As the world crumbles down

3.4K 188 47
                                    


Note prima della lettura: Non so neanche perché la sto postando, io vi avverto già da ora. Questa storia nasce dalla mia enorme delusione per l'uscita di Leonardo, giovedì sera. L'ho vissuta davvero male, mi sono commossa, perché penso sia un ragazzo di una bontà d'animo rara, è stato tristissimo vederlo andare via. Poi il daytime di ieri, con le lacrime di Alex, mi ha scossa nel profondo e questo è stato il risultato. Questa è una "coccola" che faccio a me stessa, magari smielata, magari noiosa, sicuramente piena di errori, ma ho volutamente lasciato tutto così, scritto di getto, perché è così che ho vissuto queste righe.

Circa Emotion Sickness, non ho ancora deciso bene cosa fare, se continuarla, aspetto l'ispirazione


*

La quinta puntata è appena finita, ed i ragazzi, esausti, sono tornati nel loro amato loft, provati dalla serata appena trascorsa. Due eliminazioni che gli hanno fatto perdere persone con cui avevano tutti molto legato; diventa sempre più difficile salutarsi, dopo tutti quei giorni passati nella convivenza più stretta, a occuparsi semplicemente di musica e a viverla tutti insieme, cantando e suonando. Ora l'esperienza volge quasi al termine, e vedere gli altri concorrenti uscire, uno dopo l'altro, lascia un senso di sgomento in Gennaro. Non necessariamente tristezza, perché comunque sapeva già in partenza com'era il gioco, e oltretutto aveva in mente di tenersi in contatto con tutti gli altri ragazzi, una volta usciti. Si tratta realmente di sgomento, e lo sgomento è qualcosa di differente, perché ti dà quel vortice di sensazioni dentro, ma attutite: non è il dolore che ti fa piangere, la paura che ti fa urlare, la gioia che ti fa ridere. È simile all'angoscia, a quel buco nero che ti si spande nel petto e sembra invaderti ogni cellula, avvolgendoti il cuore. Ecco, la notte di ogni giovedì Gennaro si sente proprio in quel modo.

Stanotte in particolare: lancia un ennesimo sguardo ad Alex, seduto sul divano tra Davide e Giosada, e ai suoi occhi leggermente arrossati dal pianto. Non è la prima volta che lo vede piangere, probabilmente non sarà nemmeno l'ultima. Perché Alessio è uno che le emozioni le sente, le prova, le esterna, anche se mai in maniera plateale, e quindi, se triste o agitato, piange. Tutto qui.

Forse è per questo che Alex riesce a superare le cose, e lui no. Ha ancora dolori e sofferenze di entità mista, sepolti dentro di sé, che non ha mai realmente affrontato. Lui si limita a tenere il muso alla vita, a volte. Tante cose lo feriscono, altre addirittura lo dilaniano, e Gennaro in risposta si chiude in se stesso, con la sua musica, senza parlare a nessuno, perché se il mondo lo tratta così, allora lui non ha bisogno del mondo, e addio a tutti. Un po' come quando era piccolo e sua madre lo sgridava o lo puniva: andava a nascondersi sotto al letto, o dentro l'armadio, e ci rimaneva per ore in un piccolo atto di protesta, finché qualcuno non andava a recuperarlo, dandogli quindi l'importanza che lui sentiva di avere e di meritare.

Questo è un po' quello che vorrebbe fare stasera, sparire per un po', allontanarsi, stare solo, recuperare lucidità. E, non per ultimo, vedere quanto tempo passerebbe prima che qualcuno lo venga a cercare. Ad impedirgli di andarsi a chiudere in qualche stanza è la paura che quel tempo sia troppo lungo, o che addirittura qualcuno si dimentichi di lui. Perché stasera è tutto scombussolato, e una situazione del genere sarebbe come una coltellata dritta all'ego, un taglio profondo, l'ennesima ferita di un'anima vulnerabile ma celata.

La verità è che dietro le quinte, seduto tra Davide e Luca, si era sentito spaesato. C'era Alex che piangeva, e la sua attenzione era stata catturata subito da lui (Alex, sempre Alex, in ogni attimo), ma anche dalle mani tremanti di Davide mentre lo stringeva a sé, e Gennaro aveva sentito di non star facendo la sua parte: perfino Luca era teso e dispiaciuto, e allora perché lui se ne stava lì, chiuso ermeticamente nei suoi pensieri, senza riuscire ad esprimere nulla? Non una lacrima, non un sussulto. Solo la tristezza nei suoi occhi, perché quella c'era eccome. E se non fosse stata notata, però? E se qualcuno, nei giorni a seguire, gli dicesse che non era stato al gioco, che non aveva sofferto abbastanza per quel ballottaggio tra uno dei gruppi e un membro della Baell Squad, proprio quel Giosada che era così vicino agli Urban? Se gli avessero dato della persona fredda, anaffettiva, come è successo in passato, con persone che mai si erano degnate di capirlo?

As the world crumbles downDove le storie prendono vita. Scoprilo ora