Incontri

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Sperduto.
Completamente solo nella moltitudine di persone che ruotavano intorno a me. Ogni tanto sentivo pronunciare il mio nome o quello dei miei genitori.
Spaventato.
Tutti parlavano di me ma nessuno si curava di me. Ignorato in un angolo solitario, abbandonato a me stesso.
Non volevo piangere. Sebbene nessuno mi guardasse per davvero, era importante non lasciarmi andare ai sentimenti, per evitare che qualcuno lo notasse.
Cercai di non pensare ai miei genitori brutalmente uccisi dal demone contro cui stavano combattendo entrambi.
E contro cui entrambi avevano fallito.
Cercai di non ricordare come mia madre mi avesse spinto via, cercando di nascondermi al demone, impedendomi di combattere al loro fianco.
Scossi la testa, cercando di mandare via i ricordi che ormai erano invece impressi a fuoco nella mia memoria e tentai di distrarmi guardandomi intorno fra quelle persone che dicevano di essere tristi per me, per la mia perdita, ma la verità era che si consolavano a vicenda e nessuno aveva ancora provato ad avvicinarsi a me. Li scrutai uno ad uno finché non scorsi due ragazzi che avevano più o meno la mia età che parlavano lanciando brevi sguardi nella mia direzione.
Uno era alto, con dei lunghi boccoli biondi e l'incarnato pallido, con i muscoli ben definiti evidenti anche sotto la giacca bianca; aveva degli strani occhi, sembravano dorati, luminosi come il sole all'alba. Era un tipo sicuro di sé, lo capivo dal suo modo di stare in piedi, dalla schiena dritta che quasi ostentava spavalderia.
L'altro invece era timido. Si guardava furtivamente intorno, come ad accertarsi che nessuno lo guardasse, sembrava che stesse vicino al biondo solo per far confluire tutta l'attenzione verso l'amico. Aveva i capelli neri, lui, come una notte di luna nuova, e degli occhi che invece erano più azzurri del cielo senza nuvole nel mese di marzo. Adoravo quel contrasto, la sua pelle chiara lo faceva risaltare ancora di più.
Parlavano sottovoce, finché il biondo annuì all'amico e si avvicinò a me.
<<Hey, dovresti essere al centro dell'attenzione. Se fossi in te, non starei in un angolo a guardare come tutti parlano di me... farei in modo che parlassero di me>> mi disse ammiccando, quasi tentando di tirarmi su di morale, con quella battuta che mi sembrò quasi inopportuna ad un funerale.
<<Di solito mi piace>> gli risposi, tetro <<ma questo non è il giorno adatto per mettersi a cantare in mezzo alla pista e far scendere glitter dal soffitto>> commentai sarcasticamente.
Forse ero stato un po' troppo acido. In fondo, aveva tentato di tirarmi su di morale con un piccolo scherzo, ed era stato il primo fra la moltitudine di shadowhunters che avevo incontrato nella sala grande dell'Istituto dopo il funerale dei miei ad avermi rivolto la parola.
<<Jace>> lo richiamò Occhi-Azzurri <<non fare lo spiritoso, non mi sembra proprio il momento.>> poi si scusò rivolgendosi a me.
Io sospirai <<Scusate voi, ragazzi. Anzi, grazie per avermi parlato, almeno. Qui dentro sembra che nessuno mi abbia ancora notato>>.
Il biondo, che avevo capito si chiamasse Jace, mi diede una pacca amichevole sulla spalla <<Fanno sempre così, quelli. Per loro non è importante cosa stai provando, pensano che un ragazzo di 17 anni possa affrontare la morte come un uomo di 50.>> sospirò <<Ma noi non siamo uomini di 50 anni, vero Alec?>> poi, rivolto a me:<< Dicci cosa possiamo fare e noi cercheremo di renderci utili>>
Alec ridacchiò. Era proprio carino.
<<Sì, beh, cercheremo di fare il possibile. Non ci sono molti ragazzi in giro e penso che tu abbia bisogno di qualche amico>> mi fece l'occhiolino e, per un secondo, mi mancò il respiro. Certo che era bello, quell'Alec.
Sorrisi.
<<Grazie, ragazzi. Anche solo questo vale molto per me. Comunque, sono Magnus>>
<<Io sono Jace>> disse il biondo, indicandosi <<e lui è Alexander. Ma se preferisci puoi chiamarlo Alec>>
Strinsi la mano ad entrambi.
Parlai con loro finché non annunciarono che sarei stato ospite dell'Istituto di New York a tempo indeterminato.
Sorrisi dentro di me, perché sapevo che sarei potuto restare accanto ad Alec e, una volta ritrovata la mia sfacciataggine, avrei potuto perfino provarci con lui.

Qualsiasi cosa accada || MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora