Nella piccola cittadina di Gravity Falls, situata in un posto sperduto dell'Oregon, la normalita era un concetto a sé, del tutto estraneo ad ogni altra realtà da loro conosciuta.
Questo era anche il pensiero di Dipper Pines, fratello di Mabel, molto più calmo e riflessivo della sorella, la quale tendeva a non soffermarsi troppo sulle cose e a vivere la giornata, una filosofia di vita che Dipper non condivideva tanto. Lui era più per il ragionamento, per la scoperta e lo studio delle anomalie, era interessato a tutto ciò che non conosceva; proprio come Stanford, forse era per questo che si trovavano bene assieme.
Si respirava ancora l'aria d'estate in quel periodo, il caldo torrido dei giorni precedenti era stato mitigato da "una qualche corrente che passava di lì per caso", almeno era quello che diceva il prozio Stan, ripetutamente corretto da Ford, il quale insisteva che era un anticiclone che passava di lì ogni anno. Inutile dire che Stan continuò ad usare la descrizione poco scientifica solo per dare fastidio al fratello e vederlo appliccarsi nello spiegargli cosa fosse; ogni volta era uno spasso.
Persino Mabel si divertiva quando i suoi prozii si prendevano in giro a vicenda, anche se cercava di spingerli a passare del tempo assieme e, cosa a parere dei due fratelli orribile, ad abbracciarsi.
Una volta li aveva costretti a farlo con la complicità di suo fratello, riuscendo anche a scattare una foto.
Mentre Ford si dirigeva a passo svelto verso il suo laboratorio ripetendo che non avrebbe mai più fatto una cosa del genere e borbottando qualcosa fra sé e sé, Stan chiese con lieve imbarazzo di vedere la foto, grattandosi la nuca ed evitando lo sguardo dei ragazzi, si giustificò dicendo che era solo per vedere come era venuto. Appena la vide si formò un lieve sorriso sulle sue labbra, per poi dire che era appena passabile e ritornare in negozio ad accogliere clienti.
I due ragazzi si guardarono soddisfatti, quello non era altro che uno dei vari piccoli passi che facevano l'uno verso l'altro, presto si sarebbero riuniti di nuovo, ma nel frattempo quella collaborazione aiutava I due ormai teenager a tenere in piedi il loro rapporto che, come quello dei loro prozii, stava andando verso la sua decadenza.
Per farla breve, anche dopo l'apertura del portale e il ritorno di Ford, le cose tendevano ad avere una certa normalità, per quanto questa parola sia permessa in una città come Gravity Falls.
Peccato che fosse solo Dipper a pensare ciò, dato il tempo passato con Stanford distoglie va del tutto la sua attenzione dalla sorella, la quale, al contrario del fratello, ne soffriva molto la mancanza.
Così quel giorno Dipper e Mabel erano assieme su richiesta di quest'ultima e, proprio come i vecchi tempi, parlarono del più e del meno, di ogni singola cosa che gli capitasse in mente, finché non si venne a toccare un certo argomento.
Mabel con molta naturalezza e genuina innocenza, chiese con curiosità al fratello della sua vita privata.
-Da quanto è che non vedi Bill?-
Il ragazzo arrossì lievemente e spostò lo sguardo altrove, evitando quello della sorella che trasudava di un'innocenza disarmante.
Lui e Bill, il demone che li aveva terrorizzati per una buona parte dell'estate, stavano insieme da un po' di tempo, non era molto ma era pur sempre un mese.
E quelle tre settimane erano state intense, molto intense.
Dipper non avrebbe mai pensato che un demone, o una persona dal comportamento anti-sociale come Bill potesse essere capace di amare, di amare una persona come lui per giunta.
-Bhe... da prima che Ford arrivasse. Quindi circa cinque gio-
Nel momento in cui sua sorella si alzò per andare a cercare qualcosa, lasciò la frase a mezz'aria, incuriosito da ciò che stava facendo.
-È parecchio tempo, non credi?-
Mabel spostò un paio di libri, qualcuno lo lasciò anche cadere a terra.
-Bisogna assolutamente rimediare!-
La ragazza con una piroetta portò davanti gli occhi del fratello una cosa molto importante per lui, talmente importante che il solo fatto che fosse in mano a qualcun altro che non fosse lui o Ford lo faceva rabbrividire.
Mabel sfogliò il Diario #3 davanti ai suoi occhi come se nulla fosse, per poi sorridere contenta una volta trovata la pagina riguardante il demone.
-Ci dovrebbe essere una formula veloce per chiamarlo...-
-Mabel! Non l'abbiamo mai provata, potrebbe essere pericol-
-Eccola!-
Gli occhi di Mabel si illuminarono alla vista della formula che cercava e, senza pensarci troppo su, iniziò a recitarla sotto lo sguardo sconcertato di Dipper, il ragazzo si mise una mano in fronte incrociando mentalmente le dita; sperò con tutto il cuore che non succedesse niente di inaspettato, la lingua dei demoni era a loro del tutto sconosciuta, avrebbero potuto evocare un altro demone o peggio, causare un'apocalisse.
Nel momento in cui il ragazzo distolse la mano dal viso notò un cerchio per evocazioni ai suoi piedi, studiò attentamente i simboli incisi nel pavimento con una scia luminosa e si tranquillizzò un poco: erano i simboli della sua ruota.
Solo nel momento in cui il demone uscì dal cerchio nella sua forma triangolare, avvolto dallo stesso materiale luminoso con cui erano incisi i simboli, poté finalmente tirare un sospiro di sollievo. La figura uscita iniziò a cambiare forma, assumendo un aspetto più noto ai due ragazzi, un aspetto più umano.
Il materiale luminoso iniziò a dissolversi sia dal pavimento che dal corpo del demone, rivelando la figura di un giovane biondo ben vestito, con un gilet di un giallo brillante e una camicia nera, con pantaloni di raso del medesimo colore.
Si passò una mano nei capelli biondi, lasciandoli ricadere sulla benda che gli copriva l'occhio sinistro per poi alzare lo sguardo verso i due umani.
Dipper era stato impegnato in cui giorni e lo stesso valeva per lui, ma in quelle piccole pause che si concedeva riusciva a ritagliarsi un po' di tempo, peccato che l'altro fosse costantemente impegnato.
Si avvicinò a grandi falcate corso di loro con il solito sorriso sornione sulle labbra, fece schioccare la lingua e poi prese parola.
-Wow, non la ricordavo così piccola e... colorata questa stanza, Shooting Star ha proprio buongusto. -
Al quel commento Mabel rise lievemente, non credeva che Bill fosse capace di fare complimenti a qualcuno che non fosse Dipper.
-Hahah grazie Bill!-
Il biondo si guardò intorno, davvero poco interessato ai dettagli, quanto più all'espressione lievemente imbarazzata dell'altro, al che il suo ghigno si allargò.
-Ti sono mancato Pine Tree? Ammettilo, ti sono mancato eh?-
Si chinò di poco verso di lui, sporgendosi sul busto e facendo in modo che i loro volti fossero a pochi centimetri gli uni dagli altri.
Il moro sbuffò con finta aria annoiata, ma poi sorrise dolcemente al ragazzo di fronte a lui.
-Sì Bill,mi sei mancato.-
Io demone ricambiò il sorriso, ma nel momento in cui stava per aprire bocca un'altra voce giunse a alle sue orecchie.
-Beeene, io vado ad aiutare zio Stan con il negozio!-
La voce allegra di Mabel ruppe l'atmosfera per un breve periodo, per poi creare come un'aria di imbarazzo nel momento in cui sbattè la porta uscendo.
I due ragazzi si fissarono per circa una decina di secondi, come se non sapessero che cose dire o che cosa fare, ma nel momento in cui si resero conto di quanto inutile inutile e ridicolo fosse quell'imbarazzo, scoppiarono a ridere all'unisono, c'era una certa sintonia tra loro due ormai. Nel momento in cui le rosate si calmarono ci pensò Bill a riprendere l'atmosfera
-Il fatto che sia stato chiamato vuol dire che...-
Il demone si avvicinò di più a lui, alzando le mani e posando le sul viso dell'umano, che arrossì a quel gesto.
-... hai tempo per me ora?-
Concluse la frase in soffio, a pochi centimetri dalle sue labbra, quel contatto sembrò quasi causargli solletico.
Dipper alzò di poco lo sguardo verso il ragazzo che era di circa una decina di centimetri più alto di lui, rivolgendogli un lieve sorriso. Appoggiò la propria fronte sulla sua e le sue mani sul sul petto, toccando la stoffa del gilet.
-Ora si...-
Entrambi desiderato no che quel dolce momento tra i due durasse per sempre, che ci fosse un modo per fermare il tempo e congelarlo. Peccato che durò davvero poco.
La porta si spalancò all'improvviso, rivelando la figura una figura alta, non imponente ma in quel momento lo sembrava.
-Dipper, i miei rilevatori hanno-
Stanford, del tutto ignaro di ciò che fosse successo, nel realizzare la scena rimase la frase a mezz'aria.
Gli altri due si staccarano subito, il ragazzo sembrava visibilmente imbarazzato, doveva anche spiegare la presenza di Bill ora. Il demone al contrario aveva un'espressione tra lo sconcertato e il sorpreso, come era possibile che lui fosse lì? Lui era sparito al di là del portale, no, non poteva essere tornato, però era lì, davanti i suoi occhi e il solo vederlo gli causava una stretta al cuore.
Stanford rimase sulla soglia, con me braccia che cadevano lungo i fianchi, il suo viso era un insieme confuso di emozioni.
Per un primo momento provò sorpresa, ma poi la sua mente realizzò, corrugò i muscoli del viso prima in un'espressione incerta, che sembrava disgusto, ma poii muscoli della fronte si contrassero ulteriormente, ora sul suo volto c'era rabbia, una rabbia cieca, che sapeva di delusione e disperazione.
