C'era nebbia, quella notte.
Una nebbia insidiosa e fastidiosa che sembrava entrarti nelle ossa e nel cuore e che percorreva le strade della città e si prendeva tutto: l'insegna del ristorante in cui Nadia e Tiberio avevano fatto la prima cena assieme e si erano innamorati, l'ingresso del cinema in cui si erano dati il primo bacio, il campanile della chiesa in cui tra due settimane si sarebbero sposati e infine anche la loro vita.
Nadia e Tiberio avevano entrambi 30 anni e il loro era amore assoluto dalla prima volta in cui i loro sguardi si erano incrociati e quella notte stavano tornando dalla festa organizzata per il compleanno di lei. Tiberio aveva prenotato la sala da ballo dell'antica villa e aveva fatto in modo che tutti arrivassero in abiti sfarzosi per far sentire la sua Nadia una principessa.
Il sangue di Nadia spiccava rosso sul verde smeraldo del vestito elegante che aveva ancora addosso, le macchiava i capelli biondi ancora raccolti in un elegante crocchia. Il braccio piegato in una posizione innaturale terminava con una mano guantata di seta bianca che si stringeva sulla mano di Tiberio. Nadia era ancora viva, lo si intuiva dal sangue che usciva a bollicine dalla bocca semiaperta e dagli occhi scuri che andavano impallidendosi.
Nei suoi ultimi istanti aveva preso la mano di Tiberio che aveva avuto la fortuna di morire sul colpo nel terribile incidente ed era morta, immersa in quella nebbia puzzolente che si era allungata sulla scena come le cortine di un teatro a fine spettacolo.
E poi solito girotondo di forze dell'ordine e la sirena delle ambulanze che se ne andavano con le sirene spente, il viaggio delle salme ricomposte verso l'obitorio e infine l'oblio. Le lacrime dei parenti, le solite parole di circostanza, la rabbia per quel camionista ubriaco che sbagliando corsia aveva centrato la station wagon di Tiberio e l'amore immortale di Tiberio e Nadia era finito lì. In quella notte di nebbia. In un grumo di vetri rotti, pezzi di carrozzeria e brandelli di tessuto.
Quella notte successe che oltre la cortina di nebbia c'era una notte stellata e dalla volta celeste, quando Nadia esalò l'ultimo respiro, si staccò una luminosa stella cadente. La ragazza, prima di chiudere gli occhi, espresse un desiderio. Avrebbe voluto reincontrare Tiberio, in una prossima vita.
Qualcuno ascoltò la supplica di quella ragazza e la sua anima venne portata via da quel guscio ormai senza vita, assieme all'anima di Tiberio.
Era Ananke, il fato, a vegliare sull'ordine delle cose, e decise che Nadia meritava che il suo desiderio venisse esaudito.
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L'ultima luna d'Inverno
RomanceE se vi venisse data una seconda possibilità per amare?