Nictofobia

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Erano quasi le 9. Nel bar di quella piccola città c'erano i soliti pochi clienti, era un giorno feriale non si poteva pretendere troppo. Una di loro non era però un cliente abituale:una giovane ragazza,jeans neri,fasciata da un cappotto scuro che sotto le luci del bar appariva bordeaux ma in realtà il colore era indefinito. Era entrata da poco e stava seduta al bancone guardandosi intorno senza troppo interesse. A tratti guardava di sfuggita l'orologio del locale, e poi una signora che lavorava lì dentro:aveva finito il suo turno dato che stava salutando tutti. La ragazza si girò verso la porta pensando di avere sentito qualcosa. In effetti poco lontano qualcuno stava rientrando in casa:un uomo aveva appena parcheggiato l'auto nel suo cortile, e mentre il cancello automatico si stava chiudendo gli sembrò di vedere una figura dal lunotto posteriore. Scese leggermente inquietato, ma appurò che non c'era nessuno, e se c'era era sparito.

La ragazza del bar continuò per un po' ad osservare la signora che se ne stava andando e uscì dal locale per avviarsi lentamente lungo la strada;anche la signora lasciò il bar e salì su uno scooter, superando la ragazza a velocità sostenuta,che evidentemente era troppa visto che non riuscì a prendere bene una curva e cadde sull'asfalto. Fortunatamente il casco aveva fatto il suo dovere, ma per il resto la signora si muoveva a fatica. La ragazza ,sempre con il suo passo tranquillo,la raggiunse"Si è fatta male?"chiese. La signora non si girò, stava cercando di alzarsi alla bel e meglio"Grazie"sussurrò"Ma sto bene. Forse però dovrei chiamare mio marito...e fare un salto al pronto soccorso"disse in un gemito"Per favore,può allungarmi il telefono...sta dentro al bauletto"la ragazza non si mosse,guardando lo scooter. La signora si preoccupò notando l'incertezza della ragazza:era sera, quella sconosciuta avrebbe anche potuto derubarla "La posso anche aiutare"disse finalmente"Se lei smette di molestare i ragazzi delle sue figlie"la signora si girò all'improvviso:voleva togliersi il casco per vederla meglio, ma il dolore o forse un dolore le impedì di muovere il braccio"Non è strusciandosi contro i ragazzini tredicenni che si rimane giovani"la signora non disse niente, ansimando si girò verso l'asfalto su cui era inginocchiata. Sentì un rumore, e vide qualcosa vicino a lei:la ragazza le aveva lanciato il suo telefonino. Ma non aveva aperto e neppure si era avvicinata al bauletto. La signora scoppiò a piangere mentre teneva in mano il cellulare e cercava di comporre il numero"Scusami"sussurrò "Di niente"sentì qualcuno risponderle. Si ricordò improvvisamente dello scooter rovesciato e degli specchietti che riflettevano la strada seppure in maniera distorta, ma non c'era niente e nessuno dietro di lei. Non più.

La ragazza aveva allungato il passo, dirigendosi verso una grande casa poco distante dal punto in cui la signora era caduta. Scorse le finestre con lo sguardo:una aveva la luce accesa. Sapeva cosa doveva fare, trasse un lungo sospiro poi guardò dall'altra parte della strada:una figura completamente nera apparve per pochi secondi.

Nella stanza illuminata un uomo si stava preparando da bere mentre la tv trasmetteva uno dei soliti varietà; non era appena tornato dal lavoro o da una serata tra amici, era appena stato con una prostituta. Adesso voleva solo rilassarsi e magari dormire, peccato che qualcuno fosse pronto a stravolgere i suoi programmi. Il campanello suonò riscuotendolo dal divano:il suo primo pensiero fu di non aprire, ma poi decise di alzarsi, chiunque fosse avrebbe anche potuto continuare e svegliare la sua famiglia"Chi è?"chiese al citofono"Salve,il signor Bonelli?"chiese una voce squillante"Sì, chi è?"chiese ancora con fare scocciato"Mi spiace disturbarla a quest'ora, ma un amico ha urgente bisogno di lei"spiegò la voce dall'altra parte. L'uomo montò su tutte le furie:che voleva dire?Si accorse di non avere acceso il monitor che riportava quello che la telecamera riprendeva. Lo fece, ma il video aveva delle interferenze"Chi è quest'amico?"chiese cercando di decifrare l'immagine. Nessuna risposta. Il signor Bonelli imprecò:perché proprio a quell'ora?e soprattutto perché aveva deciso di rispondere?Stava per agganciare con violenza il citofono quando l'immagine diventò nitida:davanti alla porta non c'era nessuno, ma in un angolo vide una figura. Anche avvicinando l'obiettivo non si sarebbe visto niente, gran parte del corpo era fuori dal circuito chiuso della telecamera. Così, imprecando di nuovo,decise di uscire portandosi dietro le chiavi per non rimanere bloccato all'esterno. Ora vedeva bene l'angolo:la figura era seduta, girata di spalle, e si dondolava. Si guardò intorno, forse c'era qualcun altro ma così non era. Si avvicinò ancora di più e si rese conto della giovane età di colui al quale stava andando incontro"Eri tu che mi cercavi?"chiese con il cuore in gola. Sembrava malridotto e malato, perché non stava dondolando, ma tremava. L'uomo continuò ad avanzare, sempre con un occhio avanti e uno vicino alla porta"Hai bisogno d'aiuto?"fece per toccargli una spalla, ma la figura si girò:era un bambino, con lo sguardo perso nel vuoto. Il signor Bonelli sentì il cuore schiantarsi al suolo e di scatto indietreggiò; il bambino continuava a fissarlo, ora con sguardo accusatore, mentre lui cercava disperatamente le chiavi di casa. Entrò e chiuse a doppia mandata la porta, appoggiandosi su di essa"Com'è possibile?"chiese senza più fiato"Sei cambiato Arti"sussurrò una voce. Di nuovo si rialzò di scatto per vedere qualcuno seduto sul divano;una serie di pensieri affollavano la sua mente uno dietro l'altro in pochi secondi"Chi è?Come ha fatto a entrare?Come conosce il mio soprannome?Come faceva quel bambino a essere qui?"ma non poteva dare risposte a queste domande. Si accese una luce:la persona che prima era sul divano non era più lì, c'era solo una pozza di sangue dov'era seduta. Adesso era in piedi, davanti alla televisione, ed era la ragazza del bar:il cappotto era aperto, aveva una camicia bianca, o per lo meno era quello il colore che si vedeva attraverso il sangue che la sporcava "Sei cambiato, sei passato dai bambini alle prostitute"Il Bonelli sentì di non avere più fiato mentre la ragazza pronunciava queste parole. Le chiavi gli caddero dalle mani e anche lui si sentì mancare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 08, 2017 ⏰

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