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-Signora White, la cena non è di suo gradimento?-

-Sai anche tu che in questa stanza non sono l'unica che non ci sta bene con la testa.-

-Signora White, a chi si riferisce?-

-Ragazza, come ogni altro in questo istituto penserai che io sia pazza, e forse lo sono davvero, ma non tutto ciò che vedi, è reale. Non tutto appare agli occhi di una persona che non guarda.. Non tutti vedono ciò, che noi poveri pazzi rinchiusi qui dentro, vediamo.. Se solo apriste gli occhi e iniziaste ad osservare il mondo che vi circonda.-

-Continuo a non capire..-

-Cara capirai presto.. Guardati le spalle.-

-

Erano solo poche settimane che lavoravo in quello strano istituto e già varie volte mi era stato detto di guardarmi le spalle..

Molti pazienti parlavano di spiriti e fantasmi di persone vissute e morte lì dentro.

Ma parliamoci chiaro,chi ci crede più a queste solite storielle o almeno, non io.

Potreste anche considerarmi scettica, ma non riesco a crederci.

Tornando a noi..
Io sono Caitlyn Anderson e questa è la mia fantastica vita.

Niente di così emozionante, solo un fantastico lavoro in un ospedale psichiatrico.

Però non è poi così male: solo urla,lamenti e frasi strane sempre.

-Signorina Caitlyn, tutto bene? La signora White ne ha combinata una delle sue?-

-Oh no, Signor Bratz-

-Sai che odio essere chiamato signore.. Ti prego chiamami Jonas-

-Va bene Jonas.-

Questo da come già avrete compreso è il Signor Jonas Bratz, Il marito della Signora Brown,la direttrice..

Un brav'uomo, gentile e disponibile..

-Cait, ho bisogno di te nella 238..-

-Si si, sto arrivando-

Odiavo la camera 238. Lì stava, già da prima che io arrivassi, un uomo giovane, poco più grande di me, che ogni volta cercava di mettere le mani dove non doveva. Lo odiavo.

Ma comunque, dopo aver aiutato Emily con quel coso, andai in mensa..

L'orario della mensa era il peggiore; tutti erano riuniti lì,in una sola stanza. Unico frastuono, unico silenzio.

Erano messi tutti uno di fronte all'altro e nessuno si da le spalle.. come se volessero guardare le spalle dell'altro, come per proteggersi a vicenda..

Okay, adesso sto esagerando..

Un'improvviso urlo, attirò la mia attenzione..

Mi guardai intorno ma niente.. Tutti erano al loro posto,come se non avessero sentito nulla

Sentii un secondo urlo.. Sempre più vicino ed agghiacciante.

E un terzo come se fosse stato urlato direttamente al mio orecchio.. Poi il silenzio.

Il silenzio, dove ogni suono ha un suo ruolo fondamentale: fruscii, sospiri.

Anche il silenzio stesso è suono; Lentamente ti affascina, fin quando non terrorizza.

Lasciai l'ospedale attorno alle sedici e mi rifugiai nella mia piccola e confortevole casa.

Mi sentii osservata, scrutata fin dentro le ossa, fin dentro l'anima.

Mi sentii attraversata da sospiri da mozzare il fiato e i polmoni fin troppo dilatati.

Mi sentii confusa e persa nei miei pensieri.

Mi sentii affascinata dall'oscurità che annebbiava la mia vista e ben presto ogni incubo si impossessò di me, ritrovandomi in tutt'altra dimensione.

Ecco cosa non vedevo.

Ecco che inizia l'inferno -

Seventh FloorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora