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«Che cosa sai di quell'uomo, Rachel?» mi chiede nonna a colazione.

In qualche modo conosciuto solo a lei, è riuscita a controllare tutto il suo disappunto per l'improvvisa comparsa di Mike. Alla cena di bentornato per mia mamma, una cosa informale insieme a papà e Patricia, si è comportata come lo conoscesse da sempre, facendo domande non troppo personali ma mirate a capire meglio il personaggio.

«Poco e niente», dico sorseggiando il mio caffè.

Abbiamo deciso che per il resto della settimana rimarrò dai nonni. Condividere l'appartamento con mamma e il suo fidanzato mi metteva in imbarazzo, così ho anticipato il mio trasloco per la gioia di nonno Edward che sembra immensamente felice di avermi tra i piedi. In verità trascorro quasi tutto il tempo nella vecchia camera di mio padre, adesso mia, a leggere e correggere le bozze che Timothy mi ha inviato via mail per il numero di apertura del giornale.

«Tua madre è sempre stata un po' avventata», continua nonna. «Mi chiedo cosa lei sappia di quell'uomo. A vederli insieme sembra tornata adolescente.» Scuote la testa con disapprovazione. «E se fosse un malintenzionato?»

«A dire la verità è stato un famoso giocatore di football», spiego paziente. «Ha dovuto lasciare lo sport a seguito di un infortunio, ma lavora comunque nel settore.» Questo me l'ha spiegato lui in una delle nostre conversazioni.

«E in quale universo parallelo ha conosciuto tua madre?»

«Era in Cina per partecipare a un programma televisivo. Amici in comune a quanto ho capito.»

Nonna cerca di camuffare un'espressione disgustata.

Sono preoccupata per mia mamma. La situazione mi sembra precipitosa e avventata e conoscendola non mi stupirebbe ci fosse qualche sorpresa in agguato. Anche papà ha mostrato delle riserve nei confronti di Mike, ma non voglio sbilanciarmi in giudizi affrettati, mamma non è più una ragazzina e sono sicura che il periodo all'estero l'abbia aiutata a mettere la testa a posto.

«Mi accompagnerà mamma al campus», dico per cambiare argomento e distrarre nonna.

«Mi sembra giusto», dice. Capisco che ci è rimasta male. Sicuramente voleva venire con me e accertarsi che la mia camera del dormitorio fosse pulita e accogliente.

Il fatto di non aver frequentato i miei nonni per diciotto anni della mia vita mi sembrava strano all'inizio, ma col tempo ho capito che resettando qualsiasi idea c'eravamo fatti nel corso degli anni si poteva provare a instaurare un rapporto civile e amichevole. Forse anche affettivo. Non sono ancora sicura che nonna mi piaccia, alcune sue idee le trovo un po' antiquate e la sua necessità di apparire e mettersi in mostra è stressante, ma non conosco altra donna determinata e puntigliosa come Elinor Anderson. I domestici la temono e nonno ha imparato a sopportare la sua mania di controllo.

«Vuoi venire anche tu?» chiedo poggiando la tazza.

«Non voglio essere di troppo», risponde senza guardarmi.

«Credo che il tuo giudizio potrà essermi utile», le dico. In questo modo non devo far finta di pregarla e soddisfo il suo ego.

«Lo credo anche io. Di' a tua madre che passeremo a prenderla alle otto.» Poi si alza e si sistema i capelli impeccabili con la mano ingioiellata. Nonna indossa sempre dei pantaloni di tessuto comodo e delle ampie maglie dai colori accesi che svolazzano a ogni suo movimento. Sembra quasi di vederla fluttuare da una stanza all'altra.

«Ci saranno alla festa di domani?» mi domanda avviandosi alla porta.

«Immagino di sì», dico. Mi ero quasi dimenticata dell'ennesima stupida festa in mio onore. «Papà e Patricia ti hanno già dato conferma?»

«Sì», sospira. «Sono sicura che sarà una cena magnifica», aggiunge poi. «Sono così contenta che inizi finalmente a dare segni di ripresa. Ero così preoccupata sulla tua salute, cara. Sembrerà assurdo sentirmelo dire ma sono quasi felice che tua madre si sia portata il ragazzo e ti abbia obbligata allo sfratto. Frequentare la vita del campus ti farà bene e il dormitorio che ti ho trovato ti piacerà da matti. Tra l'altro conosco una delle tue coinquiline, è la figlia di nostri cari amici. Suo padre è un famosissimo chirurgo plastico, le mie amiche lo tengono in grande considerazione.» Fa una smorfia. «Ma sua moglie è un donnino delizioso e sono più che certa che anche Carly ti piacerà da matti.»

«Ci saranno anche loro alla festa?»

«No, purtroppo non sono ancora rientrati da un viaggio, quell'uomo si è sempre portato la moglie a ogni conferenza, seminario o viaggio di lavoro. Sono una coppia così carina, te ne accorgerai.»

«Sono sicura che andremo d'accordo», dico, anche se in realtà non m'importa granché. Ho avuto modo di conoscerle queste "figlie o nipoti degli amici" e mi è parso subito chiaro che non avrei mai desiderato averci a che fare. Di solito è gente che finge di essere ciò che non è. Si dimostra figlia modello, diligente e affidabile e poi, appena esce dal radar di famiglia, si trasforma in stile mister Hyde. No grazie.

Per un istante mi viene in mente Sanne, lei è stata la prima vera amica che ho trovato al liceo prima che tutto precipitasse rovinosamente. Non l'ho più vista né sentita dal diploma, so che ogni tanto ha qualche contatto con Malek, ma non ne parliamo mai volentieri. Lei è sempre stata più propensa nei suoi confronti, meno incline a portare rancore. Io sono molto più drastica.

«Buongiorno, Rachel», mi saluta il nonno entrando in sala da pranzo. «Mi hanno detto che eri qui.»

«Hai bisogno di qualcosa?» chiedo. Nonno Edward riesce sempre a farmi tornare il buon'umore. Non mi è mai capitato di vederlo arrabbiato o contrariato, ha sempre una grandissima padronanza di sé e uno spiccato senso dell'umorismo.

«Hai tempo di accompagnarmi dall'antiquario? Vorrei vedere se riesco a trovare un tavolino per il mio studio. Possiamo fermarci a comprarti un vestito per la festa di domani, se vuoi.»

«Perché non ci fermiamo fuori a pranzo, invece, sono stufa dei manicaretti della cuoca. Che ne dici di una bella porzione di patatine fritte?»

BETWEEN (The Again Serie #3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora