negl'occhi si specchia un cielo

terso d'inverno; limpido nel gelo.

irraggiungibile. sogna distante

 lo sguardo annebbiato e vagante.


scivola in onde miele di tiglio,

fino a la massiccia vita ricoprir.

labbra rotte, dentro al grande giglio,

senza colore, che non sanno mentir.


il tramonto trabocca di passione,

 trasuda dal viso la vera gioia;

ma ad un tratto il freddo demone


raccoglie lontano il sipario;

il buio, strisciando, sibila

che sta per iniziare il calvario.



ciao a tutti! questo è un sonetto di autodescrizione. nella prima quartina scrivo dei miei occhi azzurri, nella seconda dei capelli (miele di tiglio), delle labbra e del pallore del mio viso (il giglio). le due terzine descrivono il mio carattere, con brevi momenti di felicità (i colori caldi del tramonto, che sono anche pieni di nostalgia, che scompaiono dal cielo come quando si avvolge un sipario rosso) seguiti da lunghi periodi di (ahimè) tristezza(che piano come il vento si insinua fino alle ossa e come il buio avvolge ogni cosa)


tramontoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora