CAPITOLO 1

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THE IRON LADY

Cap. 1

- Ma Porca troia! - l'urlo frustrato della ragazza riecheggiò per tutta la stanza facendo sobbalzare i presenti. -non è possibile che tu mi batta sempre- sbuffò Skyler Stark lasciandosi cadere sulla poltrona del salotto

-Sky...le parole per favore - la riprese Mary guardandola con un cipiglio familiare. Già, di certo assomigliava a suo padre più di quanto volesse far credere. Alta, atletica, lunghi capelli biondi lisci, occhi chiari e sguardo fiero; la ragazza era la copia identica di Steve Rogers, Capitan America.

- oh ti prego, viviamo nel ventunesimo secolo Mary, non nel medioevo. Diglielo anche tu Jhon! - l'erede delle Stark industries si rivolse al fratello in cerca di appoggio.

- lasciala in pace Sky, sei una palla al piede - decretò il ragazzo ridacchiando nel vedere l'occhiata assassina inviatagli dalla sorella maggiore.

Nella sala da pranzo del quartier generale dello S.H.I.E.L.D si stava svolgendo una scena del tutto normale agli occhi di chi lavorava di lì: Skyler Stark, suo fratello Jhon, Marian Rogers, Mathew Barton ,Avril Banner e Thomas erano impegnati in una dura partita a monopoly e, come ogni volta, la povera Sky venne miseramente battuta dal migliore amico.

- Dai, non te la prendere Stark, non puoi vincere contro un dio - ghignò Thomas mettendosi comodo sul divano mentre rideva. Avril rise con lui salvo poi zittirsi ad un occhiataccia dell'amica.

- ancora per poco, dio dei miei stivali. Vedremo se farai tanto il duro quando ti avrò fuso il cervello con un raggio al plasma - asserì la giovane Stark con un ghigno trionfante in volto ma prima che il ragazzo potesse replicare la porta della stanza si aprì e un alquanto nervoso Nick Fury fece il suo ingresso.

- abbiamo un problema- disse Mary senza aver bisogno nemmeno di ascoltare ciò che il generale aveva da dire. Nick la guardò per un lungo istante per poi far scorrere lo sguardo su tutti loro.

- oh, puoi dirlo forte Rogers - disse in tono cupo. Li guidò per lunghi corridoi e innumerevoli stanze, che ormai i ragazzi conoscevano come le proprie tasche, fino al laboratorio di Tony Stark. I sei ragazzi si guardarono attorno; non era la prima volta che ci si trovavano ma mai avevano visto così tanta gente correre da un lato all'altro della stanza in modo quasi febbrile.

- che succede? - fu Matt il primo a parlare, dando voce alla domanda di tutti e sei

- un bel casino Barton, un bel casino - Nick Fury li guardò con aria quasi colpevole e fece una lunga pausa prima di riprendere a parlare. -avrei voluto farvelo sapere in circostanze diverse ma la situazione sta precipitando...ho bisogno di voi ragazzi. Lo S.H.i.E.L.D ha bisogno di voi. -

-Dio, Nick dai un taglio al dramma e spiega - sbuffò Jhon Stark, noto per la sua scarsa pazienza. Il gruppo si strinse attorno a Fury e restò in ascolto.

- due settimane fa, alcuni dei miei agenti hanno rilevato un'attività elettromagnetica fuori dal comune nei pressi di San Francisco. L'ho fatta analizzare da chiunque... da Tony; da Bruce...ma niente. La sola volta che mi è capitato di captare un'attività così intensa è stato quando abbiamo trovato il Tesseract - se anche ebbero un sussulto, i ragazzi non lo diedero a vedere. Erano stati abituati a non scomporsi, ad essere discreti e a controllare le proprie emozioni, perciò tutto quello che fecero fu incitare Nick a continuare il suo racconto. - a quel punto era troppo sospetto per lasciar perdere. Ho chiesto ai vostri genitori di andare in missione per scoprire qualcosa di più ma...non sono ancora tornati. Sono tre giorni che non ho più nessuna comunicazione con loro. Non so dove sono, non so se stanno bene...non so se sono vivi - a quel punto abbassò il tono della voce e abbassò lo sguardo. -quindi, ho bisogno di voi. - concluse.

I ragazzi si guardarono, ognuno sapeva cosa stava provando l'latro: paura, ansia, agitazione. Ma anche eccitazione, adrenalina, voglia di avventura. E quindi eccoli lì. I figli degli Avengers, i più grandi eroi mai esistiti, niente di più di ragazzi costretti a fronteggiare solo la prima delle molte prove che li aspettavano, una prova che avrebbe cambiato per sempre le sorti del Mondo come lo avevano sempre conosciuto. Bastò loro solo un'occhiata per decidere.

- cosa dobbiamo fare? - chiese quindi Thomas.

SPAZIO AUTRICE

Salve! Mi presento, mi chiamo Michela. Mi scuso se il capitolo è un po' corto ma funge semplicemente da introduzione alla storia...e niente, spero che vi piaccia J qualunque consiglio vogliate darmi è bene accetto dato che è la prima volta che faccio una cosa del genere.

Grazie per aver letto, alla prossima!

-micky


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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 27, 2015 ⏰

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