio labbro inferiore a quello superiore di Harry, senza stringere, li faccio scontrare e separare, lo faccio con gli opposti. Dopo una breve pausa, lascio che la mia lingua passi dolcemente sulle labbra di Harry, per inumidirle e ridarle vita, la faccio passare su ogni millimetro di quelle meraviglie. Poi, come per svegliarle dal sonno ristoratore che le avevo dato poco prima, le mordo, tirandole delicatamente, le lascio e le riprendo, quasi le preparo a ciò che arriverà dopo. Succhio le labbra di Harry, le sento. Che cosa magnifica poter fare della sua bocca quel che voglio, il fatto che lui me lo lascia fare mi dà sicurezza. È appagante.
Senza nemmeno guardare, finalmente mi butto sulla sua bocca e mi faccio trascinare dalla sua passione, mi lascio avvolgere dalle sue labbra, sembrano quasi danzare le una abbracciate alle altre. Ci lasciamo esplorare gli uni dall'altro, come se stessimo cercando qualcosa, come se avessimo bisogno di trovarlo, uno dentro l'altro, l'amore.
Sento il mio labbro inferiore stretto tra i denti di Harry, lo lascio giocare.
Poi si stacca, le sue mani grandi mi prendono il viso e le nostre palpebre di sollevano lasciamo che, come ogni volta, i nostri colori si fondano come hanno sempre fatto e come erano destinati a fare. Ne volevamo ancora, non c'è dubbio, dopo esserci staccati la voglia di risentire il tepore delle nostre bocche era intensa. Poi Harry, improvvisamente si fionda sul mio collo e incomincia a baciarlo, giuro di sentire le ali di mille farfalle volare nel mio stomaco, ci riesce ancora, dopo tutti questi anni. La sua bocca traccia oggi lembo di pelle che incontra, lo bagna e lo assapora. È come essere accarezzati da una tigre, sai quanto quella creatura sia pericolosa, ma te ne dimentichi nel momento in cui non fa vedere il lato aggressivo di se. L'alito caldo del ragazzo contro la mia mascella è meraviglioso. Sento lo schiocco dei suoi baci farsi strada sulla mia pelle le sue mani accarezzarmi il petto, riempito dai battiti accelerati del mio cuore, colmato dall'amore che quel ragazzo e solo lui è capace di darmi.
Non voglio pensare ad altro, voglio solo pensare a noi, adesso, a questo calore prodotto solo dai nostri corpi che si accarezzano.
Quando il riccio si ferma sento freddo, vuoto, non ne ho abbastanza o forse ho solo paura?
Paura di cosa? Paura di staccarmi, di non godermi tutto di lui. Paura di mancare un momento che poteva essere sfruttato in un altro modo. Mancare una sua risata, vederlo spostarsi i capelli o addormentarsi affianco a me. Ecco che di che cosa ho paura. E questa, è la vera paura.
Gli occhi del riccio scrutano il mio viso, brillano, sono quasi spalancati e per un momento mi è sembrato di vedere il piccolo Harry del liceo, un ragazzino, con il cuore più grande di lui. Gli occhi vispi e le guance rosse, il respiro un po' affannato e le labbra socchiuse e lucide.
«Una volta me lo hai detto» sussurra, ancora con il respiro veloce.
«Che cosa?» non ho neanche pensato a che cosa si riferisce, lo sto guardando e sono come ipnotizzato.
«"Permettimi di usare le tue labbra, e tu userai le mie" Ricordi?» dice Harry citando una frase che gli dissi quando avevamo solo diciassette anni.
Forse il tempo cambierà un po' di cose, ma è il cuore che resta lo stesso.

Love Don't DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora