Non dimenticherò mai il giorno in cui l'ho conosciuto. Non provai delle forti emozioni, ma parlammo tanto. Non mi interessava molto; non avrei immaginato che qualche tempo dopo non avrei potuto trascorrere nemmeno un secondo senza di lui.
1 L'inizio
Guardavo il mio riflesso nello specchio. Una ragazza alta un metro e sessantasette e che pesa quarantotto chili, con un paio di occhiaie violacee che la facevano sembrare una zombie e che le rovinavano gli occhi verdi da gatta, vedevo questo. Sospirai. Vedevo anche una ragazza con pochi amici, che se stava per i fatti suoi e che non sentiva di far parte della società. Asociale. Ecco come mi definivo.
Sciolsi i miei capelli biondo scuro e scossi la testa per sistemarli un po'. Erano ancora liscissimi, per fortuna.
Presi i trucchi, cercai di coprire un po' le occhiaie, contornai i miei occhi con un filo di eyeliner_non uscivo mai senza_e completai il tutto con un leggero gloss rosso scuro.
Bene, ero più o meno presentabile. Presi la borsa e uscii.
Indossai il casco e accesi la moto.
Ero contenta di uscire, ma il traffico mi fece innervosire dopo qualche minuto di attesa. Quando ripartii, un signore anziano che stava attraversando la strada si spaventò e fece un salto non appena vide che mi fermai a meno di mezzo metro da lui di proposito per risvegliarlo un po' e farlo sbrigare e non riuscii a non scoppiare a ridere. Quel signore se ne andò borbottando e anche se cercai di sbrigarmi scattò comunque il rosso. Dopo qualche minuto il semaforo divenne verde e ripartii. Non sapevo che dopo poco anche io avrei preso uno spavento.
Sul marciapiede sinistro, un ragazzo alto, molto alto, si era girato a guardarmi non appena aveva sentito il rumore della moto. Avevo il vizio di guardare ogni ragazzo che vedevo passeggiare o guidare altre moto e giuro che sarei tornata a guardare la strada se quel tizio avesse smesso di fissarmi, ma mi guardava impassibile. Ad un certo punto abbassò lo sguardo e si grattò la testa, come imbarazzato e io sorrisi come una scema: mi aveva fatto tenerezza. Poi tornò a guardarmi e un secondo dopo assunse un'espressione spaventata e qualcuno suonò il clacson, riportandomi alla realtà. Mi affrettai a frenare e feci una sgommata assurda, senza volerlo. Alzai la mano in segno di scuse verso il signore che guidava la macchina che stavo per tamponare e per mandare a quel paese quel ragazzo: se non mi avesse guardata tanto a lungo non avrei rischiato di causare un incidente. In più avevo fatto una figuraccia assurda. Non avevo il coraggio di girarmi a guardarlo di nuovo, anche se avrei voluto farlo. Ripartii e per il resto della strada cercai di calmare i battiti del mio cuore, avevo preso uno bello spevento!
Arrivata al cortile di quella che una volta era una scuola, trovai Federica che parlava al cellulare con qualcuno.-...si, devi girare a destra e poi sei arrivato. Perfetto. A tra poco.- aveva detto prima di riattaccare.
Sembrava agitata. Poi mi guardò con una certa emozione negli occhi che non compresi e venne ad abbracciarmi. Era diventata matta?
-Ehm, Fede? Come mai tu mi stai abbracciando? Che ti è successo?- le chiesi stupita dopo essermi levata il casco.
Non mi abbracciava mai e poi aveva qualcosa di strano...
-E poi- ripresi -con chi stavi parlando?- chiesi con tono di rimprovero. Spesso chiedeva a ragazzi che "conosceva" su facebook di incontrarsi con lei e ogni volta mi ritrovavo coinvolta. Ma dietro un schermo non si sa mai chi potrebbe esserci, quindi ogni volta era una specie di incontro al buio.
-Lilliiiii ho conosciuto un ragazzo a scuola che mi ha chiesto di uscire e ovviamente ho accettato. Devi vederlo! È un figo pazzesco!- mi rispose con gli occhi che le brillavano.
Non feci in tempo a dirle niente che sentii un rombo di moto e subito dopo vidi_non uno ma tre_ragazzi arrivare e posteggiare.
Il cuore iniziò a battermi forte. Non ero proprio abituata a rapportami con i maschi, quando ci parlavo diventavo rossa e iniziavo a balbettare e ora ben tre ragazzi arrivavano per conoscere la mia amica matta senza alcun preavviso.
Fantastico.
Federica non smetteva di saltellare ed entusiasmarsi e mi indicò il ragazzo che aveva conosciuto quella mattina: si tolse il casco e si sistemò i capelli, poi venne verso di noi, seguito da altri due ragazzi, due bestioni, che camminavano coordinati.
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Vivo di te
RandomLeyla si considera diversa dagli altri per la serie di figuracce che l'accompagnano ovunque si trova e non avrebbe mai pensato che qualcuno potesse apprezzare la sua goffaggine e decide di rischiare cogliendo le opportunità che le offre la vita. La...