All Over Again

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Quella era una giornata come tante, un semplice 20 gennaio come ne erano passati altri. Essendo inverno, il clima era molto rigido, soprattutto nelle strade di Londra, dove a volte la temperatura scendeva sotto gli 0 gradi centigradi. Aveva da poco ricominciato a nevicare; la neve, nel giro di un paio di minuti ricoprì tutta la città trasformandola in una distesa innevata.
Il Big Ben rintoccò per ben sette volte quella gelida mattina, forse per svegliare i lavoratori dal loro sonno per farli andare al lavoro, o semplicemente suonò per avvisare la popolazione londinese che erano le sette di mattina.
Se il suo intento era quello, lo aveva adempiuto in pieno, infatti dopo i sette rintocchi, Londra si svegliò. I vecchietti cominciarono a uscire dalla loro calda casa per recuperare il giornale nel porticato di casa, molti ragazzi forniti di zaino erano pronti ad affrontare l'ennesima giornata scolastica... molti invece, pur essendosi svegliati, preferirono rimanere nella loro dimora a beare ancora per poco del caldo delle coperte. Uno di questi, Louis Tomlinson, infatti fece proprio così. Sentì il rintocco del Big Ben, forte e chiaro. Nonostante si fosse svegliato, preferì rimanere sotto le coperte: forse non doveva andare al lavoro quel giorno, forse era comodo nel suo letto e non voleva perdere quella pace che inondava la sua camera da letto... oppure, come nel suo caso, non voleva svegliare l'amore della sua vita sdraiato accanto a lui ancora nel mondo dei sogni. Infatti Louis, facendo attenzione a non svegliarlo, si voltò verso il suo lato per il solo piacere di ammirarlo dormire beatamente, osservare le sue labbra socchiuse e sorridere nel pensare a ciò che era avvenuto la sera prima.
Louis sorrideva nel guardarlo, cominciò a pensare a cosa stesse sognando e la sua mano andò verso il suo viso per sistemagli un ricciolo ribelle cadutogli sulla fronte. Quel gesto svegliò l'addormentato che, dopo aver sbadigliato, aprì le palpebre lasciando godere a Louis il verde dei suoi occhi.
"Buongiorno" aveva sussurrato quella mattina Louis al suo amore. "Dormito bene?" continuò mentre gli accarezzava dolcemente la guancia.
Il riccio si limitò ad annuire mostrandogli uno dei suoi sorrisi più smaglianti, seguito da uno sbadiglio. Il ragazzo dagli occhi verdi si stropicciò gli occhi e finalmente riuscì a vedere in maniera nitida la figura del suo amante davanti a sé. Gli si avvicinò e lo baciò dolcemente sulle labbra per poi abbracciarlo e stringerselo forte al petto.
"Come siamo calorosi oggi" scherzò Louis e il ragazzo dai capelli ricci, Harry, rise rumorosamente, per la prima volta quel giorno.
"Non ti abbracciavo da sette ore" si giustificò per poi accarezzargli la guancia. "Mi sei mancato" continuò.
Louis sorrise involontariamente perché era questo che gli causava Harry: tanti sorrisi involontari.
Harry lo aveva salvato, gli aveva mostrato che tutti sono in grado di amare, anche un ragazzo duro e freddo come Louis Tomlinson. Quest'ultimo diceva sempre che era colpa dei suoi occhi se era così freddo. Azzurro ghiaccio, senza emozioni, sentimenti, amore. All'interno di quell'azzurro c'era un passato orribile che aveva segnato profondamente il comportamento del ragazzo. Aveva creato attorno a sé un muro, indistruttibile credeva. Ma il verde speranza degli occhi di Harry aveva distrutto tutto, sciolto quel ghiaccio con un semplice sorriso e Louis sarebbe stato grato a Harry per tutta la vita.
Amava gli abbracci di Harry, lo facevano sentire al sicuro, come se quelle braccia fossero la sua seconda casa. Era diventato dipendente da quei ricci, quegli occhi verdi e quelle labbra rosse e carnose che amava tanto succhiare, assaporare e mordere qualche volta, solo dal piacere di sentire che erano sue e lo sarebbero state per sempre. Louis ricambiò l'abbraccio caloroso di Harry e sorrise mentre disegnava con i polpastrelli il contorno del tatuaggio che Harry portava sul petto. Una farfalla, proprio sull'addome, gli era sempre piaciuto quel tatuaggio, forse perché era ricco di particolari, cosa che Louis notò subito, dal primo momento che lo vide, dalla prima volta che strappò con foga la camicia del riccio per poi cominciare a baciarlo mentre mille emozioni diverse gli facevano brutti scherzi sullo stomaco. Anche Louis possedeva diversi tatuaggi, era una passione che accomunava la giovane coppia, oltre ad altre tante.
Rimasero in quell'abbraccio per una buona manciata di minuti, quando d'un tratto Harry salì su Louis con uno scatto felino, lasciandolo di stucco.
"Che vuoi fare?" chiese Louis ridendo, perché sì, quella situazione gli piaceva. Non rispose e avvicinò le sue labbra a quelle di Louis facendo combaciare quelle bocche che erano state separate per troppo tempo. Louis infilò una mano tra i ricci di Harry che gemette leggermente quando gli vennero tirati per fare più pressione al bacio.
Si staccarono senza fiato, entrambi con un sorriso stampato sul volto. Gli occhi verdi si incastrarono perfettamente in quelli azzurri facendo nascere emozioni e sorrisi tra i due innamorati.
"Sei bellissimo" disse Harry accarezzando Louis sulla guancia e poi gli baciò il naso "sono stato bene ieri sera..." sorrise lasciandosi scappare una piccola risata "ma devo essere sincero, la mia parte preferita è stata stanotte".
Louis sorrise, probabilmente perché si trovava d'accordo con il riccio. Le emozioni che aveva provato quella notte non le aveva mai provate prima e sperimentarle con Harry era stato fantastico.
Harry sorrise per poi lasciare il letto, alzandosi in piedi davanti a Louis, mostrandogli tutti i punti più intimi che possedeva e che il ragazzo da gli occhi di ghiaccio aveva avuto la fortuna di esplorare. Spalancò gli occhi e un'ondata di piacere si sprigionò in lui, facendolo eccitare più del dovuto. "Così mi tenti, Harry" disse sorridendo mentre ammirava il corpo nudo del suo ragazzo.
Harry sorrise e, passandosi una mano tra i capelli, sospirò e rimase fermo per qualche secondo in più per vedere Louis contorcersi dal piacere. Forse rimase quell'attimo che fece traboccare il vaso, tanto che Louis dovette soddisfarsi da solo. Harry rise nel vederlo masturbarsi in sua presenza, e un po' si eccitò pure lui. "Ti ecciti facilmente" pronunciò il riccio prima di andarsene e dirigersi verso il bagno, lasciando Louis sotto le coperte da solo in preda ad un orgasmo. "Fanculo" disse prima di venire per la seconda volta a causa di Harry.
Decise di alzarsi anche lui e, mentre l'altro si faceva una doccia, si diresse in cucina per preparare la colazione. Guardò l'orologio, che segnava le sette e trenta; fortunatamente quel giorno né lui né Harry dovevano lavorare.
Decise di preparare tutto l'occorrente per una colazione ottima, perfetta da fare con l'uomo della sua vita. Apparecchiò la tavola con le posate e le stoviglie migliori, utilizzò tutti gli ingredienti preferiti di Harry per poi completare il tutto con due rose rosse al centro del tavolo. Louis se teneva a qualcosa voleva essere perfetto nel svolgerla e se si trattava di Harry, sarebbe stato disposto ad offrirgli la luna.
Harry fece il suo ingresso in cucina pochi minuti dopo e sorrise nel vedere la tavola imbandita di pietanze che lui amava. "Pancakes" disse il riccio avvicinandosi alla tavola. Ne assaggiò uno e lo assaporò con calma, chiudendo addirittura gli occhi per convincersi meglio.
"Allora, sono promosso?" chiese Louis titubante nel vedere Harry mangiarlo.
"Mancherebbe un po' di sale..." disse il riccio sorridendo.
"Sale? Te lo prendo subito, asp-" ma Harry lo fermò per un braccio e lo attirò a sé facendo scontrare i loro sguardi ancora una volta quella mattina.
"Nei pancakes non ci va il sale, idiota" disse Harry per poi baciare Louis come se volesse tranquillizzarlo. "Erano perfetti, promosso" concluse e Louis tirò un sospiro di sollievo.
Ci teneva alla sua opinione, gli aveva dato tutto, era in debito con lui e voleva che tutto fosse perfetto. Ma lui non sapeva che Harry era felice così, con il suo amato Louis al suo fianco. Avrebbe anche accettato cibo per cani anziché i pancakes, li avrebbe amati lo stesso.
Si sedettero per fare colazione e cominciarono a mangiare, erano davvero buoni. A volte si scambiavano degli sguardi, altre volte dei baci volanti, cercavano addirittura il contatto fisico, nonostante si trovassero a un metro di distanza. Erano molto presi l'uno dall'altro ed erano felici così.
"Senti Haz" disse Louis dopo aver appoggiato la tazzina del caffè sul suo piattino "stasera voglio che andiamo a cena fuori, offro io".
"Ah beh, se offri tu..." scherzò Harry e tra i due si alzò una risata che fu sostituita subito dopo con dei sorrisi "certo, mi farebbe piacere" disse infine.
Quella mattina si dovettero separare: Harry andò dai suoi genitori per passare la mattinata con loro mentre Louis si recò nel suo posto preferito, la biblioteca. Amava leggere, aveva letto tutti i libri della biblioteca comunale di Londra più di una volta e li avrebbe letti una terza e una quarta. Gli piaceva immedesimarsi nel personaggio, vivere la storia con lui e appartenere a un mondo fantastico, senza ingiustizie e calamità. Era sua abitudine sostituire i nomi dei personaggi con Louis e Harry, tanto per rendere la storia più avvincente. Si recò in biblioteca e ci rimase per tutta la mattinata. Lesse si e no quattro libri, tutti con fine romantico e tragico. Louis amava queste storie, anche se un po' lo spaventavano: aveva paura che potesse accadere lo stesso a loro.
Per esempio, quella mattina, vagando tra gli innumerevoli scaffali, trovò un libro a lui sconosciuto, forse era stato aggiunto da poco. "Tutto da capo" disse Louis leggendo il titolo del libro. Si sedette in una zona molto tranquilla, la più calma della biblioteca e cominciò a leggerlo. La storia narrava di una coppia prossima alle nozze, innamorata come non mai e molto felice. Questo gli ricordò lui e Harry e a pensare a quei occhi e a quelle labbra sorrise. Scosse la testa e riprese a leggere il racconto. Nonostante fosse lungo 300 pagine, Louis lo lesse tutto da cima a fondo e se lo divorò mentre il cuore gli partiva all'impazzata. Appena lesse le parole THE END all'ultima pagina, chiuse il libro e si mise a guardare nel vuoto. Era stato emozionante, tanto che Louis aveva le lacrime agli occhi.
Il collegamento di lui e Harry al libro fu automatico. "E' solo un libro, Louis" continuava a ripetersi, ma nel suo io interiore si sentiva che quella tragica storia, quella drammatica vicenda sarebbe successa presto e il destino avrebbe deciso che le vittime sarebbero state proprio Louis e il suo amato Harry.

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