1° capitolo: Tulipani

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Fiori. Continuavo a correre in questo campo. Il loro profumo, la loro visione mi piacevano troppo per poter smettere di correre. A un certo punto, però, i fiori erano svaniti. Anzi,non tutti. Erano rimasti solo dei tulipani. Questi ultimi però erano secchi. Non ispiravano gioia come i fiori del campo di prima. Erano su un tavolo trasparente. Ne raccolsi uno rosso. Sembrava che si fosse seccato da tanto tempo.
Una campana. La sentii forte. Più che una campana era una campanella, anzi, era l'irritante suono della sveglia. Le sei e trentacinque. La nuova giornata era pronta per me, ma io non lo ero altrettanto per lei. Roberto stava ancora sonnecchiando e con la voce lieve mi diede il buongiorno. Mi svegliai per preparargli il caffè. La mia bambina stava ferma nel letto cosciente che, da un momento all'altro avrebbe dovuto alzarsi. Provavo a chiamarla ma non rispondeva. Quella mattina avrebbe dovuto svegliarsi subito e prendere l'autobus, ma, come era consuetudine da 3 giorni lo perse e si fece accompagnare da Roberto in macchina. I 16 anni non sono stati facili per nessuno, soprattutto per le ragazze. Maria, però, non sembrava essere "spaventata" dalla sua età. O almeno così mi sembrava, dato che a quell'età si tende a voler nascondere tutto a tutti. Non aveva niente da invidiare alle altre ragazze: era alta, bella e intelligente. Aveva il ragazzo, ma si sa, ci si lascia e ci si piglia e lei era stata lasciata. Natale era vicino e lei in fondo era contenta di non dover fare regali a nessuno.
Mia figlia é proprio come ero io.
Io e Roberto ci siamo conosciuti quando eravamo molto giovani. Quando io avevo vent'anni ci siamo sposati e a ventuno ho partorito. Roberto é due anni più grande di me. É un po' il tipico uomo del Sud, molto attaccato alla famiglia e soprattutto molto passionale. A letto era veramente imbattibile, il numero uno.
Quel giorno stava accompagnando di nuovo Maria a scuola e sicuramente le avrà fatto un discorso infinito sulla puntualità. Anche a me toccava lavorare. La merceria mi aspettava, come il cantiere edile aspettava Roberto. Insieme riuscivano a mettere insieme abbastanza denaro da permetterci una vita ottimale. La mia laurea in farmacologia poteva fruttarmi molto di più, ma il destino mi ha giocato un brutto scherzo e a questo non posso fare proprio niente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 01, 2015 ⏰

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