Lettera da me a me. Cara me, Ma dove sei finita? Dove ti sei nascosta? Che cosa è successo? Io mi ricordo com'eri, sei cambiata, sei diversa. Qualche anno fa eri un'altra persona. Sorridevi più spesso e lo facevi per davvero. Non ti tenevi le cose dentro, non esplodevi allontanando gli altri. Le cose le affrontavi. O almeno, ci provavi. Ora non più. Ora lasci che ti sorpassino e che ti trapassino. Avevi la forza di reagire. Di andare avanti. Trovavi il bello in tutto. In un raggio di sole, in un fiocco di neve, nel cielo mattutino. Ora ti è tutto così triste. Così amorfo. Ora vivi la tua vita (per modo di dire) come se fossi sorda, come se fossi muta, come se fossi cieca. Come se non ne valesse la pena. Una volta riuscivi a guardarti allo specchio. Magari non ti amavi, ma ti piacevano i tuoi occhi. Ti piacevano i tuoi capelli. Ti piacevano le tue mani. Ti piaceva il tuo sorriso. Ti piaceva la tua fossetta. Ora no. Ora ti fa tutto schifo. Ora passi in fretta vicino agli specchi e la sola immagine sfocata di te che corri via da te stessa ti fa paura. Una volta non vivevi nella paura. Una volta vivevi. Vorrei tanto capire come mai è andata così. Come mai hai il cuore a pezzi. Come mai sei ricoperta di lividi. Come mai hai finito il filo per ricucirti. Come mai ti manca il fiato. Come mai, la notte, da sola, piangi e ti arrendi. Non è da te. Ti stanno trasformando in quella che non sei, in quella che per natura non sei mai stata. Tu, un piccolo raggio di sole, sempre col sorriso, sempre con belle parole da regalare, sempre disposta a tutto pur di camminare avanti. Ed ora sei ferma. Ferma, seduta, con gli angoli della bocca inclinati, ma quello non è sorridere, no. Con gli occhi vuoti. Con lo sguardo puntato non si sa bene dove. Persa nel tuo mondo, dove tutto è un po' meglio. Con le occhiaie, sono state troppe le notti insonni. Col silenzio dentro. Neanche il tuo oceano fa più rumore. È acqua morta, è acqua stagna. Probabilmente ci sei affogata. Io ti aspetto. Ti prego, torna. Con ansia e paura, me.