Rimani

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Dopo quel bacio sperava di riportala indietro. Aveva parlato con Belle al riguardo, e la speranza in lui era grande.

Certo, il bacio non serviva solo a quello: aveva bisogno di lei, delle sue labbra. Quanto gli erano mancate!

- Rimani, capitano?

Ecco, questo non se l'aspettava. Era ancora l'Oscura, anche se sotto quella richiesta gli parve di percepire un aspetto del carattere di Emma. Prima del suo sacrificio lei stava iniziando a mostrarsi, anche se titubante.

Quanto aveva aspettato quelle parole! E adesso aveva paura a rispondere.

Un sì avrebbe implicato che stava al suo gioco, facendole pensare che poteva essere oscura quanto voleva senza che a lui importasse, che tutto potesse risolversi così.

Un no avrebbe forse scatenato la sua furia, non solo verso di lui; per questo aveva paura anche per gli altri. Non sapeva ancora come ragionava, doveva imparare a conoscerla di nuovo.

Sospirò, cercando di pensare il più velocemente possibile.

Emma gli si avvicinò ancora di più, andando a cercare nuovamente le sue labbra, stuzzicandolo carezzandogli il naso con il proprio, strofinandolo sulle sue guance.

Uncino cercò di regolare il respiro. "Pensa. Nessuno ti sta sfiorando il volto. Pensa e basta!"

Eppure gli sembrava che la fronte iniziasse a imperlarglisi di sudore, e il respiro ad accelerare, senza che lui lo volesse.

- Emma...

- Mmm...

Lei era passata a baciargli il collo.

"Devi essere più convincente!" Si rimproverò mentalmente Uncino, facendo però fatica a far uscire le parole.

- Non puoi...

- Cosa?

Chiese lei, senza smettere di dargli dei baci.

"Oh, al diavolo!"

Uncino si fiondò sulla sua bocca, senza pensare troppo.

Si fermò un attimo, riprendendo fiato.

"Magari questo funzionerà meglio dei baci" fu l'unico pensiero che riuscì a formulare prima di lasciarsi trascinare in camera da Emma.

I biondi capelli erano sparsi sul cuscino, e lei stava fissando il soffitto della sua nuova casa.

Un leggero sorriso le affiorava sul volto. Si stiracchiò, portandosi le braccia sopra la testa.

In questo modo le coperte le scoprirono un poco il corpo e subito corse e ricoprirsi, rabbrividendo appena.

Si girò, guardando l'uomo addormentato accanto a lei: era girato sul fianco, con il volto verso la sua figura, sereno, che emetteva piccoli sospiri.

Lo fissò, passando mentalmente la mano sui suoi tratti, osservando bene ogni dettaglio del suo viso.

Lo aveva cercato, lo aveva seguito e poi aveva aspettato che lui la chiamasse.

Finalmente quando lo aveva fatto quasi non si conteneva più dalla gioia. Come Henry, era l'unica persona con cui volesse veramente parlare, provare a essere sé stessa.

"Ora tu sei questo" queste parole le vennero urlate nella mente, ma lei chiuse gli occhi e scosse il capo contro il cuscino.

Affondò la faccia in questo e strinse gli occhi: era felice in quel momento, si sentiva come non era da tempo. Serena, in pace, tranquilla.

Il viaggio dell'OscuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora