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  Ancora sdraiata al sole, vengo disturbata da piccole gocce d'acqua che miricadono sul viso. Cerco, con la mano, di farmi ombra sugli occhi. È TJ.«Ehi! Alzati pigrona o ti brucerai» mi esorta tendendomi una mano «vieniall'ombra e mangiamo qualcosa» dice, facendo un cenno col capo.Lascio che mi aiuti ad alzarmi e raggiungiamo Erika e Kyle sotto l'ombrellone.«Si mangia!» grida lei smaniosa.Prende i sandwich nella borsa frigo, distribuendone uno a ciascuno di noi, quindipassa ai ragazzi delle birre fresche.«Allora...» esordisce Kyle, mentre addenta il suo panino «quest'anno ce la faretea vincere il campionato universitario?» chiede sorridendo a TJ.«Certo che sì! Hanno me in squadra!» Indica se stesso gonfiando il pettoorgoglioso. TJ è il quarterback della squadra del college, ed è davvero bravo. Hovisto qualche partita l'anno scorso e anche se non capisco molto di sport, ho notatoquanto amasse incitare la squadra a vincere. Proprio un vero leader.«L'anno scorso però, ne eri parte e non mi sembra che abbiate vinto.»«Oh beh! L'anno scorso ero un tantino impegnato a recuperare i miei voti» sorride.«Ragazzi per favore, godiamoci questa giornata di sole senza parlare di studio.Abbiamo ancora tempo per pensarci.»Kyle guarda Erika sconcertato «Ma se i corsi inizieranno domani!»«Cosa? Domani?» Tossisce la poca birra che era riuscita a bere dalla bottiglia diKyle «Perché non me lo avete detto?»«Ma se lo sanno tutti!» rispondo sorridendo.Lei inizia a piagnucolare «Perché l'estate è così breve? Voglio tornare a Tijuana!»Ridiamo perché a volte la mia amica, sa essere davvero una fannullona.«Oh Dio! Ricordate quella sera che andammo a ballare in quel locale pieno zeppodi cubiste?» inizia a ricordare.«Sì! TJ, C'era quel tuo amico, com'è che si chiama?»«Trent.»«Sì, lui Trent! Cercava di tirare giù dal cubo una delle ballerine. Mio Dio, cherisate!»«E la faccia che ha fatto quando uno della sicurezza è venuto per portarlo via? Daincorniciare!» conclude ridendo Erika. «Anche tu Mya, però, non eri molto... sobria»aggiunge puntandomi un dito contro.«Volevo solo tenerti compagnia.» Fingo non curanza.Ricordo bene quella sera. È stata la prima in cui mi sono lasciata davvero andare,riuscendo finalmente ad accantonare pensieri tristi, e a divertirmi. Quella sera hobaciato TJ per la prima volta, mi stava dietro già da un po', senza risultati, ma lì, indiscoteca, complici l'alcol e la musica, i miei freni inibitori hanno ceduto. Ricordo diaverlo visto avvicinarsi a me con passo deciso nei suoi pantaloni aderenti e a torsonudo. Il caldo e i fumi dell'alcol avevano dato alla testa anche lui. Avevo tolto lescarpe e ballavo a piedi nudi. Ci siamo ritrovati al centro della pista e abbiamodanzato abbracciati. Poi TJ si è avvicinato lentamente alle mie labbra e io non misono tirata indietro, lasciando che mi baciasse. Avevo bevuto qualche drink più deldovuto, sia per divertirmi, che per vendetta nei confronti di Noah, lui odiava l'alcol esi arrabbiava tantissimo se esageravo... ma alla fine, quello che ha esageratopurtroppo, è stato proprio lui!Persa in quei ricordi, pensando a Noah, istintivamente porto una mano sulla miaguancia. Un tempo c'era una piccola ferita, ora non resta più alcun segno. Solo unagrande cicatrice, in parte rimarginata, sul cuore.«Per me è stata la più bella serata dell'estate» dice TJ passandomi un bracciointorno la vita e attirandomi a sé «davvero bella» conclude mentre mi guarda negliocchi.Vedo Erika spostare lo sguardo da me a lui e stringere forte le labbra. So cosa stapensando: TJ è cotto di me e io non provo lo stesso per lui. Ma non posso farci niente.Prima o poi accadrà, ma credo che il mio cuore abbia bisogno di più tempo.Dopo un ultimo bagno, ci rivestiamo. Sono davvero soddisfatta di queste giornatepassate in spiaggia, hanno donato alla mia pelle un color ambrato che mi piacedavvero tanto.Saliamo in auto per andare via.Arrivati a casa, Kyle ed Erika si avviano per primi al nostro appartamento. OrmaiKyle è sempre con noi, e io mi sono abituata ad averlo in giro per casa, lo considerocome un fratello, quindi non provo alcuna forma di imbarazzo con lui.Intanto, io resto qualche secondo in più con TJ.«Allora ci vediamo domani durante i corsi?» chiedo.«Posso passarti a prendere se vuoi.»«Non preoccuparti, verrò con Erika. Dopotutto qualche passo a piedi non faràmale.»TJ è sempre tanto premuroso e attento, ma a volte ho bisogno anche dei miei spazi.Non avverto la necessità di stare sempre con lui.«Ok, come vuoi.» conclude deluso «Allora ci vediamo domani.»«Sì. A domani» rispondo.Mi dà un bacio sulla guancia. Esco dall'auto e richiudo la portiera dietro di me,quindi sento che TJ mette in moto e va via.Mentre entro nel portone del mio condominio sento squillare il cellulare in borsa, loprendo: è mia sorella.«Pronto?»«Ciao tesoro, come stai?» esordisce.«Ciao, bene grazie. Voi? I bambini come stanno?» sorrido felice di risentirla.«Oh benone. Mark riposa. Jenna è di là con suo padre.»«Cosa dice la mia piccola principessa?»«Ultimamente non so cos'abbia quella bambina, ma ogni volta che viene a farci visitaFred, si mette tutta in ghingheri. Ci crederesti mai che non fa neppure un capriccio?»Eh sì che ci credo. La mia nipotina è innamorata del collega di suo padre, ma è unsegreto che ha svelato solo a me, e di certo non posso tradirla.«Allora Fred dovrebbe farvi visita più spesso.» sorrido sorniona.«Credo proprio di sì. Adesso lei è di là seduta sul divano insieme a Carl. Havoluto indossare un vestitino colorato e ha insistito affinché non le facessi le treccema le lasciassi sciolti i capelli. 'Sembrerei piccola, ormai sono cresciuta' mi hadetto.»Rido al pensiero di quella piccola peste che viene così facilmente addomesticata.«Comunque, quando verrai a trovarci?»«Sono stata da voi solo quindici giorni fa.»«Ma era per un unico week end» si lamenta.«Sì beh! Vedremo. Adesso iniziano i corsi, sarò molto impegnata. Lo sai comedivento quando ci sono le lezioni: irrequieta e ansiosa. Ma ti prometto che troverò unmomento per tornare a casa.»«Oh grazie, sei sempre così magnanima» mi schernisce.«Dai lo sai che muoio per voi.»«Sì, lo so, lo so» fa una piccola pausa, poi aggiunge «con TJ è tutto ok?»Monica è al corrente della mia frequentazione con TJ. Lei non crede, però, chepossa funzionare, mi ha sentita tante volte piangere disperata al telefono nei mesiscorsi, quindi pensa che buttarmi in un'altra relazione non mi faccia bene. Non hapaura che io possa soffrire di nuovo, ma che io mi accontenti di qualcuno solo perdimenticare Noah.A volte temo che possa essere davvero così.«Tutto bene. È appena andato via, abbiamo passato la giornata insieme al mare.Anzi, ti devo proprio lasciare, sono ricoperta di salsedine e ho bisogno di fareimmediatamente una doccia.»«D'accordo, ho capito, mi stai scaricando. Ah, ah. Ci sentiamo presto allora.»«Sì, è proprio così mia cara! A presto. Salutami tutti. Ti voglio bene.»«Ti voglio bene anch'io.»Conclusa la telefonata e riposto il cellulare, apro il portone del condominio e midirigo all'ascensore, premo il pulsante di chiamata e attendo, ma qualcosa non vaperché non arriva. Deve essere occupata. Decido perciò di prendere le scale. Salgo laprima rampa e giungo al primo piano, guardando al solito alla mia destra. Fisso lamaniglia della porta che per tutti questi mesi è stata il mio incubo, nella sempre piùflebile speranza che si aprisse. Poi ho capito che dovevo razionalizzare, lui se ne eraandato e non sarebbe più tornato.Attraverso il pianerottolo e salgo i gradini che mi conducono al secondo piano,ma un piccolo click mi blocca, agghiacciandomi. È il rumore della porta di Louis chesi apre. Attendo ferma sullo scalino in attesa di vedere il mio amico e poterlo cosìsalutare. Ma ciò a cui invece assisto mi toglie letteralmente il respiro.Il mio corpo si irrigidisce. Sento il cuore in gola e il sangue pomparmi forte nellevene, mi tremano le gambe, perciò mi sostengo forte al corrimano per non crollare aterra.Indossa dei jeans e una canotta bianca, ha il volto ricoperto da una folta barba, icapelli sono più lunghi di come li ricordavo, sarebbe quasi irriconoscibile, se nonfosse per quegli occhi... quegli occhi non potrò mai dimenticarli.È lui!La speranza che ho alimentata per cinque mesi si è concretizzata.È Noah!Appena si accorge di me sgrana gli occhi. Poi il suo viso si addolcisce e quasi misorride.«Ciao» dice piano, con fatica.Quella voce. La sua voce. L'ho sognata per tante notti, e per tante notti ho speratodi risentirla. È come se mi avessero lanciato un colpo al cuore.Io sono ancora ferma nella mia posizione. Ho la gola secca e non riesco a proferireparola.Lo vedo compiere un piccolo passo verso di me e quel movimento quasi miterrorizza. In un attimo torno a respirare, e come una furia, scappo via, risalendo lescale più velocemente possibile. Apro la porta di casa con furia e finalmente michiudo dentro.  


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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 16, 2015 ⏰

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