Il bianco.

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Cerco di muovere il braccio destro,ma sento che qualcosa me lo impedisce,o meglio qualcuno.

Un'infermiera grassottela e con le labbra più rosse che abbia mai visto mi sta conficcando una siringa nel braccio.

Da quando sono piccola il sangue mi fa una paura tremenda,forse perché  so che grazie ad esso il mio corpo continua a vivere.

Mi giro dall'altro lato e l'infermiera finalmente si accorge che faccio ancora parte del mondo dei vivi.

"Bentornata Sofia" mi  dice,con una voce roca che mi ricorda tanto quella di E-T.

"Cosa mi è successo?" chiedo io,visibilmente irritata dalle occhiate languide che il paziente vicino al mio lettino mi continua a rivolgere.

"Sei stata investita da un camion,dovrai essere ricoverata ed è già tanto che hai aperto gli o occhi e parli come una comune cristiana." mi risponde la grassoccia mente estrae l'ago dal braccio.

"Per quanto rimarrò qua dentro?" ,cerco di parlare con voce normale e mi controllo prima di ficcarle i denti nel polpaccio abbondante che straborda dalle calze,che avrebbero dovuto farla sembrare più giovane,del tipo sexi shop.

"Dipende  tutto da te." Mi dice lei uscendo dalla stanza con il mio sangue nella siringa che stringe stretta nelle mani sudate.

Rimango assorta nei miei pensieri decidendo se bestemmiare o mandare a fanculo il tizio di fianco a me che continua a osservarmi di sottecchi.

Propendo per la seconda opzione perché Dio in fondo non c'entra nulla.

" 'fanculo coglione." sbraito al tizio qua di fianco.

Non deve aver capito e mi continua a guardare.

Cazzo,avevo la vita perfetta e un camion mi ha quasi ammazzato.

il bianco si fa strada a poco a poco e mi addormento con le lacrime agli occhi e con la paura che uno sconosciuto mi aggerdisca durante la notte.









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