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  Esco di fretta dalla doccia perché so di essere in ritardo, persa nei miei pensieriho smarrito la cognizione del tempo. Alle otto devo essere pronta.Mi fiondo in camera mia e inizio a prepararmi.Dopo circa trenta minuti passo un velo di lucidalabbra e sono pronta per uscire,mi guardo allo specchio soddisfatta del risultato: una gonna lunga fino alle cavigliebeige che copre le mie gambe magre e una canotta nera traforata sulla schiena.Ho un colorito migliore sul viso, che completo con dell'abbondante mascara, i mieicapelli sono tornati a risplendere e ho messo su uno o due kili, rispetto ai sette cheavevo perso. Fino a due mesi fa ero diventata il fantasma di me stessa, ma adesso lecose stanno migliorando, non sono più triste e malinconica, ho finalmente ripreso inmano la mia vita. Gli ultimi esami li ho portati a termine con voti molto bassi, ma conl'inizio del nuovo anno accademico mi sono ripromessa di impegnarmi maggiormentee di non farmi più travolgere dagli eventi. É fine settembre e cerco di godermi ancorale ultime serate estive prima dell'inizio dei corsi.La vibrazione del cellulare mi avvisa dell'arrivo di un sms.Scendi, ti aspetto!Prendo la mia borsetta nera con la tracolla e indossandola, attraverso il soggiornoalla ricerca delle chiavi di casa da portarmi dietro, non voglio che Erika sia poicostretta ad alzarsi dal letto per aprirmi a notte tarda. Le trovo e le metto in borsa. Dòun bacio sulla guancia alla mia migliore amica, nonché coinquilina, comodamenteseduta sul divano insieme a Kyle a guardare la TV.«Wow, siamo belle stasera» dice sorridendomi.So che è felice perché mi vede di nuovo sorridere, anche se il mio è un sorriso dicircostanza, per non pensare e non crollare ancora.«Divertiti... e torna tardi!» mi ordina mentre sono già alla porta.«Buona serata a voi ragazzi!» esclamo maliziosa, perché so che avranno casalibera e di certo non resteranno davanti la TV ancora per molto. Sono una coppiastupenda: finalmente Kyle ha realizzato il suo desiderio di averla vicina e Erika haaperto gli occhi dopo tanto tempo. Se solo ripenso a tutte le volte in cui ho tentato difarglielo capire, per poi beccarli con mia grande sorpresa, a baciarsi. Oh Dio, laprima volta è stata decisamente esilarante, ricordo le loro facce quando sonopiombata in camera di Erika mentre erano avvinghiati l'uno all'altra. Fu per puro casoche la loro porta si aprì, perché io ero con...Scuoto il capo. Forse è meglio non ricordare.Mi fiondo giù per le scale. Ad aspettarmi vicino la sua monovolume nera c'è TJ.Mi guarda e mi sorride mentre avanzo verso di lui. É moro, con degli occhi scuricome la notte e porta un piccolo pizzetto sul mento. Mi aggrappo alle sue bracciamuscolose e gli stampo un bacio sulle labbra.«Andiamo?» domando.«Andiamo» annuisce.Durante il viaggio in auto fino al ristorante, TJ tiene la mia mano stretta alla sua.Dall'esterno potrebbe sembrare che siamo una coppia, ma in realtà ci frequentiamosolo da un mese. L'ho conosciuto durante le vacanze estive. Erika mi avevaletteralmente costretta ad andare insieme a lei, Kyle e altri ragazzi del college aTijuana. Erano trascorsi mesi difficili, loro mi erano stati vicini e alla fine hoaccettato di nuovo il loro sostegno, anche per non rischiare che rinunciassero alle lorovacanze a causa mia. E ho preso la giusta decisione... Perché lì ho conosciuto TJ.Frequenta la mia stessa università, l'avevo intravisto qualche volta nei corridoi e allefeste, ma senza averlo mai conosciuto davvero. Fa parte della confraternita dei Δ, cheorganizzò una festa a marzo alla quale partecipai anch'io, ma a quei tempi la mia testaera altrove, non potevo accorgermi di lui.Dopo essere stati a cena, ci dirigiamo per una passeggiata sul lungomare.Cammino tenendomi stretta al braccio di TJ. É un bravo ragazzo. Sono spensierataquando sono con lui. Non posso di certo considerarmi felice, ma almeno mi dà lapossibilità di non pensare. Tra noi non c'è stato niente di fisico, so che lui lodesidererebbe, ma io non ci penso affatto, per il momento voglio godermi questolegame così com'è.Ci fermiamo vicino ad un muretto. TJ vi si appoggia contro e mi attira a séposizionandomi tra le sue gambe. Con le dita accarezza le mie braccia, ma il suotocco non mi procura alcun brivido.«Ti ho già detto che sei bellissima?»«Almeno un centinaio di volte» sorrido.«Non è mai abbastanza» sussurra e si avvicina alle mie labbra.Le sfiora con un tocco lieve, per poi chiedere un bacio più profondo. Lo assecondo.Posiziono le mie mani sulla sua nuca, mentre le sue stringono i miei fianchi. TJ baciabene, è attento, romantico, e anche molto sexy, ma i suoi baci non mi fanno battere ilcuore, non mi mandano in estasi, non mi procurano la pelle d'oca. I suoi baci nonsono... quei baci!Si stacca da me e mi sorride: «Sei pronta per l'ultimo bagno nell'oceano,domani?»«Pronta» annuisco.«Tra una settimana inizieranno le lezioni.»«Oh ti prego, non ricordarmelo. Fortuna che sarà l'ultimo anno, poi potrò direaddio a tutti quegli esami» mi lamento.TJ ride e mi abbraccia.Restiamo a chiacchierare ancora per una mezz'oretta. È piacevole parlare con lui,abbiamo le stesse idee, gli stessi gusti musicali e culinari. Lui però è un giocatore difootball all'università e punta a diventare un professionista, ecco perché ha quellebraccia così forti e i muscoli ben delineati. Mi piace la sua compagnia e come mi fasentire, per questo continuo a uscirci insieme.A fine serata mi riaccompagna a casa. Mi lascia davanti al portone dandomi unpiccolo bacio sulle labbra. Non gli chiedo di salire, non l'ho mai fatto, e lui non hamai insistito, né ha mai chiesto il perché. Non voglio un altro ragazzo in casa mia,nella mia stanza. I ricordi finirebbero per travolgermi di nuovo.Ricambio il bacio e vado dritta verso il mio appartamento. Prendo l'ascensore,finalmente riparata. Quando posso, evito di fare le scale, perché non voglio passaredavanti la porta di Louis. Le prime settimane dopo l'abbandono di Noah, la guardavocon la speranza che si aprisse e ne uscisse lui, ma, adesso, dopo cinque mesi lasperanza è, così come il dolore, andata alleviandosi. Ho timore, però, che torni, percui cerco di evitare qualunque immagine che possa rievocarlo, e di distrarmi il piùpossibile.Arriverà il giorno in cui sarò totalmente indifferente e guardandomi indietro sapròsolo sorridere di questo periodo.Il mattino seguente, dopo una ricca colazione, io ed Erika usciamo di casa alleotto, per raggiungere Kyle e TJ che ci aspettano in strada. Sono appoggiati all'auto echiacchierano tra loro. Quando ci vedono, sorridono e ci aprono le portiere dell'auto.Salutiamo i nostri uomini e, una volta ai nostri posti, filiamo in spiaggia. Kyle dal latodel passeggero accende la radio, e l'abitacolo si riempie di musica dance. Io edErika, sedute dietro, canticchiamo qualche parola. La mia amica, oggi, con il suogrande cappello bianco in tinta con il prendisole dai fiori colorati, gli occhiali gigantie la sua mega borsa color oro, che brilla sotto i raggi del sole, sembra una diva stileanni '50. Io invece sono molto più sobria: indosso un vestito unico in jeans, compostoda pantaloncini corti e canotta senza spalline ho legato i capelli in una coda e messodei Ray Ban per difendermi dalla luce del sole.Dopo dieci minuti siamo arrivati. Persa nella musica non mi sono nemmeno resaconto dove fossimo diretti. Scendo dall'auto e mi irrigidisco, è Ocean Beach!«Ehi, Mya, tutto bene?» chiede Erika affiancandomi.Esco dal mio stato di trance.«Tutto... tutto bene, sì. Alla grande.»Ma perché tra tante spiagge doveva capitarmi di venire proprio qui? Più cerco diallontanare i ricordi, più tornano prepotenti.Ocean Beach è il posto dove io e Noah, abbiamo dato vita al nostro primo progetto digiornalismo, dove ci siamo quasi baciati e dove, alla fine, mi ha rifiutata.Prendo un profondo respiro e seguo gli altri. Non mi lascerò travolgere ancora dairicordi.I ragazzi si fanno strada tra i bagnanti alla ricerca di un po' di spazio sulbagnasciuga, carichi di borse frigo, ombrellone e sedie sdraio, mentre io e Erikapossiamo concederci di sfilare sulla spiaggia attirando gli sguardi di non pochiragazzi. Finalmente, trovato il nostro piccolo angolo di sabbia, stendiamo gliasciugamani e togliamo via gli indumenti, rimanendo in costume, il mio in realtà,sembra più un minuscolo pezzettino di stoffa abbinato a un reggiseno a fascia. Tento dicoprire il più possibile, con quel poco a disposizione, il mio didietro. Tiro da unaparte ma si scopre dall'altra, quindi, alla fine mi arrendo, pazienza.Alzo lo sguardo e ritrovo TJ intento a squadrarmi, come paralizzato.«Ehi, ci sei?» scuoto una mano davanti ai suoi occhi.Lui mi guarda, sorride e tende la mano «Vieni, andiamo a farci un bagno.»La afferro e corriamo in acqua, seguiti da Erika e Kyle.Nuotando ci allontaniamo dalla riva, TJ è sempre al mio fianco, non mi lasciamai. Dopo una serie di bracciate però ci fermiamo per riprendere fiato. Sono intenta aosservare il paesaggio e a pensare a come lo ricordassi. Nel mio progettogiornalistico del precedente anno al college, che appunto riguardava questa baia,ottenni il massimo dei voti, scegliendolo proprio perché ne ero affascinata. E lo sonoancora oggi.Mi sento afferrare per i fianchi da TJ. Mi stringe forte a sé. Premo la mia schienacontro il suo petto e avverto forte la voglia che ha di me.«Sei fantastica» sussurra al mio orecchio.So quanto mi desideri, così come capisco che dopo un mese di frequentazionevorrebbe compiere il passo successivo. TJ è bellissimo, alto, muscoloso, interessante,gentile, ma il mio corpo non reagisce alla sua vicinanza. Mi volto verso di lui perguardarlo negli occhi.«Raggiungiamo gli altri» dico, tentando di spostare la sua attenzione su altro. Luimi fissa deluso, ma poi annuisce.Erika e Kyle sono seduti a riva, in acqua, intenti a scambiarsi smancerie. Io e TJarriviamo alle loro spalle, osservandoli, ci scambiamo uno sguardo complice e unsorriso di intesa.«È guerra!» urlo e subito prendiamo a schizzarli.Loro inizialmente sono colti alla sprovvista, ma riprendendosi immediatamente,contrattaccano ridendo. Sembriamo dei ragazzini, Erika lancia gridolini, Kyle tenta diproteggerla col suo corpo e io e TJ ci diamo da fare.