La lunga strada che riportava a casa sembrava andare avanti, sempre più avanti... la strada continuava a distendersi davanti al veicolo all'infinito.
La luce che filtrava attraverso i rami degli alberi illuminava i finestrini, facendo brillare i suoi occhi.La zona circostante era piena di altissimi alberi verdi che formavano una foresta intorno alla strada. L'unico suono era quello del motore dell'auto mentre viaggiava lungo il sentiero.
Era tutto così tranquillo e sereno...
Anche se la corsa sembrava bella, mancava ogni forma di "bellezza" per i suoi passeggeri...La donna di mezza età dietro al volante aveva corti capelli castani che si intonavano bene con la sua carnagione scura. Indossava una t-shirt verde scollata e dei jeans blu.
Degli orecchini a forma di diamante decoravano le sue orecchie, che si intravedevano da dietro il suo taglio di capelli. Aveva gli occhi verdi, profondi, che brillavano sotto quella debole luce. Non c'era molta importanza nel suo aspetto...L'espressione del suo viso era cupa e triste, anche se sinceramente sembrava una che sorrideva spesso.
Si soffiava il naso di tanto in tanto, e spesso dava uno sguardo nel retrovisore per guardare dietro, suo figlio giaceva sul sedile posteriore... era curvo su sé stesso, con le braccia strette al petto, e la testa premuta contro il freddo finestrino.Il ragazzo non aveva alcun aspetto normale... chiunque poteva chiaramente vedere che qualcosa non andava in lui. I suoi capelli marroni erano disordinati, la sua pelle era chiara quasi grigia, e brillava alla luce che attraversava quel gelido finestrino. I suoi occhi erano scuri, a differenza di sua madre, lui indossava una t-shirt bianca e pantaloni normali che gli erano stati forniti dall'ospedale.
Gli abiti che aveva indossato prima erano così insanguinati, che non erano più indossabili.
Sul lato destro del suo volto mostrava alcuni tagli, e uno gli divideva il sopracciglio. Il suo braccio destro era fasciato fino alla spalla, era stato tagliuzzato profondamente quando il suo fianco destro aveva colpito il vetro dell'auto che andò poi in frantumi.Le sue ferite sembravano essere dolorose, ma in realtà non riusciva a sentire... nulla. Non ha mai potuto sentire una singola cosa. Era solo una delle glorie del suo essere. Una delle tante sfide che ha dovuto affrontare crescendo. E' cresciuto con la rara malattia che lo ha reso completamente insensibile verso il dolore. Mai prima d'ora si era fatto male. Se perdesse un braccio non se ne accorgerebbe nemmeno.
Un altro disturbo importante che aveva affrontato nella sua vita, era quello che lui chiamava "soprannomi offensivi", che dovette sopportare nel breve periodo in cui frequentò la scuola elementare, prima di essere trasferito in una scuola privata. La sua malattia si chiamava Sindrome di Tourette, che gli ha causato non solo insensibilità al dolore, ma soprattutto tic nervosi che non riusciva a controllare.
Aveva anche imparato a rompersi il collo in modo incontrollabile.
Il suo vero nome era Toby Rogers, ma i ragazzi che lo prendevano in giro lo chiamavano "Ticci Toby", e gli insulti lo portavano certe volte ad avere reazione estremamente esagerate... così fu espulso dalla scuola pubblica per il bene dei compagni.
Era troppo difficile per lui vivere in un ambiente di apprendimento comune con gli altri bambini, anche perché il suo divertimento più grande era pugnalare...
Toby guardava con aria assente fuori dal finestrino, il suo viso era privo di qualsiasi emozione, e ogni tanto le sue spalle o braccia, o i suoi piedi, si contraevano.
Ogni movimento improvviso dell'auto lo faceva innervosire. L'ultima volta che Toby vide il sedile della sua macchina fu quando si schiantò... pensava in continuazione a quell'incidente... inconsciamente, la sua mente riproduceva tutto ciò che aveva vissuto. Toby era stato fortunato, ma sua sorella no. Quando pensava a sua sorella maggiore, non poteva impedire che i suoi occhi cominciassero a lacrimare.