-Dipper allontanati subito da lì! Bill è un essere peri-
-È tutto ok Sixer, io e il ragazzo ci conosciamo e-
-Non chiamarmi così!-
Quel beve dialogo fra i due fece intendere intendere a Dipper che si conoscevano e non dovevano avere un bel rapporto.
Prese parola nel tentativo di calmare le acque, ma peggiorò solo la situazione.
- Zio Ford, io e Bill ecco...-
L'imbarazzo lo bloccò, ma non Ford non ci mise molto a colmare il vuoto lasciato.
-Ti sta solo usando, è solo un mero trucco per avere ciò che vuole! Spostati da lì ora.-
C'era un qualcosa di più potente della rabbia nella sua voce, c'era ira.
Invece Bill aveva un espressione rattristata che Dipper non gli aveva mai visto fare, rimase sconcertato da quella serie di eventi.
-Come vi conoscete?-
A quella domanda Bill sentì un'altra stretta la cuore. Si ricordò di quando Dipper gli fece quella domanda un paio di settimane fa, di quando gli aveva rivelato quella cosa, certo che non si sarebbe trovato di fronte un cosa simile.-Allora c'è stato qualcun altro prima di me?-
Erano seduti sul prato di una radura che era molto più in là della zona abitata, un posto perfetto per stare da soli.
Avevano iniziato a parlare del più e del meno, ma poi l'argomento è finito sulle relazioni passate di Bill, o meglio sull'unica relazione passata del demone.
Bill sospirò prima di rispondere, ormai era alle strette.
-Sì c'è stato qualcuno prima di te, era anche lui un umano. Inizialmente facemmo un patto e mi aiutò con un mio progetto, ma poi ci innamorammo e...-
Il biondo rimase con lui a frase a mezz'aria, non voleva continuare ma lo sguardo curioso di Dipper era un invito a continuare, sospirò nuovamente e finì la sentenza.
-... ma poi mandai tutto in malora, a dire il vero lo avevo già fatto prima, ancor prima che iniziasse.-
-E che fine ha fatto?-
Il demone abbassò lo sguardo, parlarne gli causava angoscia, ma il ragazzo voleva sapere, come ogni avessero umano avrebbe voluto.
-È andato per sempre, non tornerà.-
Era vero, c'era una possibilità su un milione che ritornasse, anche se, Bill nel profondo ancora un po' ci sperava. -E se tornasse che faresti?-
Ecco, la domanda che voleva evitare a tutti i costi.
-È impossibile, ci sono pochissime possibilità che riesca a tornare?-
-Ma se succedesse?-
Bill non rispose.
E quel silenzio a Dipper fece molto più male di altre mille parole.Bill sentì la gola secca e un groppo che non riusciva a scendere.
Era davvero una brutta situazione, che avrebbe fatto in quelle circostanze il terribile demone dei sogni Bill Cipher? Nemmeno lui ne era tanto sicuro.
Ma doveva trovare una scappatoia, al più presto presto in qualsiasi modo.
-Stanford, per piacere no-
-Io dovrei fare un piacere a te? Io dovrei fare un piacere a te?!-
Ford perse definitivamente le staffe.
-Tu che mi hai ingannato per non so quanto tempo, che hai giocato con la mia mente e l'hai governata a tuo piacimento, tu che ancora cerchi di convincermi che oltre tutto, quello che c'era fra di noi era reale, che non era solo uno dei tuoi trucchi. Ora ho finito di cadere nei tuoi tranelli.-
Quelle parole diedero fastidio a Bill, ma non lo diede tanto a vedere.
Nel frattempo Dipper si trovò travolto dalla valanga di nuove informazioni ricevute, davvero erano troppe e molte non le avrebbe volute sapere.
Si girò verso Bill, che ancora stava cercando di controbattere, ma il ragazzo lo fermò ancor prima che iniziasse.
-In che rapporti eravate?-
Bill lo guardò negli occhi con espressione quasi addolorata, vide che in cuor suo aveva capito, aveva capito e non lo voleva accettare. Dopo un profondo respiro prese parola, le sue labbra pronunciarono una semplice frase che voleva dire tutto.
- Lui è tornato.-
E con solo quelle tre parole a Dipper crollò il mondo addosso.((Ah finalmente! Era da quando era uscito The Last Mabelcorn che avevo voglio di scriverla ma mai il tempo. Ho sempre immaginato questa scena e i suoi possibili sviluppi, ma alla fine l'ho scritto solo di fretta T.T Spero vi piaccia comunque. Se ve lo state domandando si, ho alzato l'età dei gemelli e no, non la continuerò, è solo una shot, era solo quello che mi interessava scrivere e rappresentare, senza contare che anche se la volessi continuare non avrei idee (e poi l'idea del finale aperto mi piaceva)XD
Buona giornata!
Shir))
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The calm before the storm (Gravity Falls fic ITA)
Teen FictionCi sono molti misteri a Gravity Falls, molti di essi, però, non possono essere studiati o analizzati. Sono i segreti nascosti nella mente delle persone, quelli che il proprietario protegge a tutti i costi. Dipper anche lui ne ha, ma non crede che la...