Come tutto ebbe inizio

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Il suono della campanella, terribilmente familiare riscosse le coscienze meditabonde dei cinque ragazzi. Non tutti erano contenti di tornare all'ambiente angusto della scuola, ma non avrebbero potuto fare altrimenti per un'altra manciata di anni. I cinque ragazzi non potevano dirsi di conoscersi, ma almeno uno sapeva o almeno pensava di sapere il nome dell'altro, sebbene nessuno si sarebbe mai dichiarato amico dell'altro.
Dopo il discorso di inaugurazione del preside, ognuno seguì il proprio orario e si ritrovarono inconsapevolmente divisi in due gruppi.
"Buon giorno, ragazzi, e ben tornati dalle vacanze!" disse il professor Iodine, accogliendo i ragazzi nel laboratorio di chimica e presero posto secondo le loro amicizie: Kyle si sedette con Banquo, mentre Sydney vicino a Alissa.
"Ho pensato sarebbe stato bello cominciare l'anno con un esperimento facile e divertente: il saggio alla fiamma!" detto ciò, il professor Iodine divise i ragazzi in gruppi, e per pura casualità, Kyle si ritrovò alla sinistra di Sydney.
Il professore distribuì cinque vetrini contenenti cinque metalli polverizzati diversi, più un becco bunsen per ogni banco. Kyle storse il naso, notando che i cinque elementi non erano etichettati, e proprio mentre metabolizzava l'idea di un test d'ingresso con una punta di terrore, il professore confermò le sue parole.
"Tranquilli, il test non avrà ripercussioni sulla vostra media, ma diciamo che potrebbe aiutarla!" spiegò, iniziando a passeggiare fra i banchi.
"Ti prego, dimmi che hai studiato durante queste vacanze!" sospirò Kyle, rivolgendosi al biondo che rispose facendo di no con la testa.
"Ma qualcosa la ricordo." annuì, avvicinando i vetrini per osservargli meglio. "Puoi accendere il becco bunsen? Prima iniziamo più tempo abbiamo per pensarci!" gli sorrise e Kyle annuì, girando la rotella, ma ne uscì solo un sibilo sofferente del gas.
Sydney stava facendo uno schizzo della tavola periodica riempiendo i buchi che si ricordava, quando poi fu distratto dal colpo di tosse del moro.
"Mh?"
"Non si accende!" borbottò.
"Usa l'accendino!" rispose Sydney, guardandolo con la stessa aria con cui si guarda un bambino che chiede perché due più due fa quattro. Il moro annuì, prese l'accendino dalla tasca e poi riaprì il becco bunsen, ma si bloccò.
"Come fai a sapere che ho un accendino?" domandò, e Sydney gli rispose alzando gli occhi azzurri come il mare.
"Perché puzzi di fumo!"
"Oh!" fu la sua risposta, ed immediatamente dalla punta del becco bunsen si schiuse un fiore di fiamme rossastre. Kyle si irrigidì e si guardò attorno: erano tutti occupati a fare il saggio alla fiamma, il professore era girato di spalle a parecchi banchi di distanza e Sydney aveva ancora la faccia rivolta al foglio. Tirò un sospiro di sollievo: nessuno aveva visto che aveva acceso il becco senza l'ausilio dell'accendino.
Sydney preparò il primo bastoncino intinto in una polvere bianca e subito la fiamma sprigionò una fiammata arancione.
"Calcio!" disse. Poi fu il turno di una fiammata verde- manganese-, di una azzurra- selenio -, di una bianca- piombo- e poi di una rossa.
"E questo? Ferro?" ipotizzò Sydney, provando ancora a fare il saggio alla fiamma.
"No... credo sia litio." mormorò Kyle.
"Cosa te lo fa pensare?" domandò Sydney, subito affascinato da un lampo di luce rossa che attraversò gli occhi del moro.
"Il litio si trova in qualche psicofarmaco e da piccolo avevo provato a darne fuoco a qualcuno. Mi ricordo una piccola fiamma rossa e la rabbia di mio padre nel bruciare le medicine di mia madre!" sorrise, di un sorriso stanco.
"Oh. Mi dispiace, non sapevo!" disse Sydney e Kyle fece spallucce. La campanella suonò ancora e i due consegnarono il foglio.

