-UNO-

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Sam si era da poco trasferita a Melbourne con il suo fratello maggiore, Jake, mentre i loro genitori erano rimasti a Sidney per lavoro.

La sua nuova scuola era stupenda: all'esterno era tinteggiata di un delicato giallo chiaro, appena dietro i cancelli si estendeva un enorme piazzale, su di essi c'era una grande insegna con scritto "Melbourne School", il nome della scuola, non era certo molto fantasioso. Era bellissima ma non proprio una delle migliori, era un istituto correzionale, per l'esattezza. Sam non era proprio entusiasta di andarci, perché lei non aveva commesso nessun reato, ma ne era stata accusata.

Quando arrivò, con dieci minuti di ritardo, un custode dall'ampio torace, le guance rosse e un blocco per appunti stretto sotto un braccio, stava impartendo ordini: quindi Sam era già rimasta indietro.

« Ricordate: non dimenticate le regole di base, e nessuno si farà male » abbaiò il custode ai tre ragazzi dei quali Sam non riusciva a vedere il volto, perché le davano le spalle. Sam si infilò rapida nel piccolo gruppetto. Stava ancora cercando di capire cosa le sarebbe successo in quella scuola, se quel custode era un uomo o una donna, se suo fratello avrebbe potuto fare qualcosa per farla uscire da lì.

« Mi scusi, potrebbe, ehm, ripetere? » domandò al custode « Pillole. Se sei uno studente in terapia, qui è dove puoi venire a drogarti e tutto il resto. » Per liberarsi di queste pillole, c'era voluto un mese in più di analisi ed ecco perché si era iscritta alla Melbourne School con un mese di ritardo, ma a quanto pare non era l'unica appena arrivata.

Schioccò un'occhiata furtiva agli altri tre ragazzi accanto a lei, erano due ragazzi e una ragazza. Lei era una facile da inquadrare: alta, bionda, truccata eccetera. Il ragazzo alla destra di Sam era agitato quanto lei ed era tutto intento a mordersi una pellicina sul pollice. L'altro ragazzo era alto e magro, capelli biondi arruffati e grandi e profondi occhi verdi. Aveva le labbra piene, di un rosa per cui molte ragazze darebbero qualsiasi cosa. A differenza degli altri due, quando si voltò a guardarla non distolse gli occhi. Il suo sorriso non era molto naturale ma lo sguardo era molto vivace. « Quelli di voi che sanno già tutto possono andare, naturalmente dopo aver buttato via gli oggetti vietati » . Il custode indicò una scatola di legno sul quale c'era un cartello che diceva OGETTI PROIBITI. Il custode si rivolse a Sam « Tu. Via gli oggetti vietati e seguimi. » Sam rimase sconvolta alla vista del contenuto della scatola: cellulari, cercapersone e altri apparecchi di trasmissione. Prese il cellulare nella mano sudata e lo mise nella scatola, era il suo unico collegamento con il mondo esterno. Il custode la portò nel suo ufficio, era piccolo, pile di fogli, cartelle e oggetti vari regnavano. Sulla scrivania c'era un vecchio computer, il custode si sedette davanti ad esso e cominciò a cercare « Allora: tutte le stanze singole sono già tutte occupate, con quella faccia che hai non puoi stare con un caso eccezionale, quindi sei in stanza con Jessica Brown e Taylor White » il custode rimase a guardarla in attesa di una risposta, come se Sam conoscesse quelle due ragazze. « Okay, lo prendo come un sì. Io sono Beth, se ti serve qualcosa dillo a me. » Ah, quindi è una donna ... pensò Sam. « Come ti chiami ? » « Samantha Anderson » « Okay sei nella stanza 23 ecco le chiavi » La custode le porse le chiavi e Sam si avviò verso la sua stanza. Nei corridoi giravano persone veramente strane: c'era un ragazzo con in testa solamente dei cespuglietti di capelli, una ragazza faceva graffiti su un muro e molti altri tipi di persone, se possono essere chiamati così. Sam non si sentiva pronta per questa scuola anche soprattutto per questo, lei non era una vandala o una killer, lei era una semplicissima ragazza con un piccolo problema: sin da quando aveva sette anni, nei momenti in cui era triste, in ansia o era preoccupata, vedeva delle ombre nere, grandi quanto erano grandi i suoi sentimenti. Nessuno le credeva, nessuno eccetto suo fratello naturalmente, i suoi genitori le avevano fatto fare centinaia di sedute dallo psicologo e, quando queste ombre si manifestavano, lo prendevano come un gioco.

Appena Sam arrivò davanti alla sua stanza, le tremavano le mani. Appena girò la chiave una ragazza piena di piercing le andò addosso « Cosa vuoi tu? » Sam rimase sconvolta, poi arrivò un'altra ragazza da dietro « Hey ! Calma sarà la nostra nuova compagna di stanza, o sbaglio? » la ragazza con i piercing si buttò sul letto a fissare il soffitto e l'altra ragazza gli fa segno di entrare. Sam appoggia la valigia sul letto libero e comincia a disfarla. La ragazza che l'ha fatta entrare si siede sul suo letto « Io sono Jessica Brown, lei è Taylor White e tu sei ...? » « Io sono Samantha Anderson, piacere » Jessica la porta fuori dalla porta « Allora: Taylor non è affatto una brava persona, è una dei casi eccezionali, infatti ha un braccialetto elettrico al polso e ogni volta che fa qualcosa fuori dalla legge le viene mandata una scossa elettrica » Sam rimase a bocca aperta « E chi me lo dice che tu sei una brava persona? Sei comunque in un istituto correzionale. O sei stata accusata ingiustamente anche tu? » « No, io sono la figlia del proprietario della scuola ma è morto da cinque anni e sono costretta a vivere qui ». taylor la portò a fare il giro della scuola e, a fine giornata, tornarono in camera loro per riposarre. Il giorno seguente, per Sam, sarebbe stato il suo primo vero giorno di scuola.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 09, 2015 ⏰

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