URLARE ALLA VITA

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Quella mattina mi sentivo strana. Feci una leggera colazione e mi misi subito alla ricerca della casa di Alina,anche se mancavano più di due ore al pranzo, non sono una padrona dei navigatori GPS quindi partii prima possibile.
Mi fermai da mia sorella Clara per prendere dei vestiti e mentre camminavo,per salire le scale del condominio incontrai Adele.
- Ciao Adele!-
Nessuna risposta.
- Cosa ci fai qui? -
- Signorina Lily andrei di fretta, se non le dispiace parleremo un'altra volta. -
- Certo, dammi pure del tu.-
Risposi stranamente, molto cortese.
Adele sembrava preoccupata. Era strano. Molto strano.
Presa la roba, mi misi subito in auto imboccando St. Louis.
Secondo le indicazioni di Alina casa sua era su un lago. Io in quel momento oltre che un burrone non vedevo fiumi, cascate, canali, e, tantomeno laghi. Spinta dalla curiosità andai sull'orlo di quel precipizio e, c'era una vista favolosa.
Non so ancora cosa mi prese ma mi misi a urlare a squarciagola:
- VITAAAAA!-
e non smettevo più. Mi piaceva molto farlo, anche da piccola. Mi sembrava di volare,infatti, chiudevo gli occhi e aprivo le braccia e urlavo, ancora e ancora senza smettere. Una sensazione di libertà asoluta. Lì nessuno mi udiva e potevo fare,pensare e dire ciò che volevo. Era il premio più grande che una persona possa desiderare e immaginare al tempo stesso.
Solo guardando l'orologio mi accorsi che erano le 11.30 e solo un'ora e mezza dopo dovevo essere a casa degli Ewin. Non sapevo proprio cosa fare. Chiamai Liz che viveva nei pressi di Alina e mi feci accompagnare da lei pregandola di portare la mia auto a casa e, in effetti lo fece, ma solo in cambio di 30$.
Ma intanto arrivai a casa di Alina, un po'disorientata.
Aveva una casa stupenda. Divani bianchi e tende bianche. Tappeti "pelosi" come piacciono a me ed era tutto aperto, nel senso che c'erano moltissime finestre grandi e le stanze non erano molto separate tra loro.
Mi accolse Emma Wiston Ewin moglie di Gerald Ewin nonchè madre di Alina.
Appese alle pareti c'erano molte fotografie di Alina, la famiglia riunita, Alina e Buzz, i parenti anziani al compleanno di Alina e via dicendo....
Emma: Oh! Cara che piacere rivederti!
Gerald: Come sei cambiata!
Mi dava abbastanza fastidio il fatto che quando salutavano, davano i baci non sulle guance, ma si avvicinavano e basta.
Ad un certo punto i due piccioncini uscirono da una porta tenendosi per mano. Alina era rimasta bionda, come l ricordavo e Buzz era l'esempio pratico di un giocatore di rugby paffuto.
Era molto alto e Alina bassina, molto graziosa.
Pranzammo con della roba raffinata ad esempio, astice con la maionese, e cose del tipo due primi,tre secondi, dolce, caffè, amaro....
Era stato uno di quei pranzi "perfetti" come quelli delle fiction in TV, perfetto lo intendo come molto ma molto, anche troppo, finto. Alina riguardo "quella famosa seconda ragione" per cui mi invitò a casa sua, mi portò nella camera dei suoi e mi disse:
- Ti devo dire una cosa.-
Risposi:
- Lo sospettavo.-
- Io sono un medico.-
- Lo so bene.-
- Sto facendo l'autopsia per un cadavere e sospettano che sia stato Buzz.-
- Alina, non mi coinvolgere. Non voglio litigare ma non posso, ho già troppi guai che mi danno la caccia.-
- Temevo che mi rispondessi in questo modo. Non mi offendo però ora vattene.-
- Va bene.-
Salutai e nella mia mente ridevo pensando ad Alina Ewin che era la girlfriend di un killer. Ma dove se l'era andato a cercare?
Salutai e tornai composta a casa mia.

MARY- Part 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora