Trappola

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Non è fuori, è dentro. Non voglio vedere nessuno, né parlare con nessuno. Voglio solo silenzio.

Lo so che adesso ti sembrerà impossibile. Ma un giorno, e per "giorno" intendo un tempo indefinitivamente vicino, ti basterà una parola, o una frase, e riguarderai indietro a ciò che ne è stato di te e della tua adolescenza.
I ricordi si affolleranno nella tua mente per scorrere ad uno ad uno, come quando riguardi un cumulo di vecchie fotografie. E non un album fotografico.
Dico davvero, perché succederà come quando apri una scatola di vecchie foto e alcune ti cadono addosso, altre strabordano dai lati della scatola troppo stretta.
E tu li rivedrai con accuratezza, lieve nostalgia, saltandone alcuni, soffermandoti su altri. E rivedrai, e ricorderai.
Di tutte quelle volte che ti sei dovuta rialzare da sola, di tutte quelle volte che hai dovuto coprire le tue cicatrici interne, e ricacciare indietro le lacrime che ti si erano accumulate in gola, dietro gli occhi, dappertutto.
Di tutte quelle volte in cui ti sei sentita crollare, ma poi non sei più caduta, sostenendoti con le tue piccole braccia. Quanto eri fragile vero?
Ti vedi? Mentre piangevi per un'amica persa, per il tuo ragazzo che, stronzo com'era, ti ha tradito con un'altra. Come se fossi nulla, come se fossi polvere.
Invece no. Te ne sei resa conto adesso? Intendo, di quanto vali. Lo vedi tuo marito lì seduto accanto a te? Chissà se la conservi ancora la felpa che ti regalò al vostro primo appuntamento. Di certo conservi ancora il suo primo abbraccio incastrato tra le costole.
E tua mamma? Ma te la ricordi tua mamma quante cose ti ha proibito con sguardo contraddittorio? E tu quante volte hai desiderato fuggire di casa? Mollare tutto. Scuola, amici. Adesso tua mamma è una signora da abbracciare, a cui tenere compagnia, da amare con tutto il cuore. Da ringraziare per tutte quelle volte in cui ti ha protetto, mentre tu eri inconsapevole dell'amore che ti stava dando. Adesso non puoi più mollare tutto. Hai un lavoro, e a dire la verità, neanche hai voglia di lasciarlo. Ti fa sentire utile.
Aspetta, stanno suonando il campanello. Devi mollare un attimo i ricordi, vai ad aprire.
Oh, ma è lei. La tua migliore amica. Lei, che è rimasta nonostante tutto. La abbracci come nei vecchi tempi, e la fai accomodare nel soggiorno, invece che nella stanzetta.
Voglio dire, ma tu te la ricordi la tua vecchia stanzetta? A tratti sì, a tratti no. Tutte quelle fotografie che avevi incollato sul muro, quelle scritte sopra il letto che leggevi ad una ad una prima di andare a dormire.
Volevi dire tante cose al mondo, tu. Piccola com'eri. Volevi dire tante cose anche a te stessa.
Tu, ma proprio tu, che avevi paura di non riuscire ad andare avanti. Che c'erano momenti della tua vita in cui pensavi di lasciare tutto. Adesso guarda, fuori dalla finestra. Non ci pensi, a quanti tramonti hai vissuto? Come sono stati? E il bacio con il tuo vero amore.
Perdonami. Ma davvero volevi rinunciare a quelle corse per non perdere il pullman, ai lunghi discorsi con le amiche, a tutto quel tempo passato davanti allo specchio a non accettare niente di te stessa, e poi ti bastava un "sei bellissima" da una persona a cui tenevi, per stare bene. O quando un complimento non arrivava mai. E davvero volevi rinunciare all'emozione che hai provato quando hai trovato il tuo vero amore? Che hai pensato "È lui che cercavo. Nessuno mi potrà far del male ora che c'è lui."
Sai che ti dico? Che forse a volte ti mancheranno anche, quelle interrogazioni, mentre mostri la tua pagella ai nipotini. Quelle chiacchierate prima di una verifica decisiva. A tutto ciò che dicevi contro i tuoi professori.
Adesso, qualcuno ti sta abbracciando da dietro. Ti giri ridendo. È tuo marito che è appena tornato dal lavoro, e ti saluta con un bacio in fronte. Lo sa lui, che ti sono sempre piaciuti, i baci sulla fronte. Ti fermi un attimo.
Tu volevi dire tante cose al mondo, adesso ne vorresti dire solo una. Vorresti parlare alla te del passato, dirle di rimanere forte, che tutto passerà. Ma non puoi.
Così vai nella cameretta di tua figlia, prendi un piccolo foglietto, mezzo strappato mezzo intatto e prendi una penna dal suo portapenne strapieno. E con la tua grafia disordinata, le scrivi:
"Vivi ogni attimo. Respira, perché a volte ti manca l'aria in questa vita di strepiti e confusione. Ascolta. Perché spesso in questo mondo si sente, ma non si ascolta mai. Parla, devi dire ciò che senti e ciò che provi. Esadisci i tuoi desideri, perché arriveranno momenti in cui non li desidererai più. Gioisci per le cose che ti piacciono. Devi fare ciò che ami, non ciò che gli altri vogliano che tu faccia. E devi essere come tu vuoi essere, non come ti vogliono gli altri.
Sei viva.
E allora vivi. Che ci saranno momenti che non torneranno più.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 29, 2015 ⏰

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