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Buona lettura:)

Due secondi dopo peró, le mani che mi stringevano colpirono violentemente il mio petto, e mi ritrovai steso per terra.
Lo vidi scappare via arrabbiato, mentre qualche lacrima rigava il mio viso.
Tornai in camera senza voglia di far nulla, ero troppo triste per combinare qualcosa.
Mi sedetti di schiena alla porta, mi misi le mani sul volto e pensai a quanto fossi stato stupido. Erano quasi sette anni che non ci vedevamo, come pretendevo che lui ricambiasse il mio abbraccio quando nemmeno da piccoli sentivo che ricambiava il mio amore?
Faccio pena. Faccio schifo. Come potrebbe qualcuno affezionarsi ad uno come me? Nemmeno mia madre è felice della mia esistenza, come potrebbe esserlo Harry Styles?
Singhiozzai. E piansi per ore tutta la notte.
La mattina dopo non avevo più le forze per alzarmi; il pianto aveva permesso alle mie emozioni di uscire dal mio corpo. Non sentivo più niente, mi faceva solo un po' male il petto.
Mi sono sfogato almeno, ecco. Non per Harry, quello dovevo immaginarmelo, ma in generale, mi sono accorto quanto la mia vita faccia schifo.
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Ho passato tutto il giorno steso a terra, ho saltato anche la lezione di inglese.
Solo verso il tardo pomeriggio ebbi la forza di rialzarmi e i miei occhi si fermarono sullo specchio. Ero più orribile di quanto non lo fossi già: avevo i capelli sparpagliati per la forza con cui li avevo tirati la sera prima, gli occhi gonfissimi e arrossati, le labbra secche.
Sentii bussare.
"Ehy amico tutto ok? Non ti ho visto nemmeno a lezione oggi."
Entró Ed un po' nervoso.
Mi fissó.
"Cosa ti è successo? Non sei in buone condizioni..."
"Io.. È una allergia" cercai di mentire ma con scarsi risultati a giudicare dalla sua faccia.
"Bene sappiamo entrambi che non è così, quindi o mi racconti cos'è successo o mi racconti cosa è successo, non hai ampia scelta." Disse con fare ovvio.
Sorrisi falsamente, non sapevo cosa dire, non voglio dirgli che sono un gay merdoso.
"Niente credimi sto bene."
Mi fissó scocciato.
"E va bene, ok. È solo che la mia vita fa schifo." Dissi.
"Ohw quindi rimango qui finchè la tua vita non si aggiusta, non puoi restare solo fratello" disse sorridendo in modo strano.
"Non sono un bambino Ed, e soprattutto non sei la mia baby sitter!" sbuffai.
"Oh non mi interessa piccolo lewis, io resto qui."
Da dove l'ha tirata fuori tutta questa confidenza?
"Non mi lasci altra scelta vero?"
"No!"-disse orgoglioso-"E ora vai a fare una doccia, io vado a prendere la chitarra."
Alzai gli occhi al cielo ed andai in bagno.
Che ragazzo strano pensai.
Uscii dalla doccia, mi vestii ed uscii dal bagno accompagnato da una bellissima melodia che proveniva da un Ed concentrato, seduto sul mio letto.

Camouflage||Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora