Costamare

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È solo il lead di una serie di racconti di terra e di mare.

Presentazione.
Dopo molti anni ho deciso di mettervi a parte di alcune novelle prevalentemente ambientate in Maremma. Finalmente mi sono deciso a farlo spinto dal dovere di rivolgere un omaggio ad una terra che amo, nella quale trascorro ormai gran parte del mio tempo e che è profondamente legata alla mia passione per il mare e per la navigazione. Ma non solo. Le storie qui raccolte sono una specie di patchwork di marinai, pescatori, sultani, pirati, odalische, concubine, briganti, eunuchi, vu cumpra, ricchi e poveri che, legati dall'esile filo dell'intreccio di civiltà presenti e remote, si muovono sullo sfondo di una terra in cui oltre le fortezze della costa si intravedono, in vicende inedite, le brecce attraverso cui si insinuano i germi di insospettate contaminazioni. Che ci inducono a  riflettere sulla sublime bellezza della natura e sulle crudeltà del potere, sulla singolare commistione tra le ragioni della realpolitk e gli appetiti, le passioni e gli impulsi dei singoli. Sono stato così mosso dall'esigenza di intravedere, tra le diverse vicende qui raccontate, come storia, potere e natura ballano la loro tragica danza su una corda tesa tra raffinatezza e crudeltà, tra barbarie e cultura. Ed è così che tra i flutti del Tirreno ho cercato di cogliere, nei semplici come nei potenti, le svariate forme della dialettica dell'anima, della circolarità della condizione umana, con i suoi legami misteriosi, la fatalità delle coincidenze, l'intricato dipanarsi dei destini, l'accavallarsi degli incroci e dei tragitti, il carattere fortuito delle combinazioni, la sorpresa dell'imprevisto che può creare collegamenti, suscitare situazioni altrimenti impensabili. E di farlo anche attraverso la semplicità della favola. Ci sarò riuscito? Lo spero, almeno in parte.

Il magico ritrovamento .

Al tavolo della trattoria della rocca del Giglio vicino a una finestra che dava sulla baia di Campese sedeva il giovane pescatore: alto, asciutto, biondo e con gli occhi verdi. A Talamone era la passione di tutte le turiste straniere .Lo chiamavano Paolo il Pescatore. Nei mesi estivi, le portava a fare un giro sul suo piccolo peschereccio. Le faceva visitare le grotte dei dintorni, insegnava loro a pescare e a riconoscere i diversi tipi di pesce della costa dell'Uccellina fino alla foce dell'Ombrone. Il nostro giovane pescatore era un ambientalista convinto. Stando a quel che raccontano lungo la costa aveva passato intere notti nascosto negli anfratti segreti di Cala di Forno per sorprendere, con il suo gommone in agguato, i pescherecci pirata che praticavano la pesca a strascico lungo la riva. "Distruggono tutto l'habitat", diceva lui con lieve intonazione toscana che dava all'espressione un sapore di strascicato enigma. La sua cultura ambientalista fluiva nella parlata veloce e musicale con straordinarie intonazioni di passione per tutte le manifestazioni della natura e del mare in particolare. La sua lotta contro i pescherecci pirata aveva conosciuto momenti durissimi. Era stato minacciato e più volte picchiato. Le sue denunce contro la pesca a strascico si erano imbattute nella sordità di tutte le istituzioni. Insomma quel giovane battagliero era naturalmente vicino a tutti i movimenti di protesta.
Adesso si trovava sul punto più alto della rocca di Giglio Castello da dove si dominava tutta la costa maremmana e gran parte dell'arcipelago toscano.Da lassù, nei giorni di tramontana, si intravedevano i lineamenti dell'irsuta Corsica che nei  tramonti con mare calmo chiudevano ad ovest un placido lago rosato, delimitato a Nordovest dall'isola di Montecristo e, più a Nord, da Pianosa e dall'Elba. Era il magico Santuario delle balene. Lui era arrivato li al Giglio, quella mattina col suo peschereccio per prendere contatto con i ricercatori del piccolo Osservatorio nella sua qualità di membro prestigioso della Lega ambiente. Quella sera quel lago rosato era una tavola. Paolo guardava verso i faraglioni, stregato da quella tavola immota, quando all'improvviso vide emergere prima un'isola  più grossa e poi due, tre, quattro piccole isole che formavano dei cerchi concentrici nel cuore della baia. Si stropicciò gli occhi, guardo' meglio, ma erano scomparse lasciando come dei buchi neri, per poi riapparire subito dopo scivolando lentamente verso Montecristo. Non c'era dubbio: erano proprio loro, le balene! Alla rara quanto magica visione tutto il ristorante fu colto da una indescrivibile confusione e Paolo approfitto' del trambusto per scaraventarsi fuori correndo come un forsennato.
Voleva raggiungere quanto prima il suo peschereccio, ormeggiato alle Cannelle, nella insenatura opposta a quella di Campese, con la speranza di potere inseguire quelle apparizioni da vicino.
Era molto buio quando giunse trenta minuti dopo sulla spiaggia delle Cannelle. Il tempo di un grosso respiro e di un'occhiata verso l'Argentario per accorgersi che più a Sud verso Capalbio sembrava si fosse improvvisamente illuminato un paese mai esistito. Si diresse senza più pensarci verso il suo peschereccio. Una volta salito a bordo lancio' ancora uno sguardo verso sud e vide il paese fantasma dirigersi nella direzione del Giglio. Ancora un breve periodo di preparativi e un immenso muro di luci a più piani si ergeva a chiudere l'imboccatura della piccola baia diventando sempre più grande e sempre più veloce. Era un bagliore fantasmagorico, una stazione spaziale precipitata da altezze siderali, una invasione di alieni: tutto avrebbe potuto essere, sennonché Giovanni il pescatore si ricordo' che altre volte, andando a pescare di sera, aveva visto "La grande nave" avvicinarsi al Giglio per fare, come dicevano gli isolani, l'inchino. Ma non l'aveva mai vista così vicino alla costa. Accese il motore del peschereccio, ma si blocco' perché il mostro illuminato sembrava volesse entrare nella baia, e subito dopo udì un grande stridore nella direzione del piccolo scoglio che affiorava a chiusura del lato est dell'ansa. La nave continuo' la sua corsa nella direzione del porto, e Giovanni penso' che lo conosceva bene quello scoglio per averlo più volte evitato in navigazione e per averci anche fatto il bagno.
Prima l'apparizione delle isole dal fondo del mare, adesso questa nave spaziale scesa dal cielo - penso' più divertito che preoccupato. L'unica cosa che lo impensieriva era che la nave potesse nel corso della sua rotta infastidire i suoi carissimi cetacei.
Tuttavia per seguire la rotta delle balene doveva passare anche lui davanti al porto, e avrebbe potuto vedere in quale direzione il fantasma luminoso si sarebbe diretto. Una volta doppiata la punta della piccola scogliera che occultava la vista dello specchio d'acqua davanti al porto gli si presentò uno spettacolo inquietante. La grande nave ora ondeggiava, ora sembrava tornare in dietro. E all'improvviso parve scivolare di lato verso la riva, un centinaio di metri oltre il porto.
Paolo non riusciva a capire quale dannata manovra fosse quella. Del tutto priva di senso, irrazionale, da matti. In una sera di mare calmissimo. Ora c'era persino un piccolo raggio di luna che si stendeva su un lago d'acqua veramente romantico. Così lo avevano visto quel mare intere generazioni di innamorati! Ma avvicinandosi sempre di più alla imboccatura del porto Giovanni senti salire i gemiti, le urla, i pianti di disperazione. Venivano dal mostro ormai lievemente sdraiato sull'isola. Scivolo' cautamente dentro Giglio porto. Tutto un paese si stava dirigendo verso la nave. Da riva si vedevano scene di panico, urla disperate di richiamo, pianti di bambini. Giovanni il pescatore balzo' subito su un gommone di soccorritori, utilizzando tutta la sua esperienza marina per saltare di qua è di la, per lanciare cime, sciogliere nodi, raccogliere persone cadute in acqua, aiutando persino l'equipaggio di bordo a calare con maggiore precisione le scialuppe di salvataggio. Il compito più arduo era quello di accorrere dove i passeggeri si gettavano in mare dall'alto dei ponti.
Dopo un po' si accorse che la nave si stava lentamente piegando sul lato destro. Allora capi' che quella che gli era apparso da lontano non era una manovra cervellotica e irrazionale,  ma che la nave era ferita mortalmente e che quello che aveva visto era il tentativo disperato di adagiarla a riva. Si ricordo' dello stridore e capi' subito in quale scoglio si era lacerata. Una falla di quasi 70 metri che imbarcava paurosamente acqua, come venne a sapere dopo. Penso' a quella costa lacerata, agli scogli sbriciolati, al muschio marino dai variopinti bagliori giallo dorati, rubino, ottanio e violetto miseramente frullati in un vortice di nequizie. Penso' alle sue battaglie contro la pesca a strascico e tutto gli parve surreale. Da un lato dell'isola verso la costa occidentale gli erano apparsi, in un idilliaco paradiso rosato,  placidi cetacei che scivolavano in un habitat incontaminato dall'uomo, dentro il loro universo di sibili e sospiri; e lungo la costa orientale il lacerante fragore della macchina umana che travolgeva l'incanto, deturpava la quiete delle acque, sradicava il mondo di milioni di esseri viventi. A questo pensava. Ma non sapeva ancora dei morti, che affioravano con lentezza, finché non ne vide uno galleggiare vicino alla prua del suo gommone e non seppe di altri imprigionati tra le strutture contorte dell'immenso rottame. Il surreale e il reale si fondevano in un'unica visione dove il sogno sembrava realtà e la realtà sogno, o meglio, incubo. I cetacei rosati, l'ordigno di fuoco illuminato che si precipitava sull'isola, - e con la modernità non si vedeva più solo piovere fuoco, ma come avverrà in un villaggio dell'Ucrainia, i contadini intenti nel proprio lavoro, vedranno piovere corpi dall'alto del cielo, corpi di uomini donne bambini, corpi semivestiti, corpi nudi sull'orlo dei campi, sui tetti delle proprie cascine, rotolare giù come in una orribile magia, inspiegabile, irrazionale: piovevano corpi umani dal cielo, non ci si poteva credere; finché viene la ragione che ci spiega che e' tutto reale e quindi razionale, si è trattato di un missile che ha colpito un aereo con sopra quattrocento passeggeri.
Erano quattromila i passeggeri della"Grande nave". Poco alla volta, alla spicciolata si sono fatti avanti prima due anziani, poi tre ragazzi, poi altre quattro donne e così via in un lugubre rintocco di campane della piccola Chiesa che ospitava i superstiti.
Ne sono arrivati quaranta sulle rive dello stige, solo quaranta su quattromila dice l'incosciente responsabile del crimine, inconsapevole che ciascuno di loro rappresenta la vita, la vita di tutti, di tutti i quattro mila, di tutte le uniche e irripetibili esperienze del genere umano. Molto spesso solitarie nel loro dolore, nei cunicoli delle grandi metropoli, nei box anonimi di spezzati lavori, sotto le bombe di Gaza o  sotto la violenza di uomini brutali su ragazze sole e che tali rimarranno nel loro unico dolore. Soli, imprigionati sotto quelle acque di tanti gioiosi bagni, in quelle cabine di riposo e di piacere, sotto lampadari da belle epoque dove avrebbero atteso di danzare allegramente tra il Giglio e Savona e poi tra Savona e Barcellona e poi giù, giù', in Africa, per la prima volta in terre misteriose. E invece hanno trovato il mistero strisciando sugli scogli delle Scole in un fresco e sereno gennaio, nel cuore del Santuario delle balene.
Ma come in tutte le vicende umane c'è il contrappunto positivo.  La popolazione del Giglio che accorre sulla riva, giovani che saltano sulle  barche per soccorrere i caduti in mare, anziane signore che aprono le porte delle proprie case, raccolgono biancheria, maglioni, coperte; pescatori, marinai che corrono qua e la', e poi arrivano i soccorritori ufficiali, i gommoni della marina, i rimorchiatori, i mezzi coloratissimi dei vigili del fuoco, e quelli attrezzatissimi della protezione civile, e le autorità, con in prima fila gli ambientalisti. Si fa sentire un mondo brulicante di passioni, compassioni, conoscenze, abilità e competenze che lavorano assieme e che accorrono dall'Italia e dal mondo intero e riescono a fare squadra, a fare quello che politici, amministratori, uomini di governo non riescono a fare nei giorni normali.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 18, 2015 ⏰

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