«Arrendetevi!» grido.Ma prima che possa sentire la loro risposta, TJ si volta verso di me e, venendomiincontro, mi prende per i fianchi issandomi sulle sue spalle.«Che cosa fai? Sono loro gli avversari!»«Adesso ho un'altra nemica» dice e mi butta in acqua. Trattengo il respiro giustoin tempo prima dell'impatto con l'acqua, poi risalgo subito in superficie perriprendere fiato. TJ è davanti a me e sorride, ha i capelli bagnati e un ciuffosbarazzino gli ricade sul viso.«Traditore!» lo accuso fingendo di mettere il broncio. Lui mi guarda, squadrandoil mio corpo bagnato e il costume attillato sui seni. Senza parlare si fionda sulle mielabbra, divorandomi. All'inizio sono stupita, ma poi ricambio. Adoro i baciimprovvisi, dati con impeto.«Wow ragazzi... datevi una calmata» ci schernisce Erika «lascia andare un po' lamia amica TJ!» Mi afferra un braccio e mi trascina verso di sé «Noi andiamo aprendere un po' di sole.»Scuoto la testa divertita. Mi dispiace lasciare così TJ, ma alla fine la seguo, e laosservo camminare davanti a me, sembra una modella, nel suo costume rosso conculotte. Raggiungiamo il nostro ombrellone ed Erika prende subito il tubetto di cremaabbronzante, lo apre e se la spalma su tutto il suo corpo. Ci stendiamo vicine suinostri teli, ammirando i ragazzi rimasti a riva a parlare. TJ è davvero bello, la suapelle, dopo i tanti bagni fatti quest'estate, è abbronzata e sotto i raggi del sole, legocce d'acqua trapelano lucide, scorrendo per tutto il corpo, conferendogli un aspettodavvero divino. Si notano perfettamente gli addominali e le spalle larghe, segno deitanti allenamenti a football. Anche le ragazze che gli passano accanto, visto glisguardi interessati che gli rivolgono, sembrano accorgersene, ma la cosa non miinfastidisce, anzi, mi fa sorridere.«Bel ragazzo TJ» dice Erika scuotendomi dai miei pensieri.«Eh? Ah sì. Molto carino.»«Ti vuole molto bene» continua.«Sì, lo so.»«È molto attento a ogni tuo minimo movimento, a ogni tua parola. Pende dalla tuabocca.»«Cosa? No, certo che no» rispondo sicura.«Sì, mia cara. Quel ragazzo si sta prendendo proprio una bella cotta per te. Daquant'è che uscite insieme?»«Un mese.»«E quando hai intenzione di passare alla fase successiva?» mi chiede facendomil'occhiolino.«Ma dai! Cosa dici? Per il momento ci stiamo solo conoscendo.»«Io uno così, vorrei conoscerlo molto più approfonditamente» ride.«Svergognata!» sorrido con lei, ma poi, di colpo divento seria «Non voglioancora buttarmi in una storia. Per il momento sto bene così» faccio spallucce, e fissol'orizzonte di fronte a me.«Sono passati cinque mesi, Mya» dice con rammarico.«Lo so.»«Se non hai intenzioni serie, dovresti lasciar perdere. TJ è davvero un bravoragazzo e non merita di essere preso in giro.»«Lo so. Ci sto provando, davvero. Ci sto provando. È solo che... Solo che...» nonriesco a trovare le parole.«Non è Noah» conclude lei.La guardo con occhi tristi e annuisco.Certe cose lasciano un segno. Le persone lasciano molto più di un segno, un vuoto, unricordo che può farti star male spesso. Lui mi ha cambiata. Ero molto più spensierataun tempo. Se ricordo Noah, non posso non far riemergere la me stessa che ero con lui.E lo odio per aver strappato via quella persona che non riesco ad essere, e che TJmeriterebbe che io fossi. L'amore che ho provato per lui, sono certa non riuscirò aprovarlo mai più per nessun altro.  


Volerò da te. #2PhoenixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora