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piccola premessa: Credo che aggiornerò una volta al mese, d'ora in poi. Ci sto pensando, non è colpa mia.
Buona lettura

"Jasmine, dobbiamo andarcene da qui." Sussurrò Justin.

"No, assolutamente. Stefan è con quel pazzo." Replicai spaventata.

"Ma non capisci? Se ci scopre adesso, qui, sarà la fine." Spiegò con un filo di voce.

"Ho paura per quel bimbo innocente." Mi lasciai prendere in braccio e portare al sicuro. I suoi passi furono rapidi e decisi e pregai Dio finché non venni caricata in auto.

L'ansia mi stava schiacciando, come avrebbe reagito Jason?

Mise in moto la vecchia vettura e partì superando i limiti di velocità.

Quasi senza forze, mi allacciai la cintura di sicurezza e dissi anche a Justin di farlo, ovviamente non mi ascoltò.

Sentii che le palpebre stavano diventando pesanti, ogni minuto un po' di più.

"Jasmine stai bene?" La voce di Justin arrivò come ovattata alle mie orecchie.

Mi svegliai tra le braccia di Justin e con l'odore di ospedale ad inondarmi le narici.

Mi pizzicai la punta del naso, per poi guardarmi intorno. Gente seduta su ogni sedia e stanca di aspettare ci circondavano.

Guardai Justin e trovai il suo sguardo all'istante. Vidi i miei occhi stanchi riflessi nei suoi innamorati e preoccupati.

"Mi gira la testa." Mormorai, circondandogli il collo con le braccia.

"Cazzo, Jasmine. Ti sei seduta proprio lì." Accennò alle sue parti basse sussurrando e respirando faticosamente.

"Merda, scusa." Mi sistemai meglio sulla sedia accanto.

"Jasmine Power?" Chiamò l'infermiere, dopo svariati minuti.

"Eccomi." Arrivai nella stanza bianca con all'aiuto delle braccia muscolose del mio fidanzato.

"Hai una brutta cera." Osservò, alzandomi il mento con una mano.

Era un uomo giovane,sulla trentina, con un paio di occhi blu e un sorriso bianco.

Smisi subito di guardarlo a causa del forte dolore alle tempie. Non avevo recuperato le forze dormendo, anzi.

"Ti è successo qualcosa?" Si mise a digitare qualcosa sul pc.

"Non mangio e non bevo molto da diversi giorni, deve essere stata la febbre alta." Inventai una qualsiasi scusa, pur di non confessare la verità, di cui il giovane non sembrò convinto.

"Dovrò prelevarti del sangue per fare alcune analisi." Mi porse un piccolo contenitore di plastica. "Ecco, qui facci la pipì." Spiegò.

Scesi dal lettino e mi sistemai la maglia.

"Dopo averlo riempito, vi aspetto nella prima sala a destra, dove potrò farti altri esami." Mi sorrise ed uscimmo per andare nel bagno.

Fortunatamente era pulito e disinfettato.

"Che fai? Rimani qui?" Chiesi a Justin aggrottando le sopracciglia.

"Su, dai. Non è la prima volta che ti vedo così." Alzò le spalle.

Mi sedetti sul wc e avvicinai il contenitore.

Dopo alcuni secondi, notai che la pipì non usciva.

"Uffa, non mi viene la pipì." Sbuffai.

La sua risata scoppiò all'improvviso, sarebbe stato il mio suono preferito se solo avessi avuto la forza per ridere.

Damned soul | Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora