Capitolo 1: La Macchina Del Tempo.

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Il cielo andava via via schiarendosi, rivelando una giornata piena di sole. Il giorno era ormai iniziato da qualche ora, quando Shona spalancò gli occhi.

Come tutte le mattine da quando aveva iniziato il Liceo, diede un'occhiata alla sveglia sul comodino, accorgendosi che erano già le sette e mezza.

<Mamma!!! > urlò con tutto il fiato che aveva in gola, richiamando l'attenzione del genitore.

<Mamma! Perché non mi hai svegliata! >.

Dopo qualche minuto, la testa di sua madre fece capolino dalla porta della sua camera.

Era una donna bassa e magra, con corti capelli ricci ed occhi corvini.

<Si può sapere perché urli > la sgridò con tono serio, ma la figlia non le stava dando ascolto. Era troppo occupata a cercare dei vestiti decenti da indossare per andare a scuola.

Sua madre sbuffò sonoramente e le indicò la sedia vicino alla specchiera, dove erano ben sistemati la t-shirt azzurra, la felpa bianca, i jeans e le scarpe di tela scolorite.

Shona si cambiò all'istante, gettando il pigiama con gli orsacchiotti sul letto sotto lo sguardo di disapprovazione della madre.

<Se tu mi avessi dato ascolto ieri sera, avresti saputo subito dov'erano i tuoi vestiti senza mettere a soqquadro mezza stanza >.

La ragazza però non le aveva dato ascolto.

Era troppo occupata pettinare i i corti capelli castano scuro.

Quando ebbe finito, li raccolse in una piccola coda in cima alla testa.

<Lo sai che sono un caso perso > sorrise con una certa amarezza,alzandosi dalla sedia dove si era pettinata e prendendo lo zaino rosso strapieni di libri.

E senza aspettare risposta dal genitore, uscì dalla camera.

La donna la guardò allontanarsi, sospirando forte.

Perché le era capitata una figlia così discola?

I suoi due figli maggiori, maschi entrambi, avevano sempre avuto buonsenso, mentre Shona sembrava esserne priva.

A partire dal sopranome con cui la chiamavano gli amici e i parenti:lei le aveva dato un nome così elegante e rispettabile, Shona, perché storpiarlo con il nomignolo di Shon.

Era un nome da maschio!

Decise di lasciare la stanza, quando la porta della camera si spalancò di nuovo, rivelando la figlia.

<Ho dimenticato il libro di Chimica! > esclamò la ragazza,dirigendosi verso la libreria e prendendo il libro intitolato"Chimica 1", lo infilò nello zaino e corse di nuovo fuori di casa.

La strada da casa a scuola era completamente cementata. Degli alberelli alti più o meno una spanna sorgevano ai limiti delle strade e i marciapiedi di cemento erano abbastanza puliti.

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