"C-ciao Lydia!" sussurrò Skylar, sedendosi al banco vicino a quello della ragazza dai capelli rossi. Per tutta risposta, Lydia lo ignorò, continuando a mandare messaggi a qualche amica, allora Skylar si schiarì la voce e tentò di nuovo.
"Hai... hai passato una bella estate?" domandò con voce più alta. Lydia alzò gli occhi, poi si girò, guardandosi attorno, per poi indicarsi con faccia incredula.
"Stai dicendo a me?" domandò, e Skylar annuì. "Ah, bene! Ho passato una bella estate! E tu, Sylar?"
"Skylar!"
"Come?"
"Skylar! Mi chiamò Skylar. Con la K" mormorò.
"Ed io che ho detto?" domandò, sbattendo le ciglia.
"Lasciamo perdere." sbuffò, ritraendosi, giusto in tempo per vedere Doug, il ragazzo di Lydia, sedersi al banco dietro di lei, non prima di averle dato un bacio sulle labbra. La lezione iniziò e Lydia si ritrovò più volte a fissare Skylar. Non sapeva cosa aveva di diverso, rispetto alle altre volte, ma oggi aveva un aspetto più familiare.
Dal canto suo, Skylar rimase tutto il tempo con la mano poggiata sulla guancia, scarabocchiando su un foglio, quando alzò lo sguardo, notando che quel ragazzo dai capelli rosso scuro che non conosceva bene si era addormentato.
Non era molto lontano dal raggiungerlo, allora impugnò una matita ed iniziò a punzecchiarlo, ma si congelò dal terrore quando sentì che Tyler emise un gemito, come chiedesse di dormire ancora.
"Windy! Powerth! L'anno non è ancora iniziato e voi volete già passare il pomeriggio in punizione?" domandò la professoressa Vox di letteratura latina. Tyler si alzò di scatto, mormorando qualche scusa, e la Vox fece dondolare la testa, sospirando. "Solo perché è il primo giorno, sono magnanima! Aprite il libro a pagina 59".
Lydia sorrise a quello spettacolo, ma aspettò fino al suono della campanella prima di raggiungere Skylar per il corridoio e domandargli scusa.
"Tranquilla. Non è la prima volta che lo fai. Dall'asilo, più o meno!" le sorrise.
"ASILO?" sbottò lei, incredula.
"Sì, asilo... abbiamo fatto la stessa classe dall'asilo al liceo. Te lo ricordi?"
"Sì, certo!" sorrise lei, mostrando i denti perfetti e cercando di nascondere la figuraccia che a momenti avrebbe fatto. Era possibile vedere una persona per tanti anni e non conoscerla veramente? Doug arrivò poco dopo, prendendo Lydia per mano e portandola con sé.
Skylar sospirò, e sbloccò il lucchetto dell'armadietto, per poi girarsi ancora, sentendo un colpo alla spalla.
"Ehi bello, grazie per aver cercato di svegliarmi!" gli disse Tyler, porgendogli la mano. Skylar gliela strinse sorridendogli gentilmente. "Comunque, io sono Tyler!" disse
"Io Skylar!" e le luci della scuola vibrarono, lampeggiando come per festeggiare quell'unione.

Ricorderete certamente la preside del Bukowski High School. Capelli rossi, occhi castani e vispi, magra e aggraziata nonostante l'età. Il suo cognome era Vandom.
Era nel suo ufficio che sfogliava un prospetto economico per il ballo di inizio anno, arricciandosi ogni tanto una ciocca di capelli, quando un lieve bruciore pulso sul suo petto. Tirò fuori un ciondolo che rappresentava il cuore di Kandrakar in miniatura. Lampeggiava come un telefono che ha appena ricevuto un messaggio, allora si alzò e andò a chiudere la porta a chiave.
Abbassò la tenda e andò vicino ad uno specchio.
"Will Vandom. Mi ricevete?" domandò. Lo specchio fremette per qualche secondo, poi rivelò il volto dell'oracolo.
"Felice di rivederti, Will!"
"Lo stesso per me! Non sei invecchiata di un solo anno!"
"Sono i vantaggi di essere l'oracolo!" sorrise, poi tornando a farsi più seria. "Ho individuato cinque nuovi lottatori. Sono tutti nella tua scuola!" disse, notando che il volto di Will si rabbuiò per qualche secondo.
"Io non..."
"Lo so. L'ultima volta abbiamo mandato al patibolo cinque ragazzine, ma questa volta sarà diverso! Ho scelto loro perché so che saranno in grado di fronteggiare questo nuovo nemico!" assicurò. Will annuì lentamente e tornò a giocherellare con la ciocca di capelli.
"Cosa vuoi che faccia?" domandò.
"Per adesso vorrei solo che tu li introducessi al mondo di Kandrakar. Un po' come fece mia nonna quasi 30 anni fa!""Va bene, Oracolo Lin!"

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