1° capitolo

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Stamattina sono emozionatissimo è arrivato il giorno in cui me ne vado da questo posto. Mi mancherá fare gli scherzi con il mio amico Christian, ma sono anche contento che non mangerò più quella robaccia che ci davano in mensa. <Mark?> mi chiama la Signora Stevens una donna che controlla sempre quando giochiamo e a volte ci fa lezzione nell'ora di geografia. Mi ricordo un giorno mentre io e Chistian il mio migliore amico stavamo bruciando una foglia con una lente di ingrandimento rubata dalla sala insegnanti, e quella brutta strega ci scopre e ci manda in un biblioteca a scrivere 100 volte la frase "Non si prendono gli oggetti degli altri senza chiedere il permesso" come punizione. <Che c'è?> rispondo seccato, non sopporto più la sua voce stridula e severa. <Rispondi bene i tuoi genitori non ti vorranno più se rispondi così> mi trattengo a rispondergli che tratto male solo lei perchè è brutta strega ma sto zitto. <Sono arrivati i tuoi genitori> Fà uno sorriso smagliante. E ci credo che è felice finalmente si libera di me e anche io sono felice di non vederla mai più. Vado a salutare Christian con un abbraccio <Mi mancherà mettere il serpente di gomma nell'letto delle femmine con te> era il nostro scherzo preferito, ci nascondavamo nel armadio e aspettavamo che arrivavano le femmine per vedere la loro reazione. <Anche me mancherà guardare le loro faccie schifate> sogghigno ricordandomi le loro espressioni. <Tieni voglio che lo abbia tu> tira fuori dai pantaloni dell'uniforme il serpente e me lo porge. <Sei sicuro? È lunico gioco che hai!> <Si tanto non sarà più lo stesso fare gli scherzi senza di te e poi ogni volta che lo vedrai ti ricorderai di me quindi tienilo> non faccio in tempo a rignazziarlo che la Signora Stevens mi tira per il braccio. Lo saluto con la mano urlandogli che non mi sarei dimenticato di lui. La signora Stevens mi trascina fino alla sala d'attesa dei genitori. Mi lascia il braccio e mi sistema i capelli prima di aprire la porta per farmi conoscere i miei genitori.
La mamma è bassina ma bella è magra,capelli rossi lunghi e occhi verdi. Il papà alto, con un po di pancia, castano, capelli ricci e intravedo una bambina che si nasconde dietro il papà, la mia nuova sorellina. Alta più o meno come me, capelli rossi occhi color ghiaccio e lentiggini spruzzate ovunque sulla faccia è molto carina e sembra molto simpatica. Il viaggio di andata sembra passare velocemente io adoro già mamma e papà, invece con la mia sorellina Hope non sono riuscito a parlaci molto perche è timida. La casa è bellissima non troppo grande ne troppo piccola la adoro di giá ed ha un grade giardino, papà mi ha detto che li mi insegna a giocare a calcio. <Hope perche non porti Mark a fare un giro della casa e poi gli fai vedere la sua stanza?> <Va bene mamma>. Hope mi accompagna a guardare tutte le stanze e poi infine nella mia. <Questa è la tua nuova stanza spero che ti piaccia io papá e mamma l'abbiamo pitturata insieme> mi guardo in giro. La guardo come se fosse la cosa più bella che avessi mai visto, anche a Christian sarebbe piaciuta tanto. È molto bella, le pareti sono di un verde chiaro ed è arredata molto bene: armadio blu e un letto enorme. <grazie mille> gli dico abbracciandola. Ricambia l'abbraccio <Sono sicura che farai presto amicizia con quelli della scuola sono molto simpatici e divertenti soprattutto con i bambini nuovi, ora ti lascio qui se hai bisogno di me sono in cucina> <Okay arrivo subito> gli dico sorriddendo prendo il serpente che mi ha regalato Christian e lo metto in un grande contenitore con la scritta "Giochi" è pieno di macchinine e di costruzioni. Mi piace tantissimo la mia nuova famiglia!
Raggiungo gli altri in cucina vedo la mamma scaldare la cioccolata calda, una delizia. Mi siedo al tavolo di fianco a Hope e difronte al papà, mamma mi versa la cioccolata in una tazza e me la da.
<Attento che scotta> dice sorridendo <ok> cerco di berlo piano ma è troppo buona <ahiaa!> <te l'avevo  detto di stare attento> viene verso di me e soffia sulla lingua mia intanto Hope ride guardando la scena. Gli faccio la linguaccia e scoppiamo a ridere tutti insieme.

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