Invisible

1.7K 132 68
                                    




Respirava semplicemente, un piede dopo l'altro mentre si concentrava sul proprio respiro. Qualcuno lo stava chiamando, si girò.
Minho gli sorrise come al solito e lo affiancò, iniziò a parlare, inizialmente Newt ci stette attento, ci provò per lo meno, poi però tutto quello che il moro disse si assottigliò fino a diventare un brusio di sottofondo confuso. Gli occhi di Newt si fissarono su un ragazzo.
Era dalla parte opposta della strada e rideva, stava scambiando delle parole con una ragazza mora, Teresa, un altro ragazzo si aggiunse a loro; capelli radi e viso schiacciato, Gally.
Li guardò, Newt.
Li guardò con desiderio di essere li, al fianco del ragazzo che stava continuando ad osservare, Thomas.
Sentì qualcuno dargli uno scossone. Era Minho che probabilmente si era accorto della disattenzione dell'amico.
-Dovresti smetterla- gli disse solo, Newt capiva perfettamente, Newt sapeva di doverla smettere ma semplicemente non ce la faceva.
Strinse le mani e poi le mise nelle tasche del suo lungo ed elegante cappotto, qualcosa di non proprio adatto ad un diciannovenne, ma a lui piaceva e lo indossava comunque.
-Sta zitto Minho- gli disse prima di distogliere lo sguardo da Thomas e riportare l'attenzione sulle parole del moro.
L'altro lo guardò di sbieco, tacque per un po', ma quando varcarono il cancello di scuola ricominciò a parlare come una macchinetta.
Newt e Minho presero posto ai soliti banchi, tirarono fuori le proprie cose e iniziarono a seguire svogliatamente la lezione.
Newt riuscì a tenere la concentrazione più dell'altro, che era già con la testa sul banco a sperare che la giornata finisse presto. Il biondo prese un paio di appunti, cercando di impiegare la mente su altro che non fosse Thomas. Ci riuscì per una; due; tre ore; alla quarta crollò e spostò lo sguardo fuori dalla finestra, si fermò ad osservare l'ondeggiare delle foglie scosse dal vento, prestò attenzione ad un pettirosso che si era appollaiato su un ramo ben distante dalla finestra della classe. La voce gracchiante della professoressa svegliò di colpo Newt e un secondo dopo si ritrovò fuori dall'aula.
Era la quarta volta che capita in una settimana, avrebbe dovuto smetterla, proprio come aveva detto Minho, ma lui non aveva intenzione di farlo.
Con passo cadenzato arrivò davanti una macchinetta, inserì due monetine e pigiò qualcosa a caso sul tastierino, la spirale di metallo degli M&M si mosse, lasciandone cadere un pacchetto, Newt si accucciò e lo prese dalla fessura sotto la macchinetta, gli era andata bene, poteva capitargli un pacchetto di gomme. Lo aprì e se ne mise uno in bocca, buttò giu e si voltò quando sentì dei passi arrivare nella sua direzione.
Thomas passeggiava tranquillo e gli rivolse un sorriso quando lo vide, sempre di buon umore, Newt si chiedeva come facesse. Il ragazzo comunque non lo raggiunse e si bloccò davanti al distributore da dove erano caduti gli M&M del ragazzo biondo, schiacciò i pulsanti e si chinò, tirò fuori una bottiglia di Coca Cola e senza voltarsi verso di Newt se ne andò.
Intanto l'altro era rimasto fermo, paralizzato dall'imbarazzo, nella testa solo il sorriso del ragazzo, era la prima volta in due anni che Thomas si accorgeva di lui. Newt aveva voglia di saltare ma rimase fermo, con il pacchetto di plastica in mano.
Suonò la campanella, la giornata era finalmente finita e il desiderio di Minho si era finalmente avverato. Newt camminò veloce, tanto che sentì l'amico chiamarlo ancora e ancora. Si bloccò e si voltò, scuotendo la testa.
-Scusa- disse quando Minho lo raggiunse
-Ma che hai oggi?- chiese passandosi la mano tra i capelli, il biondo non sapeva come rispondere, e con lo sguardo fisso in avanti tirò fuori qualche parola biascicata
-Mi ha guardato- Minho si bloccò, facendo bloccare anche Newt, poi entrambi ripresero a camminare
-Capisco-
Non aggiunsero altro, non c'era nulla da aggiungere in effetti, Minho aveva capito, non serviva sprecare tempo a parlare.
Il resto del tragitto lo passarono in silenzio assoluto, poi si fermarono, si guardarono
-A domani Newt-
-A domani Minho-
Si lasciarono così, ognuno prese una strada diversa e si separarono.Newt cacciò fuori dalla sua tasca il telefono e un paio di cuffiette, le guardò per un attimo ma poi le rimise dentro, niente musica, voleva ascoltare il suono del vento.
Il suo cappotto iniziò a svolazzare a causa del suo passo svelto, il ciuffo biondo era tirato all'indietro e le mani stavano rigorosamente in tasca.
Mentre lo sguardo vagava davanti ai suoi piedi gli venne un'idea. Affrettò il passo ed arrivò a casa, salì in camera rapido e si tolse il cappotto, si cambiò in fretta, indossando un maglione largo e una tuta grigia (di quelle aderenti ma non troppo). Prese una sciarpa e se la avvolse intorno al collo, poi si infilò un giacchetto nero e in fretta tornò al piano inferiore, da una stanza tirò fuori la sua chitarra e se la mise in spalla urlando qualcosa
-Mamma esco, a dopo- non rimase tanto a lungo da sentire la risposta e quindi uscì, strofinando le mani tra di loro; per poi scaldarle con il fiato.
Dopo un po' arrivò davanti ad un parco, era quasi vuoto e quella desolazione lo fece quasi sorridere.
Non amava avere compagnia quando suonava lì.
Entrò nel parco aggiustando la chitarra in spalla, si guardò intorno e gli alberi pieni di foglie castane lo riempirono di qualcosa, qualcosa di bello che Newt non sapeva definire.Si sistemò su una panchina non visibile dall'entrata e tirò fuori la chitarra dal fodero, se la sistemò sulle gambe e iniziò a strimpellare qualcosa. Quando fu sicuro di aver scaldato le mani iniziò a suonare seriamente, una canzone sentita da YouTube in cui si rispecchiava molto.

Invisible ||NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora