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La speranza è la forza della vita che ognuno custodisce, pur senza saperlo, nel profondo del suo cuore




L'anziano signor Finch assumeva sempre quell'espressione quando stava per formare sul tabellone la parola della vittoria, ma non perché le lettere fossero finite, semplicemente perché avrebbe fatto così tanti punti che Logan, non l'avrebbe raggiunto neanche se in seguito a quell'ultima il vecchio avesse saltato i restanti turni. Così il moro fissava incredulo il volto concertato di Stu, mentre corrugava la fronte, si grattava la punta del rugoso naso con l'indice destro per poi sistemarsi gli occhiali, prendere un respiro profondo e sistemare le lettere sulla tavola, decretando così la sua ennesima vittoria.

-Distruzione, contando che è conta tripla, e le lettere alcune sono doppie... Direi all'incirca duecento punti. Conta tu ragazzo, sei più sveglio di me-

Logan si mise a contare ed i punti risultarono centottanta, per la precisione.

-Ha vinto ancora signor Finch. Prima o poi mi deve insegnare il suo trucco.-

-Oh, io non ho trucchi. Come puoi notare le parole che ho fatto io sono piuttosto semplici, le so mettere al posto giusto, niente di che.-

-Signor Finch, è l'ora di andare adesso- disse l'infermiera, appena avvicinatasi al tavolo da gioco dei due.

-Arrivederci ragazzo-

-A presto signor Finch-

Dopo aver salutato il vecchietto, si incamminò verso casa più pensieroso del solito.


Distruzione.

Quella fottuta parola che gli aveva ronzato in testa per tutta la sera. Quella fottuta parola che gli ricordava il passato. Quella fottuta parola che viveva ancora nel presente e che di certo non avrebbe dimenticato in futuro.

Più volte aveva pensato di poter modificare il futuro, più volte aveva pensato di agire, ma come? Aveva paura, non era abbastanza forte per affrontarlo, poi era solo. Come aveva potuto distruggere tutto? Non solo la sua vita, ma anche quella di lei... Ancora così piccola e indifesa. Ma l'avrebbe trovata, ne era certo.

-Lasciala andare! Prendi me, non lei! Cosa ti ha fatto di male?-

-Cosa mi ha fatto? Osi anche chiedermelo, Logan? É nata, ecco cosa ha fatto. Ha ricevuto l'amore che dovevo ricevere io. Si è presa anche il tuo.-

-Sei solo un bastardo Max. La gelosia ti ha accecato per tutto questo tempo. Adesso lasciala andare.-

-No, addio Logan. Saluta Logan, Amanda.-

-Dove andiamo Max?- chiese la bambina con gli occhi color del mare.

-A giocare...- e con una smorfia il ragazzo se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.

-NO!- gridò Logan, svegliandosi da quell'incubo che ormai lo perseguitava da cinque anni.

Guardando la sveglia, notò che era ormai ora di andare alla casa di riposo. Aveva il turno della mattina, doveva dare la colazione, sistemare alcune stanze e poi avrebbe giocato a scarabeo con Stuart Finch, come tutti i giorni.

Il lavoro alla clinica era l'unica cosa che lo distraeva dalla solitudine che abitava in casa sua da un po' di tempo ormai. Anche quando vi erano i suoi genitori, si sentiva costantemente solo, visto che si chiusero talmente tanto in loro stessi che non si accorse neppure di quando se ne andarono da quella casa, avendo ormai perso la speranza di ritrovare la loro piccola Amanda.

Scrabble | Logan LermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora